Riassunto sulla Siria – Si intravede la fine della guerra

[ad_1]

Uno sguardo ai recenti sviluppi in Siria. [Aggiornato il 14 giugno alle 1:00 a.m.]

syriamap20170613 s

Fonte: Al Watan Online [in Arabo] – clicca qui per una versione più grande

Il cambiamento più importante negli ultimi giorni è stato lo spostamento delle forze governative siriane (zone e frecce rosse) a sud-est, verso il confine iracheno. Il piano originale era quello di recuperare al-Tanf più a sudovest per assicurarsi il valico di frontiera dell’autostrada Damasco-Baghdad. Ma al-Tanf è stata occupata dagli invasori USA, britannici e norvegesi e da alcune delle loro forze per procura (in blu). I loro aerei attaccavano i convogli dell’esercito siriano quando si avvicinavano. Il piano [in Inglese] americano era quello di spostarsi da al-Tanf a nord verso il fiume Eufrate e quindi occupare e controllare tutto il sud-est della Siria; ma la Siria e i suoi alleati hanno fatto una mossa inattesa e hanno impedito quel piano. Gli invasori sono ora tagliati fuori dall’Eufrate da una linea siriana da ovest a est che termina sul confine iracheno. Dalla parte irachena, elementi delle Forze di Mobilitazione Popolare, sotto il comando del governo iracheno, si stanno muovendo per incontrare le forze siriane al confine.

Gli invasori statunitensi sono ora bloccati in mezzo ad un pezzo di deserto piuttosto inutile attorno ad al-Tanf, dove la loro unica opzione è morire di noia o tornare in Giordania, da dove sono venuti. L’esercito russo ha reso molto chiaro che interverrà in forze se gli USA attaccheranno la linea siriana e si sposteranno verso nord. Gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno il mandato per stare in Siria. Non c’è alcuna giustificazione o base giuridica per attaccare le unità siriane. La loro unica opzione è ritirarsi.

La mossa americana ad al-Tanf è stata coperta da un attacco delle forze per procura americane nel sudovest della Siria. Un grande gruppo di “ribelli”, comprendente elementi di Al-Qaida e rifornito dalla Giordania, è avanzato per sottrarre la città di Deraa dal controllo del governo siriano. Si sperava che questo attacco avrebbe distolto le forze siriane dal loro movimento verso est, ma nonostante l’uso di kamikaze, l’attacco a Deraa non è riuscito a superare le forti difese delle forze siriane. Non ha fornito il diversivo necessario, e la posizione siriana a Deraa è stata rafforzata da unità provenienti da Damasco, che ora stanno attaccando le bande dei mercenari americani. Oggi sono stati compiuti notevoli progressi nei sobborghi meridionali di Deraa, e l’attacco dell’esercito siriano probabilmente continuerà ad avanzare fino a raggiungere il confine giordano.

I piani degli Stati Uniti in Siria sudoccidentale e sudorientale, sono ormai falliti, e a meno che l’amministrazione Trump non sia disposta a impegnare più forze significative e a muovere guerra apertamente e contro tutte le leggi contro il governo siriano e i suoi alleati, la situazione in quella zona è sotto controllo. Le forze siriane col tempo riconquisteranno tutti i territori del sud (colorati di blu) che sono attualmente sotto il controllo dei vari tirapiedi statunitensi e di altri gruppi terroristici.

Nel nordovest i gruppi “ribelli” di Takfiristi si concentrano attorno ad Idlib e più a nord. Questi gruppi sono sponsorizzati dal denaro saudita, qatariota e turco. Il recente battibecco [in Inglese] tra il Qatar e gli altri stati del Golfo ha ulteriormente confuso la situazione di Idlib: i gruppi sponsorizzati dai Sauditi ora combattono i gruppi sponsorizzati dai Qatarioti e dai Turchi, e questi conflitti si aggiungono alle altre animosità tra le forze allineate con Al-Qaida e quelle di Ahrar al-Sham. Le forze governative siriane mantengono circondata la provincia, e la Turchia a nord ha mantenuto il suo confine prevalentemente chiuso. I “ribelli” Takfiristi a Idlib cuoceranno nel proprio brodo fino a quando non saranno alla frutta e completamente esausti, e alla fine le forze governative attaccheranno e distruggeranno tutto ciò che resta di loro.

