Non so se voi ci avete fatto caso… Sto notando che in Europa si muovono per i cristiani solamente gli ex paesi sovietici, il ‘resto è noia’.
Quando Bruxelles si muove, si muove sempre nel generico, fino al punto – per esempio – che la nuova stretta contro il fondamentalismo islamico decretata da Macron in Francia, colpisce specialmente i cristiani, ovvero le vittime.
Ovviamente, per la democratica Francia e per la democratica Europa, le religioni ‘sono tutte uguali’ .
Invece , vedo una grande forza, una grande chiarezza in quei paesi che che hanno sperimentato cosa vuol dire la restrizione della libertà religiosa, mentre in occidente c’è addirittura ostilità…
I paesi che hanno conosciuto la privazione di vivere la fede, non reagiscono si stanno sforzando a non seguire i passi dell’Unione. Sono ricattati, minacciati ma non si vergognano di Abbà, Padre, Dio Salvatore e non hanno alcuna intenzione di chiamarlo ‘genitore uno’, né si vergognano della Madre, non la chiamano ‘genitore due’.
Si direbbe che addirittura aveva fatto meglio l’Impero Romano.
Almeno l’Impero romano – fino ad un certo punto della storia – non ha saputo riconoscere l’inaspettato, ma la UE non sa riconoscere le proprie stesse radici, l’esperienza della storia che la riguarda, e la combatte: è tutta un’altra storia.
Sta di fatto che per i cristiani siriani si sono mosse solo l’Ungheria e la Russia che stanno ricostruendo e inviano aiuti – secondo le loro limitate possibilità – tra 1000 ostacoli.
E’ tutta un’altra storia. Perché diversi sono i fondamenti.
Ed ora – non casualmente – la Polonia è capofila nel sollecitare la UE per porre attenzione alle stragi di cristiani in Etiopia. Si è mossa la stessa Polonia che ha opposto resistenza ad aborto, ai nuovi diritti gender, al finto umanitarismo, tutti ‘valori’ così cari alle élite europee.
Cosa ha risposto la nostra cara Europa a questi paesi, è abbastanza chiarificatore del soggetto con cui abbiamo a che fare: il Parlamento europeo ha minacciato la Polonia di sanzioni se avesse continuato a sostenere il diritto alla vita, il diritto di appartenere ad una storia buona e non alla paura.
Ed ancora: la Polonia quando l’Europa voleva far passare, come ‘Condicio sine qua non’ – per la concessione degli aiuti – , l’accettazione della migrazione incontrollata e le teorie sui nuovi diritti, a fronte del diktat europeo- con alcuni paesi ex sovietici – ha detto no ed opposto il veto al Recovery Fund.
Quindi non mi ha sorpreso che è proprio la Polonia che si è mossa a favore dei cristiani perseguitati di Etiopia. La Polonia è un paese che ancora segue la propria fede, la propria tradizione, la propria cultura vera (non artefatta) le azioni rispecchiano il proprio sentire.
Così parla – Insider Over – di Varsavia che tenta di evidenziare in sede UE, il problema del massacro dei cristiani in Etiopia:
« La Polonia di Diritto e Giustizia (PiS) sta tentando di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella nascente internazionale per la protezione dei cristiani perseguitati nel mondo. I rapporti fra il governo e il papato sono ottimi e lo scorso agosto è stato siglato un memorandum di cooperazione con l’Ungheria inerente l’attuazione congiunta di progetti ed iniziative in ogni parte del mondo in cui si abbia notizia di persecuzioni anticristiane.
In conformità all’aspirazione di fare di Varsavia il nuovo scutum saldissimum et antemurale Christianitatis, il governo polacco è intervenuto su un tremendo massacro di cristiani avvenuto di recente in Etiopia e passato incredibilmente in sordina nonostante le dimensioni: 750 morti.
Il Ministero degli Esteri di Polonia ha pubblicato una nota ufficiale per denunciare una strage di cristiani avvenuta in Etiopia lo scorso 15 dicembre. La notizia del massacro, che sarebbe costato la vita a 750 fedeli della Chiesa ortodossa etiope, è stata confermata dallo Europe External Programme with Africa il 9 gennaio ma ha iniziato a circolare soltanto nei giorni scorsi. (…) »
Si tratta di una iniziativa isolata, l’attenzione europea è da tutt’altra parte, ostile verso la Russia e verso altri paesi mettendo in atto sempre le solite modalità, per mantenere lucrative divisioni e profitti. La strategia è sempre la stessa: laddove prima si crea il problema e poi lo si risolve atteggiandosi da liberatori degli oppressi.
