Categories: Attualità

Riprendere Relazioni diplomatiche con la Siria e fermare Paesi che sostengono il terrorismo

Testo dell’interrogazione parlamentare a risposta scritta per il Ministro italiano degli Esteri e delle cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, depositata dal Movimento 5 Stelle, primo firmatario Manlio di Stefano, e co-firmata dai deputati M5S: Del Grosso, Sibilia, Di Battista, Grande, Scagliusi, Spadoni.

[su_quote style=”carbon”]Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Premesso che:

La Siria dal 15 marzo 2011 vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi dove, finora, sono morte più di 220.000 persone tra civili e militari;

vista:

– la situazione di caos, sul territorio siriano si sono sviluppate, grazie anche al supporto logistico, finanziario e di armamenti, le organizzazioni terroristiche di Jhabbat al-Nusra, filiale di al-Qaeda in Siria e il sedicente Stato Islamico (Isis);

– è stato documentato da diversi media in Turchia, così come dal dipartimento di Stato americano, il coinvolgimento dei servizi segreti turchi nel passaggio dei terroristi in Siria;

– l’Isis continua aricevere i proventi dalla vendita di petrolio alla Turchia a un prezzo ridotto (come documentato da vari analisti e reporter di guerra) e dai reperti archeologici saccheggiati in Siria e Iraq e poi rivenduti sui mercati europei;

– da quanto si apprende da fonti giornalistiche, la Giordania favorisce il passaggio di terroristi sul suolo siriano (http://italian.irib.ir); Israele accoglie i terroristi feriti in Siria e, come documentato dai media israeliani, offre loro supporto logistico per tornare nei campi di battaglia siriani;

– dal mese di aprile 2015, l’Isis e il Fronte al-Nusra hanno proseguito la loro avanzata in Iraq e Siria, occupando prima la città di Ramadi in Iraq, e successivamente le città di Idlib e Palmira in Siria;

– l’inviato dell’Onu in Siria, Staffan De Mistura, ha ribadito più volte che il presidente siriano Bashar al-Assad è parte della soluzione alla crisi siriana e che sarebbe necessario un maggior coordinamento con le forze armate siriane contro le organizzazioni terroristiche Isis e al-Nusra, avendo acquisito nel tempo importanti informazioni di intelligence;

– la cosiddetta coalizione anti-Isis a guida americana non solo si è dimostrata inconcludente, ma, come nel caso dell’occupazione di Palmira, ha mostrato addirittura un chiaro atteggiamento non interventista, quasi benevolo; la cosiddetta coalizione nazionale siriana è divisa e lacerata da divisioni al suo interno tra continue liti e scandali per sottrazione di fondi;

– attualmente, ha un riscontro minimo di popolarità sul suolo siriano e la sua formazione militare, il Free Syrian Army, è ormai parte integrante delle organizzazioni terroristiche presenti sul territorio siriano;

la Repubblica araba siriana non è isolata: è riconosciuta all’ONU, dai Paesi cosiddetti B.R.I.C.S., dai Paesi membri dell’Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA), dall’Iran, Algeria, Libano, Kuwait e altri Paesi che stanno rivedendo la loro posizione, e che, nel complesso, rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale.

Quali iniziative intenda adottare il Governo per il ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica araba siriana; quali iniziative intenda adottare il Governo affinché sia posto fine al sostegno che Paesi come Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Israele, Giordania, offrono ai suddetti gruppi terroristici nel territorio siriano. (4-09641)[/su_quote]

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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