Il Regno Unito intensifica le provocazioni contro la Russia

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Il giorno di Natale ha visto la fregata HMS St Albans scortare la nave da guerra russa Admiral Gorshkov mentre attraversava il Mare del Nord.

Il rapporto della BBC ha citato diligentemente la Royal Navy, che ha affermato che la presenza della nuova fregata lanciamissili, che sta ancora svolgendo le prove in mare, è un’“attività in aree di interesse nazionale” e un esempio del recente “aumento delle unità russe di transito nelle acque inglesi”.

Ciò è stato contraddetto dall’ammissione della Royal Navy, che ha affermato che in realtà l’Admiral Gorshkov era solo “vicina alle acque territoriali del Regno Unito”, e la BBC ha ammesso che le navi russe hanno usato queste acque internazionali “regolarmente… negli ultimi tempi per navigare da e verso il Mediterraneo per dispiegamenti al largo della Siria”.

Ciò non ha impedito al Segretario alla Difesa Gavin Williamson di assumere una posa eroica, declamando: “Non esiterò a difendere le nostre acque, né tollererò qualsiasi forma di aggressione… La Gran Bretagna non rimarrà mai intimidita quando si tratterà di proteggere il nostro paese, il nostro popolo e gli interessi della nostra nazione”.

L’incidente è solo l’ultimo esempio dell’intensificarsi della campagna di propaganda inglese contro la Russia.

Sul fronte militare, questo mese ha visto figure di spicco dell’esercito britannico, della NATO e dei loro think tank associati, sostenere senza prove che le forze navali russe stanno sviluppando la capacità di tagliare i cavi in ​​fibra ottica sottomarini.

Il Capo dello Stato Maggiore della Difesa, il Maresciallo Capo dell’Aria Sir Stuart Peach, ha detto che questa è “una nuova minaccia per il nostro stile di vita”.

“Riuscite a immaginare”, ha chiesto Peach, parlando al Royal United Services Institute, “uno scenario in cui tali cavi vengono tagliati o spezzati, una cosa che avrebbe immediatamente e potenzialmente conseguenze catastrofiche sulla nostra economia e su altri aspetti della vita?”

Il parlamentare conservatore Rishi Sunak, nel rapporto intitolato “Cavi sottomarini, indispensabili ma non sicuri” del think tank Policy Exchange, ha parlato dello stesso argomento.

Una prefazione dell’ex Comandante Supremo della NATO in Europa, l’Ammiraglio James Stavridis, ha avvertito che l’Oceano Atlantico sta per trasformarsi “da un teatro caratterizzato da una quasi completa supremazia della NATO dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ad uno spazio che la Russia sta attivamente contestando attraverso un dottrina navale revanscista in fase di ripresa”.

Il rapporto di Sunak sottolinea la dipendenza del mondo moderno dai cavi in ​​fibra sottomarini. Ogni cavo è composto da 4 a 200 fibre protette da cavi d’acciaio, isolante, armatura e guaina di plastica. Ogni fibra può trasportare fino a 400 GB di dati al secondo. Il 97% delle attuali comunicazioni globali viaggiano su 811.121 chilometri di cavi organizzati in 213 sistemi separati.

La principale minaccia fisica quotidiana alla rete di cablaggio è lo stress continuo delle condizioni in cui operano. Le frane sottomarine causate dal Terremoto del Hengchun del 2006, ad esempio, hanno messo fuori uso sei dei sette cavi sottomarini che trasportano servizi telefonici e internet tra il Nord America e gran parte del sud-est asiatico. 11 navi impiegarono quasi due mesi per completare le riparazioni, durante le quali le comunicazioni della regione con il Nord America viaggiarono lungo l’unico collegamento rimanente. Tuttavia, tale è la natura dell’internet routing [navigazione in rete] che, se una linea verso un indirizzo di destinazione non è disponibile, altre verranno automaticamente cercate e sfruttate. Nel 2012, ad esempio, le inondazioni nei centri dati di Manhattan causate dall’Uragano Sandy hanno messo fuori uso i principali nodi della rete, ma l’impatto sul traffico globale è stato minimo.

Interruzioni meno gravi accadono continuamente. Di tutte le rotture di cavi riportate tra il 1959 e il 2006, ben il 44,4% è stato attribuito alla pesca, mentre il 21,3% viene classificato come sconosciuto.

Anche tali interruzioni dei cavi possono avere conseguenze militari. Nel 2008, dei mercantili nel Mediterraneo hanno accidentalmente tagliato tre cavi che collegavano l’Italia con l’Egitto, riducendo dell’80% la larghezza della banda tra Europa e Medio Oriente. L’esercito americano, che utilizza la rete commerciale via cavo per il 95% delle sue comunicazioni strategiche, non è stato in grado di gestire molti dei droni schierati contro Iraq e Pakistan, e così i voli vennero ridotti da “centinaia di missioni di combattimento al giorno” a “decine”.

