Reuters – La Lega Nord promette di risolvere il ”problema euro”

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Un articolo della Reuters si occupa della posizione della Lega sull’euro. Nonostante i tentativi dei potenziali alleati politici di sterilizzare la spinta anti-euro, il leader Salvini e il responsabile Borghi ribadiscono che il loro primo obiettivo è di uscire dall’euro, e contano di convincere i loro alleati a perseguire questa strada, puntando sui diktat che arrivano puntualmente da Bruxelles e sulla preparazione preventiva degli strumenti necessari ad attuare un’eventuale uscita improvvisa.

Di Isla Binnie, 3 gennaio 2018

ROMA (Reuters) – Il partito conservatore Lega Nord mercoledì ha spazzato via le voci secondo cui avrebbe rinunciato alla sua opposizione all’euro e ha rinnovato la sua promessa di risolvere il “problema” della moneta unica.

La crescente ostilità verso l’euro in Italia è un tema dominante della campagna elettorale per le elezioni politiche di marzo, e la prospettiva che i partiti anti-sistema possano far uscire il Paese dalla moneta unica ha spaventato i mercati finanziari.

La coalizione che comprende la Lega e il partito Forza Italia dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi sembra avviata ad ottenere la maggioranza dei voti a Marzo, ma probabilmente nessuna coalizione avrà una chiara maggioranza parlamentare.

Questa settimana il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, membro di Forza Italia, ha dichiarato che la Lega “sembra aver abbandonato l’idea di un’ipotetica e infattibile uscita dall’euro”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha replicato mercoledì.

Le libere interpretazioni del mio pensiero mi fanno ridere” ha detto al quotidiano Repubblica . “Rimango convinto… che l’euro in queste condizioni sia stato un errore. Che noi risolveremo”.

La Lega, alleata con il Front National al Parlamento Europeo, accusa l’euro di aver aumentato la povertà nell’area, e di favorire soltanto la ricca economia tedesca.

L’Italia, in passato una delle nazioni più favorevoli all’UE d’Europa, negli ultimi anni è diventata più ostile nei confronti di Bruxelles. Un recente sondaggio della Bertelsmann Foundation dello scorso ottobre ha rivelato che l’83% degli italiani non è soddisfatto della direzione presa dall’UE, contro una media del 66% nell’intera unione di 28 nazioni.

Anche il Movimento antisistema 5 Stelle ha cavalcato questa disaffezione, promettendo un referendum sull’adesione all’euro se Bruxelles non dovesse accettare un cambiamento delle regole fiscali europee.

Ma la scorsa primavera, in Francia, le posizioni anti-euro del Front National hanno contribuito alla sua dura sconfitta per mano del centrista pro-UE Emmanul Macron. Il partito di Marine Le Pen ha da quel momento ammorbidito la sua posizione, lasciando la Lega Nord più isolata in Europa nella sua spinta per un’uscita dall’euro.

In precedenza, avevamo una speranza concreta di creare un gruppo di Nazioni che avrebbero potuto demolire immediatamente l’euro… purtroppo non è più possibile, quindi abbiamo bisogno di un approccio unilaterale” ha dichiarato alla Reuters Claudio Borghi Aquilini, il responsabile economico della Lega.

Il nostro piano è ancora quello di provare a uscire dall’euro il prima possibile, ma ‘il prima possibile’ significa essere pronti a farlo”, ha detto, senza dare indicazioni su quanto tempo ci vorrebbe.

Una delle proposte principali della Lega è l’introduzione di una valuta parallela ad uso interno, con l’emissione di obbligazioni di piccolo taglio per le imprese e le persone fisiche che vantano crediti nei confronti dello Stato.

 

Secondo Borghi tale strumento potrebbe diventare una valuta sovrana in caso di emergenza.

Lega euro Borghi fig 11

Anche Berlusconi, che non può candidarsi di persona alle elezioni a causa di una condanna per frode fiscale, propone una doppia valuta, ma non appoggia l’idea di abbandonare l’euro.

Creare consenso all’interno di una coalizione di centrodestra per un’uscita radicale dall’euro sarà difficile, ha detto Borghi, in parte perché al momento l’economia italiana sta debolmente crescendo. Ma ha aggiunto che una qualsiasi intransigenza futura da parte delle autorità europee aiuterebbe la causa:

Se partiamo dall’idea che dobbiamo sempre dire ‘sì’ a qualsiasi cosa ci chiedano perché dobbiamo rimanere nell’euro a tutti i costi, allora è finita, è peggio di una sconfitta in guerra”.

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