Al centro della mappa le frecce dell’esercito siriano (in rosso) puntano verso le aree desertiche centrali tenute dalle forze dell’ISIS che si ritirano verso est (frecce nere). Muovendosi contemporaneamente da nord, ovest e sud, le forze governative siriane avanzano rapidamente riconquistando parecchi chilometri di territorio ogni giorno. Durante l’ultimo mese sono stati recuperati 4.000 km quadrati e oltre 100 insediamenti e città. Entro poche settimane avranno recuperato tutte le aree in mano all’ISIS (in marrone) fino alla linea del fiume Eufrate e al confine Siriano-Iracheno.

Di recente sono iniziati ad arrivare in Siria mezzi militari gettaponte russi, che saranno necessari per attraversare l’Eufrate e riconquistare le aree a nord di esso.

Nel frattempo, le forze curde (frecce gialle) sostenute dagli USA stanno attaccando la città di al-Raqqa, in mano all’ISIS. Il comando militare russo sostiene (video) che i Curdi e gli Stati Uniti hanno fatto un accordo con l’ISIS affinché i loro combattenti lascino al-Raqqa per andare a sud e ad est. I rapidi progressi che stanno facendo i Curdi nella presa della città danno credito a questa affermazione. Sembra che non sia rimasta una resistenza dello Stato Islamico degna di questo nome.

Tutte le forze dell’ISIS rimaste in Siria, quelle provenienti da al-Raqqa e quelle provenienti dalle aree desertiche, si stanno spostando verso est lungo l’Eufrate verso la città di Deir el-Zor. In quella città più di 100.000 civili che appoggiano il governo e una guarnigione militare siriana sono da molto tempo circondati dalle forze dell’ISIS. Le persone assediate vengono rifornite tramite aviolanci. La guarnigione militare siriana ha resistito a lungo contro le forze d’attacco dell’ISIS, ma con migliaia di nuovi soldati dello Stato Islamico in arrivo verso la città, le truppe governative rischiano il reale pericolo di venire sopraffatti. Devono essere fatti fatti affluire rinforzi in città per tenere lontano l’ISIS e impedire un enorme massacro. Un’alternativa molto migliore sarebbe quella di una corridoio di soccorso sul terreno, ma la corsa dell’esercito siriano verso la città è stata ritardata dagli scagnozzi degli Stati Uniti nel sud. È in preparazione una nuova grande avanzata terrestre delle forze governative verso Deir el-Zor, e si può solo sperare che arrivino in tempo.

Le forze per procura qatariote, saudite e turche, dirette dalla CIA, da sei anni conducono una guerra contro la Siria e la sua gente. Con il Qatar e la Turchia ora in opposizione ai Sauditi e ai loro alleati degli USA, la banda che ha attaccato la Siria si sta sfaldando. Lo Stato Islamico si sta rimpicciolendo velocemente ed è quasi sconfitto. Il tentativo americano di guadagnare terreno nel sud è stato fermato, e a meno che gli USA non cambino tattica e inizino un attacco su larga scala contro la Siria con le loro forze armate, la guerra alla Siria è finita. Molte aree devono ancora essere recuperate dalle forze siriane; gli attacchi terroristici all’interno del paese continueranno per diversi anni; le ferite richiederanno decenni di guarigione; si dovranno tenere dei negoziati sulle aree del nord ora sotto il controllo turco o (per conto degli) Stati Uniti; dovranno essere sottoscritti ulteriori accordi, ma la guerra strategica su larga scala contro la Siria è per ora finita.

Nessuno ha vinto nulla: i Curdi, che per qualche momento sono sembrati gli unici vincitori della guerra, hanno appena gettato al vento le loro conquiste.

Le forze curde dell’YPG, sostenute dagli Stati Uniti, hanno fatto l’errore madornale di chiedere apertamente il sostegno [in Inglese] dell’Arabia Saudita. Gli Anarco-Marxisti dell’YPG, sempre fieri di mostrare il loro femminismo, si sono improvvisamente inchinati ai folli Wahhabiti medievali, distruggendo così la loro immagine di forza progressista di sinistra. Questa mossa rafforzerà l’opposizione e l’ostilità turca, siriana, irachena e iraniana contro di essi. Tutti i progressi politici che hanno fatto durante la guerra, mantenendo la massima neutralità tra “ribelli” e governo siriano, sono ora in pericolo. La mossa è folle: la zona tenuta dai Curdi è completamente circondata da forze più o meno ostili, e il sostegno statunitense o saudita all’enclave curda accerchiata e senza sbocco al mare non è sostenibile per un periodo di tempo più lungo. I Curdi hanno quindi dimostrato che sono loro stessi i peggiori nemici dei tentativi di creare uno Stato curdo (semi-)sovrano. Saranno ricacciati nelle loro aree d’origine e nuovamente inclusi nello stato siriano.

