Secondo l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, benevolmente accolta e intervistata ieri sera da Fabio Fazio in “Che tempo che fa”, i lavori del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie, in programma a Verona nei prossimi 29-31 marzo, ruoteranno attorno a questi due concetti: l’omosessualità è una peste e le donne non devono lavorare fuori casa.
Si trattava in realtà di notizie false, che però Laura Boldrini ha potuto impunemente affermare con poco rischio di venire smentita. Con un’imponente valanga di disinformazione il grosso della stampa e delle Tv sta infatti tentando di sommergere l’evento prima ancora che abbia luogo. Quello tra il numero delle persone raggiunte dall’ascoltatissima teletrasmissione di Fazio su Rai Uno e il numero di coloro che questa mia nota può raggiungere è un divario senza dubbio abissale. Tuttavia spe contra spem mi permetto di lanciare un mio minuscolo bengala nel buio di questa intolleranza segnalando che i temi dei lavori del Congresso sono in effetti i seguenti:
- La bellezza del matrimonio
- I diritti dei bambini
- Ecologia umana integrale
- La donna nella storia
- Crescita e crisi demografica
- Salute e dignità della donna
- Tutela giuridica della vita e della famiglia
- Politiche aziendali per la famiglia e la natalità
Così stanno le cose. Uno potrà poi essere o meno d’accordo con quanto nel Congresso verrà affermato e dibattuto; e su come politicamente verrà gestito. Non pretendere di descrivere e di giudicare un fatto prima che avvenga dovrebbe però continuare a essere un principio fondamentale del buon giornalismo. Purtroppo il grosso dei giornali e dei telegiornali si sta invece acriticamente accodando all’intollerante… fuoco di sbarramento contro il congresso di Verona cui partecipano i cannoni mediatici dei più diversi segmenti della cultura “illuminata”. Ne cito qui due esempi fra i tanti, ciascuno a suo modo molto rappresentativo. Uno riguarda il mondo dell’università, che per natura sua dovrebbe essere la sede privilegiata non della censura bensì del confronto delle idee; l’altro riguarda il mondo del sindacato da cui sarebbe legittimo attendersi la difesa del lavoro e non quella della filosofia della sua alta dirigenza.
Il primo è l’appello sin qui sottoscritto da circa 150 professori e ricercatori dell’università di Verona i quali, brandendo il Codice Etico del loro ateneo che “assieme ai principi della libertà della ricerca e dell’insegnamento, afferma quelli dell’uguaglianza e della solidarietà, rigettando ogni forma di pregiudizio e discriminazione”, si schierano contro le “mistificazioni del Congresso Mondiale delle Famiglie”. A tali mistificazioni, scrivono i firmatari del documento, “contrapponiamo quindi non solo gli esiti della ricerca scientifica, ma anche i valori della comunità di cui facciamo parte”.
Il secondo è una dichiarazione di Susanna Camusso la quale, annunciando che la Cgil parteciperà il 30 marzo a Verona a una manifestazione di protesta contro il Congresso, ha detto che “la protesta è stata organizzata da associazioni e movimenti per contrastare il tentativo delle destre mondiali, a partire da ministri del governo italiano, di affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società, come si legge sul sito del congresso”. Notiamo per inciso che in effetti nel sito del Congresso della famiglia non si dice affatto così. Se ne parla ragionevolmente in modo assai più articolato come dell’ “istituzione sociale originaria che getta le fondamenta di una società moralmente responsabile” . A parte questo tuttavia tanto nella presa di posizione della Cgil che in quella dei docenti dell’università di Verona ciò che colpisce è la pretesa di tali presunti “illuminati” di sostituire il confronto della idee con la censura e con la demonizzazione di chi la pensa diversamente.
18 marzo 2019