Ciononostante, Sunak ha concentrato la sua attenzione sui rischi militari diretti, avvertendo che i cavi potevano essere tagliati sott’acqua, ma non ha fatto alcun esempio da parte della Russia e ha citato solo un’operazione sottomarina, che ha comportato il taglio di cavi telegrafici e telefonici durante la Prima Guerra Mondiale – ad opera della Royal Navy.

Naturalmente ha ignorato la minaccia principale per Internet – le massicce operazioni di raccolta dati organizzate dai servizi segreti statunitensi e britannici, come rivelato dall’ex contractor statunitense Edward Snowden. A partire dal 2014, le agenzie di spionaggio britanniche potevano accedere a dati provenienti da oltre 18 cavi sottomarini che approdavano in Gran Bretagna.

Tuttavia, Sunak ha fatto riferimento al virus Stuxnet, creato dagli Stati Uniti e da Israele, che ha distrutto le centrifughe nucleari iraniane, ma solo per suggerire che software simili (implicitamente russi) mirati a sabotare i sistemi di controllo potrebbero minare la gestione della rete di interi sistemi di cavi o regioni. Ha trascurato di trarre l’ovvia conclusione: che gli Stati Uniti si stanno indubbiamente dotando di tali capacità.

Per rafforzare il suo messaggio, Sunak ha citato la piccola rinascita della Marina russa, in particolare della sua flotta sottomarina, nell’ultimo decennio e mezzo. Il governo di Putin, oltre a modernizzare i vascelli dotati di missili balistici nucleari, ha costruito un piccolo numero di sottomarini d’attacco relativamente potenti. Ha anche una nave spia, la Yantar, che presumibilmente ha lavorato per localizzare le posizioni dei cavi.

Anche così, ogni singola indagine sulle forze relative pone gli Stati Uniti, con o senza l’assistenza della NATO, in possesso di numeri e capacità ben superiori a quelle del suo rivale russo, a corto di contanti.

Ciò non ha impedito lo svolgimento di un esercizio di pianificazione, “Forgotten Waters”, ospitato dal think tank Center for a New American Century, che ha considerato uno scenario di guerra in cui navi da guerra e truppe americane cercavano di attraversare l’Atlantico in gran numero per soccorrere le forze della NATO impegnate in Europa in un grande scontro con la Russia. I simulatori hanno affrontato “acque atlantiche infestate da sottomarini, navi di superficie o aerei russi che transitavano verso sud” attraverso il GIUK gap – le acque tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito. Inoltre gli è stato detto che “un cavo sottomarino tra l’Islanda e il Canada è stato tagliato, creando una significativa interruzione delle telecomunicazioni”.

La scoperta di questa nuova “minaccia russa” dovrebbe essere vista insieme alle accuse isteriche e infondate di intromissione russa nelle elezioni.

Il 22 dicembre, il Segretario agli Esteri Boris Johnson ha visitato Mosca per colloqui con il suo omologo russo, Sergej Lavrov. L’incontro ha visto uno scontro pubblico sulle accuse formulate da Johnson e la May di interferenze politica russa – incluso nel referendum sulla Brexit del 2016.

La May, in un discorso sulla politica estera del 17 novembre al banchetto del Lord Sindaco di Londra, ha accusato il regime di Putin di “dispiegare le sue organizzazioni mediatiche statali per impiantare storie false e fotomontaggi nel tentativo di seminare discordia in Occidente e minare le nostre istituzioni”.

Prima di partire per Mosca, Johnson ha descritto la Russia come “chiusa, malvagia, militarista e antidemocratica” e ha affermato che le relazioni tra i due paesi non possono “tornare alla normalità”.

Citando la presunta minaccia ai cavi sottomarini, Johnson ha aggiunto che il Regno Unito è “preparato e capace” di lanciare attacchi informatici di rappresaglia, nel caso gli hacker continuassero ad attaccare le centrali elettriche e le reti di comunicazione occidentali, a sovvertire le elezioni e a diffondere notizie false.

In una conferenza stampa congiunta con Johnson, Lavrov ha descritto i rapporti tra il Regno Unito e la Russia come “ad un punto basso”, prima di aggiungere: “Sentiamo alcune dichiarazioni aggressive da parte di Londra. Nonostante tutto, non abbiamo mai adottato misure aggressive per ritorsione”.

Lavrov ha pubblicamente respinto le accuse secondo cui la Russia avrebbe interferito nelle elezioni generali britanniche e nel referendum sulla Brexit, al che Johnson ha risposto, “Lo hanno fatto, ma senza successo”.

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Articolo di Steve James e Chris Marsden pubblicato su World Socialist Web Site il 27 dicembre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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