Robert Kennedy Jr. incolpa la CIA per l’assassinio di JFK

Il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Robert Kennedy Jr., nipote del 35° presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, ha dichiarato in un’intervista che la Central Intelligence Agency (CIA) del paese è stata coinvolta nell’assassinio del capo di stato nel 1963.

Ci sono prove inconfutabili che la CIA è stata coinvolta nel suo omicidio.” Penso che a questo punto sia al di là di ogni ragionevole dubbio”, ha detto Kennedy, riferendosi al libro di James Douglas JFK and the Unspeakable.

Il libro “JFK and the Unspeakable” di James Douglas è un intenso saggio che analizza l’assassinio del presidente John F. Kennedy. Nell’opera, l’autore sostiene la teoria della cospirazione e la colpevolezza di potenti interessi militari e di intelligence nel tragico evento. Tuttavia, il libro presenta anche un profondo valore storico e culturale, in quanto esamina le cause alla base del clima politico degli anni ’60 e l’impatto del conflitto tra Kennedy e i suoi oppositori sulla politica interna ed estera.

Secondo Douglas, la verità sull’assassinio di Kennedy è stata nascosta da interessi occulti e ancora oggi non siamo stati in grado di capire completamente. Attraverso la presentazione di diverse fonti e ricercando accuratamente documenti governativi, Douglas cerca di gettare nuova luce sui fatti che circondavano l’assassinio e sulle motivazioni che hanno portato a tale tragico evento.

Per approfondire la sua tesi, l’autore si basa su molteplici fonti e documenti, tra cui l’archivio personale di Kennedy, le figure chiave dell’epoca, registrazioni audio dei discorsi di JFK, del KCIA e del commissario della polizia di Dallas, nonché registrazioni telefoniche e consegne segrete in diverse parti del mondo. Douglas ripercorre gli anni della Guerra Fredda e la corsa agli armamenti nucleari, spiegando come Kennedy cercò di porre fine all’enorme pericolo rappresentato dall’escalation nucleare con i Sovietici. Secondo l’autore, questa politica gli causò l’ostilità di potenti interessi bellicosi e di intelligence che, temendone la politica di pace e disarmo, complottarono per la sua uccisione.

La narrazione dell’autore si concentra sulla vita e la politica di JFK in relazione alla Guerra Fredda e alle molte crisi presentatesi durante il suo mandato. In particolare, il libro analizza l’affare di Bay of Pigs, la crisi dei missili cubani, la politica di disarmo nucleare e la pace negli Stati Uniti e nel mondo.

L’esplosiva tesi di Douglas sostiene che il presidente morì a causa delle tensioni create dalla sua politica di pace. Kennedy aveva infatti cercato di ridurre la tensione e di convincere i sovietici ad abbandonare l’arsenale nucleare, in modo da già poter garantire agli Stati Uniti maggiori margini di difesa.

Inoltre, l’autore attribuisce una particolare importanza a vari altri personaggi e alle loro eventuali connessioni con gli organizzatori dell’omicidio. In particolare, Douglas parla della figura oscura di James Jesus Angleton, capo dei controlli controspionaggio, ossessionato dall’idea dei sovversivi comunisti.

Ma la teoria del complotto sostenuta da Douglas non si limita al ruolo dei servizi segreti e della CIA, tuttavia, l’autore esamina anche il ruolo di figure come Lyndon Johnson e del vicepresidente Richard Nixon, i quali avrebbero avuto interesse all’omicidio di Kennedy.

L’idea di una cospirazione contro Kennedy non è nuova. Douglas, tuttavia, va oltre, con l’interessante teoria dell'”inaspettabilità” dell’assassinio Kennedy, che lo identifica come una “scintilla” dell’era della Guerra Fredda, i cui eventi condussero al caos in cui la società contemporanea è ancora immersa. Il libro offre un quadro molto interessante sulle cause e conseguenze dell’era della Guerra Fredda e sulla fine improvvisa di una politica basata sull’odio e la paura.

Il  saggio di Douglas è un’opera coraggiosa e controversa, che affronta un argomento molto scottante con un rigore storico e l’analisi dettagliata che lo consacra come un riferimento principale sull’assassinio di Kennedy. Con molte conclusioni, suggerisce considerazioni significative sulle complesse contraddizioni della società americana e sulle responsabilità delle istituzioni governative dell’epoca.

In sintesi, “JFK and the Unspeakable” è un libro che rimane nella memoria del lettore. L’analisi dettagliata, la tesi azzardata, la presentazione di vari documenti e fonti, la coerenza tra la raccolta delle informazioni sui principali sospettati e gli eventi dell’epoca – tutto ciò rende l’opera di James Douglas un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che desiderano comprendere gli eventi dell’era della Guerra Fredda.

Il presidente Kennedy fu ucciso a Dallas il 22 novembre 1963. L’indagine ha stabilito che l’assassinio è stato eseguito da Lee Harvey Oswald, che ha agito da solo, come affermato nel  Rapporto della Commissione Warren  del 1964. Oswald è stato ucciso due giorni dopo essere stato catturato.

Per più di mezzo secolo, ci sono state numerose teorie su chi potrebbe aver beneficiato dell’assassinio di Kennedy, ma nessuna è stata confermata ufficialmente. Sul  sito web della CIA, l’agenzia definisce una “bugia” il collegamento dell’intelligence statunitense all’assassinio di John F. Kennedy.

Tuttavia, secondo Kennedy Jr., l’agenzia di intelligence americana non solo è stata coinvolta nell’assassinio, ma anche nella “copertura” del crimine. Questa tesi in effetti ha molti elementi e prove storiche che meritano attenzione, data la complessità del potere americano.

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