Tracce è una ottima rivista che riporta ricchissime testimonianze di fede ed il magistero della Chiesa, ma anche per questo è intollerabile che in un tema così delicato, la propria selezione stampa sia così faziosa e non obiettiva (questa mia segnalazione è successiva ad un’altra analoga di cui non avuto mai risposta).
Faccio questo gesto a malincuore ma è un atto dovuto a chi subisce una guerra combattuta per procura e che ha subito una evidente e inarrestabile deriva qaedista.
Per questo, oggi ho inviato una lettera alla rivista Tracce, ne riporto di seguito le parti salienti (vedi anche “lettera aperta ai media cattolici“). Ho inviato per conoscenza anche alla Fraternità di Comunione e Liberazione:
Spett.le Redazione di Tracce,
l’articolo di Muller “Assad è impunito ed attacca il suo popolo” pubblicato il 25 ottobre 2013 nella vostra rassegna stampa è evidentemente pieno di enfasi faziosa e di menzogne.
Il 25 ottobre è lo stesso giorno in cui molti giornali riportano che ad Homs è avvenuto un attacco suicida dei ribelli in una via molto affollata che ha provocato 40 tra morti e feriti; ed è lo stesso giorno , un giorno qualsiasi, in cui i ribelli a Damasco lanciano colpi di mortaio nel centro abitato (nella misura di 3.4 al giorno) per seminare morte senza alcun obiettivo strategico. Ed accade tutti i giorni.
Ho parlato con molti siriani di Damasco e tutto quello che il Muller ha scritto (a cui voi avete dato ospitalità) non corrisponde a verità e fondamento. Anzi è proprio il rovesciamento della realtà.
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Perciò “tenere conto di tutti i fattori della realtà” – come dice don Giussani – lungi dal generare un giudizio dissociato a seconda dei vari avvenimenti che passano davanti ai nostri occhi, vuol dire guardarli in unità alla luce dell’origine che la realtà stessa indica. Se tale approccio, se tale giudizio tiene conto delle esigenze fondamentali dell’uomo non può essere che unico.
E’ evidente che informare secondo verità non vuol dire riportare tutte le opinioni come buone ed interscambiabili. La scelta stessa delle notizie indirettamente privilegia un particolare giudizio, e non si tratta qui del colore di un pavimento, ma del significato dell’uomo e di che convivenza umana vogliamo costruire. Dobbiamo dire cosa cospira contro il realizzarsi del “bel giorno” per cui l’uomo è fatto.
tratto da : Per i mass media tutte le opinioni sono buone e interscambiabili di Patrizio Ricci 01 sett 2012
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Se guardiamo Aleppo è stata assediata dai ribelli per mesi e se a Damasco l’esercito non reagisce avverrà la stessa sorte. Ad Damasco le periferie sono difese anche dai cittadini che hanno formato ‘comitati popolari di difesa’. A Damasco la maggior parte della gente è con il governo, quindi chi è l’aggressore?
Proprio ieri ho incontrato un amico cristiano di Damasco e leggendo il vostro articolo ‘prescelto’ mi è sembrato si trattase di un altro luogo, tanto era diverso dalla realtà da mesi da me seguita raccogliendo innumerevoli testimonianze. (Qui il mio amico Samaan Daud, in Italia invitato da AVSI).
Più volte ho segnalato che la scelta degli articoli nella rassegna stampa del vostro giornale non rispecchia la realtà dei fatti, più volte testimoniata dalla Chiesa locale cattolica locale e da quella italiana.
Basterebbe un minimo di buona volontà e un pizzico di deontologia giornalistica per verificare. Fate una telefonata ad un qualunque istituto religioso di Damasco e confrontatevi non con i faziosi ma con chi fa la carità di Cristo.
Spero che vi rendiate conto dello stravolgimento della realtà a cui concorrete nel dare una informazione così di parte e falsa.
(..omissis)
Sono veramente molto amareggiato, riconoscendomi nell’esperienza da cui è nato tempo fa codesto giornale che si chiamava ‘Litterae Comunionis’, le lettere di comunione dei primi cristiani…
Il Papa ha chiamato la Siria, l’amata Siria: con che occhi state guardando ciò che accade nella terra di San Paolo?
(…omissis…)
Spero in vostra una seria riflessione vi saluto distintamente
Patrizio Ricci
PER QUANDO RIGUARDA INVECE GLI ARTICOLI DI TRACCE:
Per quando riguarda invece gli articoli pubblicati finora sulla Siria non è stato mai espresso chiaramente un giudizio chiaro. Dapprima gli eventi non sono stati giudicati focalizzando solo gli aspetti umanitari (come se stesse avvenendo una carestia o un periodo di siccità), mentre invece i Patriarcati locali gridavano a gran voce e chiaramente cosa vedevano i loro occhi. Recentemente è stata proposta la retorica della ‘rivoluzione buona’ che poi si è ‘corrotta‘ (vedi ad es. ultimo articolo “La mia Siria” di Quirico su Tracce di Ottobre). E’ stato cioè abbracciato il tentativo funambolico di alcuni autori che così hanno tentato un’inversione di marcia incalzati dagli eventi (chiari sin dall’inizio). Il giudizio è invece che nessuna rivoluzione fatta con le armi è buona e che sin dai primi tempi della rivolta si è sempre rifiutato ogni tentativo di riconciliazione o di cambiamento. La rivoluzione sin dal principio aveva propositi precisi e settari. Chi ci ha creduto è stato subito accantonato sin dalle prime settimane. La giustizia può partire solo da un tessuto sociale incline al cambiamento, nell’unità, con la valorizzazione del positivo, è un processo necessariamente lento. Gli attentati compiuti tra la folla cercando il maggior numero di vittime ci fa comprendere che l’opposizione armata ha sempre valutato ogni altra considerazione etica come insignificante quando ostacolava il proprio percorso. Chi ragiona e agisce in questo modo violento non può dire ancora che persegue la giustizia e la democrazia. Se l’uomo è la prima fonte del diritto, perché mai può essere trattato come carne da macello, come elemento trascurabile e sacrificabile? Chi accetta di chiamare ancora l’opposizione armata ‘esercito siriano libero’ accetta evidentemente tutta l’ipocrisia di una contraddizione in termini. E’ come se le Brigate Rosse, all’epoca degli anni di piombo, si fossero proclamate ‘esercito italiano libero’… Come può un fine ritenuto giusto da un isolato gruppo d’individui giustificare l’adozione di metodi peggiori del potere che si vuol combattere?
qui anche il giudizio di Mons. Nazaro ex-Vescovo di Aleppo:
Quanto è distorta l’informazione sulla Siria
vedi anche: lettera aperta ai media cattolici
crisi siriana: rivediamola dall’inizio
da guerra civile a guerra per procura
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