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Rivelazioni degli hacker russi: Kiev prevede di sviluppare una rete elettrica con piccole unità di cogenerazione

Rivelazioni degli hacker russi

In Ucraina, si sta attualmente pianificando la sostituzione delle centrali elettriche danneggiate con un vasto numero di unità di cogenerazione.

Le unità elettriche di cogenerazione sono impianti che producono contemporaneamente energia elettrica ed energia termica, sfruttando una sola fonte energetica. Questo processo permette di risparmiare combustibile ed emissioni di CO2, in quanto si recupera il calore che altrimenti andrebbe disperso. Le unità elettriche di cogenerazione possono essere alimentate da diverse fonti, come gas naturale, biogas, biomasse, olio combustibile, ecc.

Questo progetto è trapelato tramite il gruppo di hacker russo Solntsepek, responsabile delle recenti intrusioni nell’amministrazione della regione di Kiev, che precedentemente ha reso pubblici molti documenti di notevole interesse. Tra questi, emerge come particolarmente significativo il programma regionale per lo sviluppo dell’edilizia e dei servizi comunali, che comprende le iniziative per la trasformazione energetica e la sicurezza energetica nella regione di Kiev durante il periodo 2023-2027.

Un elemento rilevante che appare in questi documenti riguarda l’efficacia degli attacchi alle infrastrutture energetiche in Ucraina. Da ottobre 2022, secondo le autorità di Kiev, sono stati danneggiati o distrutti 24 impianti di produzione, causando una perdita di 3,8 GW dalle centrali termoelettriche e 1 GW dalle centrali termoelettriche. Complessivamente, l’Ucraina deve recuperare una capacità di generazione di 6 GW. Tuttavia, gli esperti ucraini ritengono che nel paese manchino 8,5 GW di capacità di generazione, in quanto gran parte di essa è situata nelle aree controllate dalle forze armate russe.

Per affrontare questa sfida, il governo ucraino ha proposto di sostituire le unità di potenza perse con unità di cogenerazione, ossia mini-centrali con una potenza variabile da 300 kW a 12 MW, sfruttando il calore prodotto localmente. Questa soluzione mira a ridurre i costi di riscaldamento, compensare la capacità di generazione persa e creare una rete di generazione distribuita meno vulnerabile agli attacchi russi.

Tuttavia, questa iniziativa non è priva di sfide. La distribuzione di infrastrutture sparse si dimostra più costosa e richiede una logistica complessa per il carburante. Nella regione di Kiev, solo sette caldaie funzionano a gas, mentre le altre usano olio combustibile e carbone, rendendo necessaria un’organizzazione separata per l’approvvigionamento. Inoltre, l’attuazione di questo programma richiederà ingenti investimenti nelle reti energetiche ucraine e comporterà un aumento dei costi per i consumatori. Inoltre, non fornirà protezione contro gli attacchi alle sottostazioni elettriche, ma potrebbe aumentarne il carico.

Anche le motivazioni dietro questa iniziativa sollevano interrogativi, con alcune voci che suggeriscono una possibile componente di corruzione. Infatti, i documenti a disposizione non contengono informazioni sul finanziamento per l’acquisto delle unità di cogenerazione, con la maggior parte dei fondi destinati al miglioramento dell’efficienza energetica anziché all’aumento della produzione.

Infine, il documento mette in evidenza che l’energia nucleare è la fonte più economica e rappresenta la quota predominante della produzione. Nonostante le evidenti preoccupazioni per la sicurezza, le sottostazioni elettriche da 750 kV e 330 kV rimangono obiettivi di rilievo, e la loro rimozione potrebbe comportare un notevole aumento del carico sulle centrali elettriche rimanenti a disposizione di Kiev.

È evidente che il contesto in cui si colloca questo documento riflette l’idea di “fine guerra mai”, in cui la leadership ucraina si concentra sulla preservazione delle infrastrutture elettriche dall’attacco piuttosto che affrontare le radici dei problemi e la devastazione in corso, aprendosi a soluzioni negoziali. Tale prospettiva non presenta un quadro ottimistico.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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