[AGGIORNAMENTO:]

Il Segretario alla Difesa Mattis è stato interrogato ieri al Congresso sulla situazione in Siria. Non c’è ancora una trascrizione, ma qui ci sono alcuni tweet di una giornalista di Stars & Stripes che ha assistito all’interrogazione:

Tara Copp @TaraCopp – 3:11 – 13 giu 2017 [in Inglese]

Il Segretario alla Difesa Mattis dice che le forze “a favore del regime” che si sono trasferite in Siria meridionale vicino alla base di al-Tanf sono in realtà composte per la metà da Russi

Il Segretario alla Difesa Mattis: “Non ho anticipato io che i Russi sarebbero andati lì (vicino ad al-Tanf)… non era una sorpresa per la nostra gente dell’intelligence”.

Gli Stati Uniti hanno sostenuto [in Inglese] che le forze allineate col governo siriano dirette verso al-Tanf erano “coadiuvate dall’Iran” o “guidate dall’Iran”, ma ora il Segretario della Difesa dice che è falso, che erano Russi alleati con il governo siriano. I Russi certamente non prendono i loro ordini da qualche generale iraniano. Non c’è da meravigliarsi che il comando russo abbia emesso forti avvertimenti contro qualsiasi attacco a queste forze.

Mattis dimostra anche di non essere dotato di pensiero strategico: credeva veramente che i Russi non si sarebbero mossi verso al-Tanf per aiutare i loro camerati siriani? Era chiaro da mesi che i Russi si sono totalmente impegnati in Siria. Non lasceranno cadere il governo siriano per fare un piacere a Mattis o a Trump o a qualcun altro. Il problema strategico per loro è chiaro, e lo è da tempo. Combatteranno. Lo hanno detto. Era assolutamente stupido credere a qualsiasi altra cosa.

Al-Tanf è una questione tattica, ma l’esercito americano l’ha elevata a questione strategica, e questo è chiaramente ingiustificato. Dobbiamo chiederci nuovamente quali sono i possibili guadagni per gli USA derivanti dalla difesa di quel posto nel deserto. Non c’è niente da guadagnarci, ma difenderlo per “principio” potrebbe dare inizio ad una guerra molto più grande [in Inglese].

La guarnigione di al-Tanf è ora circondata da forze ostili. Le forze americane nella zona dovrebbero farsi strada combattendo tra le posizioni del regime per arrivare ad Abu Kamal, rischiando un’ulteriore escalation.

E quindi? Gli Stati Uniti sono disposti a proteggere queste forze all’infinito? Gli Stati Uniti forniranno copertura aerea a forze che si scontrano direttamente con formazioni alleate del regime al di fuori della zona di 55 chilometri? I precedenti tre attacchi hanno richiesto un gesto per far calare la tensione che ha minato gli interessi degli Stati Uniti? Purtroppo la risposta all’ultima domanda è sì.

La strategia dovrebbe guidare le tattiche quando si tratta di avere a che fare con gli elementi sostenuti dall’Iran in Siria, e non il contrario.

Gli Stati Uniti hanno la capacità di difendere una guarnigione nel deserto siriano, ma le ragioni per farlo sono prive di qualsiasi scopo, rendendo impossibile una semplice analisi costi-benefici.

Ovviamente questa intuizione non ha ancora raggiunto il Dipartimento della Difesa e il comando americano sul terreno. Il comandante statunitense locale ha spostato [in Inglese] un sistema di artiglieria a lungo raggio americano HIMARS dalla Giordania ad al-Tanf. L’HIMARS ha una gittata di 300 chilometri, perciò da una prospettiva tattica non fa differenza se i suoi colpi provengono dalla Giordania o da al-Tanf, in Siria, circa 12 chilometri ad est della linea di confine. Si tratta di una mossa simbolica per “mostrare la bandiera” ad al-Tanf, ma espone il sistema ad un legittimo attacco da parte delle forze siriane, russe e iraniane.

Come ha giustamente affermato [in Inglese] il Segretario di Stato Tillerson: gli USA non hanno alcuna autorità legale per attaccare le forze siriane, iraniane o russe. Proprio nessuna. Stanno invadendo la Siria senza motivi legittimi. La Siria, invece, ha l’autorità legale per cacciare le truppe americane.

Spostare gli HIMARS ad al-Tanf è stupido protagonismo, puro e semplice. È giunto il momento che Washington la smetta con sciocchezze simili.

*****

Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 13 giugno 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

[ad_2]

Source link

Lascia un commento