La Russia non ha nulla a che fare con l’abbattimento del volo MH17 della Malaysian Airlines il 17 luglio 2014 nello spazio aereo dell’Ucraina orientale.
L’incidente è accaduto mesi dopo il colpo di Stato del febbraio 2014, messo in atto dagli Stati Uniti, che ha sostituito la democrazia in Ucraina con un governo golpista illegittimo infestato di nazisti.
Il cosiddetto Joint Investigation Team (JIT) non è un ente imparziale – comprende Paesi Bassi, Belgio, Australia, Malesia e Ucraina; la Russia ha negato vistosamente il coinvolgimento.
Il suo mandato era quello di non lasciare che le prove evidenti interferissero con la sua intenzione di incolpare i combattenti per la libertà del Donbass e la Russia di quello con cui non avevano nulla a che fare.
Invece di fare il suo lavoro in modo responsabile, il JIT ha esposto uno scenario non plausibile, che sostiene erroneamente che un missile terra-aria Buk, non utilizzato dalla Russia da molti anni e parte dell’arsenale ucraino, è stato consegnato da Mosca ai combattenti per la libertà del Donbass prima dell’abbattimento dell’MH17.
Il 24 maggio, il ministro degli Esteri australiano Julie Bishop ha falsamente affermato che i risultati del JIT “forniscono ulteriori prove del ruolo chiave della Russia” nell’abbattimento dell’MH17, aggiungendo:
Un missile “appartenente all’esercito russo è stato consegnato e utilizzato per abbattere un aereo civile”.
Non un briciolo di prove sostiene la sua accusa inventata. Qualche ora prima, il procuratore olandese Fred Westerbeke ha affermato che l’MH17 è stato abbattuto da un missile Buk prodotto in Russia, sparato dal Donbass, aggiungendo che dozzine di persone sono state sospettate di essere coinvolte nell’incidente, senza fornire ulteriori dettagli.
Il Ministero della Difesa russo ha denunciato le false accuse del JIT, dicendo:
“Il Ministero della Difesa russo, sia nelle prime ore dopo la tragedia, sia in seguito, ha ufficialmente smentito le insinuazioni della parte ucraina sul presunto coinvolgimento di militari russi nei cieli ucraini e ha consegnato prove rilevanti alla squadra investigativa olandese”, aggiungendo:
“Non un singolo sistema missilistico antiaereo delle Forze armate della Federazione Russa ha mai oltrepassato il confine russo-ucraino”.
“Nell’ambito della cooperazione con gli investigatori olandesi, la parte russa ha presentato prove esaurienti… compresi test sul campo che indicano chiaramente il coinvolgimento dei sistemi Buk ucraini nella distruzione dell’MH17”.
“Nessun bersaglio aereo in avvicinamento all’aereo passeggeri Boeing dal lato orientale, anche dalla direzione di Snižne o Pervomajs’k, è stato rilevato da questo radar”.
Gli investigatori del JIT “hanno completamente ignorato e respinto le testimonianze dei testimoni oculari delle vicine comunità ucraine”.
Essi anno fornito informazioni essenziali, “indicando che (un lancio missilistico contro l’MH17) è stato effettuato da un territorio controllato dalle forze armate ucraine”.
Le cosiddette prove (sic) del JIT sono arrivate dai putschisti anti-russi di Kiev, insieme ad immagini false generate dai computer sui social media – un piano per incolpare ingiustamente i combattenti per la libertà del Donbass e la Russia di un abbattimento con cui non avevano nulla a che fare.
La ditta russa Almaz-Antej una volta produceva il missile Buk accusato di aver abbattuto l’MH17. Non viene più prodotto da molto tempo, sostituito da modelli più sofisticati.
La Almaz-Antej ha condotto un’analisi approfondita sull’abbattimento dell’MH17, i cui risultati hanno dimostrato che il missile proveniva dal territorio controllato dall’esercito ucraino, e non dal Donbass come falsamente affermato.
Il danno alla fusoliera dell’MH17 non corrisponde alle prove (sic) chiaramente fabbricate dal JIT – compreso l’angolo di impatto, che mostra che il missile non poteva provenire dal Donbass.
Le forze ucraine hanno la responsabilità di quello che è successo, Washington è sicuramente responsabile dell’organizzazione di questo brutto incidente.
Gli investigatori del JIT hanno seppellito le prove che li incriminavano, incolpando ingiustamente i combattenti per la libertà del Donbass e la Russia del loro gravissimo crimine.
Quasi quattro anni dopo, la Grande Menzogna persiste: le canaglie mediatiche sostengono il falso scenario invece di denunciarlo.
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Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo sito il 25 maggio 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.