Quando non esistono interessi strategici, economici le bandiere di Bruxelles e di Washington non sventoleranno.
Ed proposito di bandiere. Di Maio, ha capito in fretta l’essenza della politica deforme e deteriore: il nostro illustre ministro degli esteri ha appena detto ciò che le élite europeo volevano sentir dire. Anche lui ha abbracciato la carta vincente della difesa strenua del dissidente di minoranza Navalny che , appena che è rientrato proditoriamente in Russia è stato arrestato per una truffa di sottrazione di denaro ad una multinazionale europea , con cui collaborava, a Mosca.
E’ semplicemente così: quando i cristiani fanno i cristiani e non le Ong danno fastidio, quando i cristiani si strutturano piovono le recriminazioni e le accuse di fondamentalismo.
Eppure sono i più perseguitati nel mondo: almeno in termini numerici l’attenzione dovrebbe essere tributata ai cristiani.
Quindi, siamo sicuri che il neoliberismo – questa cosa informe che si va perfezionando in termini sempre più autoritari, per cui 15 soggetti in tutto il mondo possiedono il 50% delle ricchezze mondiali, – sia il massimo della libertà?
La risposta, ovviamente, è no. Inoltre, se i nostri sistemi fossero così eccezionali, non sanzioneremmo continuamente quelli che chiamiamo ‘regimi’ affinché appaia l’unica cosa per cui le popolazioni si ribellano, ovvero la fame.
Sì l’imprevisto avviene dove vuole e l’imprevisto è la nostra salvezza. Noi stessi non ci siamo dati da soli. Così il fuori dall’ordinario a volte , se è vero, se ci corrisponde, dovrebbe essere preso come una occasione.
E’ un dato di fatto che dovrebbe far interrogare: perchè proprio i paesi che sono usciti da dittature comuniste, ora criticano il nostro modo di vivere, i ‘valori’ europei ed in genere quelli occidentali? Perché mai sono proprio quei paesi , i soli ad alzarsi quando si tratta di difendere le minoranze cristiane? Perché mai nei paesi ex comunisti sono stati più attenti a limitare i diritti fondamentali durante il lockdown (per esempio a Mosca non sono mai stati chiusi cinema, teatri, ristoranti etc.)?
E’ chiaro che esiste un problema profondo completamente nascosto, forse a parte della Chiesa stessa. Il problema di cui tutti soffrono, dall’Europa all’Etiopia, è che la nostra ‘casa europea’ ha rinnegato le proprie origini e ha messo la fede in museo, dove può rimane a patto che non intralci e che sia accondiscendente ai propri atti di ‘amore’.
E’ questo il disastro. Le reazione ad un virus letale – ma in fondo alla scala dei virus letali – , dimostra quanto la morte , il pericolo, la sofferenza, lo stravolgimento della vita normale siano un incubo per le nostre classi dirigenti, almeno per quella classe dirigente che ha deciso che lei sola può mantenere le redini delle collettività, e le plasma a suo piacimento, plasma le leggi, plasma gli statuti, centellina la dose di pericolo da spargere come l’acqua del rubinetto: fa quanto basta per rimanere in sella e per continuare a cambiare le nostre vite, a cambiare attivamente la nostra mente. Tutto ciò che lietamente ci viene offerto in questo periodo, serve solo a questo.
In tutto questo, esiste solo un livello in cui la mia libertà viene messa in gioco: non si può parlare dei problemi che a partire da me. Questo vale per gli uomini e vale per gli stati.
Abbiamo voluto un mondo più globalizzato ed ora le malattie generate in altri paesi vanno dovunque e più facilmente . Ma è vero anche l’opposto, le nostre ‘malattie’, le nostre errate ed inumane visioni che materializzano fantasmi, vanno dovunque nel mondo e fanno più morti del coronavirus. E non si tratta di morti generate da fenomeni biologici, ma di “mano di uomo contro uomo”, che strappa vite direttamente o indirettamente, per alimentare egoismi, avidità e brama di potere.
patrizioricci by @vietatoparlare