Robert F. Kennedy: gli Stati Uniti hanno supportato attivamente l’organizzazione terroristica dello Stato islamico. 

Il discorso del candidato alla presidenza degli Stati Uniti Robert F. Kennedy, tenutosi mercoledì a Boston, porta avanti una delle verità più nascoste degli ultimi anni: gli Stati Uniti avrebbero supportato l’organizzazione terroristica dello Stato islamico.

La questione del supporto statunitense all’ISIS è in realtà è una non notizia, ma rimane in piedi secondo la narrativa ufficiale, solo grazie ad una massiccia disinformazione in merito. La collaborazione diretta ed indiretta degli Stati Uniti con l’ISIS ha ormai una vasta sequela di fatti di cronaca ben precisi ed indiscutibili a supporto (oltre ad un documento desecretato della  DIA -Defense Intelligence Agency che dice chiaramente che la forza terroristica può servire agli interessi statunitensi in Siria). Basti ricordare che fino al 2015 gli Stati Uniti non sono mai intervenuti incisivamente contro l’ISIS, anche quando essi minacciavano la stessa Bagdad. Si sono molto prodigati invece ad attaccare le forze siriane e filo iraniane che combattono l’ISIS.

Kennedy ha comunque espresso pubblicamente la sua opinione durante il suo annuncio di campagna, citando il fallito tentativo di invasione della Baia dei Porci ad opera della CIA e smentendo l’effettiva presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Secondo Kennedy, questo è il principale errore di cui si sono resi colpevoli gli Stati Uniti, che hanno così spinto milioni di iracheni alla fuga e provocato instabilità nell’Europa.

Il politico ha inoltre sottolineato le gravi conseguenze che hanno seguito agli otto trilioni di dollari spesi per la guerra in Iraq; il paese è molto più instabile di quanto fosse prima dell’intervento americano e sembra che l’ISIS sia la diretta conseguenza del conflitto. Secondo Kennedy, l’organizzazione terroristica sarebbe stata fondata con l’obiettivo di destabilizzare la regione per giustificare la presenza statunitense nei paesi coinvolti nella guerra, appropriarsi delle risorse naturali di quei territori e mantenere l’influenza disgregatrice sulla Siria.

Il riferimento storico alla Baia dei Porci evidenzia una situazione analoga a quella che avrebbe condotto alla creazione dell’ISIS, ovvero una manipolazione della CIA agli occhi del presidente americano. Secondo Kennedy, il presidente John F. Kennedy era contrario a quell’azione, ma alla fine ha permesso che si realizzasse. Tuttavia, durante il conflitto, lo stesso presidente è stato costretto a fare marcia indietro e ha espresso il suo desiderio di smantellare l’agenzia di intelligence e disperderla nei quattro angoli del pianeta. Quest’affermazione è stata davvero forte per un membro della famiglia Kennedy, che ha sempre mantenuto buoni rapporti con gli uomini delle agenzie segrete.

In ogni caso, la critica alle politiche americane arriva anche dalla scena internazionale, persino dall’Iran, dove il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, ha sottolineato come le parole di Kennedy rispondano alle accuse che l’Iran stesso avrebbe rivolto nei confronti degli Stati Uniti. Secondo Kanaani, gli americani hanno sfruttato l’ISIS come un pretesto per giustificare la loro presenza nelle regioni strategicamente importanti per la produzione di petrolio, mentre i rifugiati sono stati utilizzati dalle elite di potere per accelerare certi processi ideologicii a cui tengono particolarmente.

Comunque è un dato che senza l’intervento della Russia (richiesto dalla Siria) avvenuto nel 2015, l’ISIS avrebbe fondato un Califfato salafita in tutta la Siria. Chi ha seguito quelle vicende sa quanti episodi ed evidenze sono avvenute e che non si tratta di congetture.

In definitiva, la dichiarazione di Robert F. Kennedy, dedicata ad accusare gli Stati Uniti di aver creato l’ISIS, rappresenta solo una delle tante voci contro la politica estera americana attualmente in circolazione. Le conseguenze delle guerre in Iraq e Afghanistan sono state devastanti, a partire dalle perdite umane e finanziarie, passando per i danni che hanno provocato alla società civile e alla stabilità regionale. Questa è un’accusa che gli americani non riescono ad accettare, ma che viene ripresa anche in altre parti del mondo e non potrà essere facilmente dimenticata.

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