Russia e Cina hanno ragione sulla Corea del Nord

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Con lo scontro sul nucleare tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti che si è intensificato notevolmente durante l’estate, sono stati i governi di Russia e Cina a cercare di essere le parti internazionali responsabili, mature e sagge alle Nazioni Unite e in tutta la comunità internazionale. È stata la brillante diplomazia di Mosca e di Pechino [in inglese] a far da voce che ha esortato alla moderazione, alla calma e al dialogo, a differenza della retorica folle, ridicola e totalmente controproducente [tutti i link in inglese] del presidente americano Donald Trump e dell’ambasciatore statunitense all’ONU Nikki Haley.

I leader di RussiaCina [entrambi i link in inglese] si meritano un forte applauso per aver cercato di evitare un olocausto nucleare nella penisola coreana rispettando il diritto internazionale, per aver tentato di impedire una guerra nucleare, e per aver promosso il dialogo multilaterale con la ripresa dei Colloqui a 6 (che si erano interrotti dal 2009), e un periodo di raffreddamento sulla penisola coreana, con la sospensione delle esercitazioni militari USA-Corea del Sud. Questa è la giusta politica che promuove il benessere e la sicurezza della penisola coreana, nonché la pace e la stabilità regionale e internazionale. L’amministrazione Trump e i suoi alleati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno costantemente perseguito azioni e politiche sbagliate nel confronto con la Corea del Nord e il regime di Kim Jong-un.

La politica americana di esasperare costantemente la Corea del Nord con esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud, progettata per sconvolgere, disturbare e provocare il Nord è controproducente e ha solo aumentato le tensioni e la possibilità di una guerra totale in Corea, che sarebbe un disastro assoluto che non deve essere permesso. Anche la politica americana di schierare il [sistema missilistico] THAAD è stata come un drappo rosso per il toro Corea del Nord, e anch’essa non fa altro che aggiungersi alle tensioni crescenti e alla probabilità di conflitti armati. Mentre Russia e Cina stanno lavorando con grande sforzo per calmare la situazione tramite il ripristino del dialogo, della cooperazione e della stabilità, sono stati purtroppo i governi degli Stati Uniti e, fino ad un certo punto, l’alleato del Presidente Trump, il “primo” ministro britannico Theresa May, ad aumentare le tensioni, aggravare la situazione e provocare l’ostilità dei nordcoreani, e non hanno contribuito a diminuire le tensioni e disinnescare la situazione.

Per essere chiari anche la Corea del Nord è completamente in errore, ed è l’attore principale che deve fermare i suoi test nucleari ed impegnarsi nei colloqui. Eppure è molto difficile per il Nord entrare nei Colloqui a 6 quando gli Stati Uniti non approvano tali colloqui. Si potrebbe anche sostenere che l’unico motivo per cui il regime nordcoreano si sta comportando in questo modo e sta cercando di ottenere armi nucleari è quello di preservare la propria sicurezza, visto che a quanto pare sembra gravemente minacciata, soprattutto alla luce di quanto accaduto all’Iraq nel il periodo 2002-2003 e oltre, e alla Libia dopo il 2003.

La retorica dell’amministrazione Trump, sia quella proveniente dal presidente stesso, sia quella del suo segretario alla Difesa Mattis, sia quella dell’ambasciatore all’ONU Haley, non è stata utile, ed è stata piena di iperboli, senza dubbio bellicose, e, di nuovo, semplicemente infiamma e aggrava un mal di testa umanitario e una sicurezza internazionale e regionale già difficile, tesa e fragile. Immaginate se la situazione fosse invertita e fosse il Messico, sul confine meridionale degli Stati Uniti, che agisse in questo modo. Pensate davvero che il governo americano vorrebbe affrontare le ricadute sull’uscio della propria casa di un Messico annientato dalle atomiche e del tremendo danno ecologico, ambientale e umano che creerebbe? Dubito molto che gli Stati Uniti avrebbero adottato lo stesso approccio in una situazione simile, se lo stato canaglia fosse proprio sul loro confine meridionale.

Per quanto riguarda il ruolo svolto dal governo del Regno Unito, si spera che sia un ruolo costruttivo [in inglese], con l’obiettivo di contribuire a ridurre le tensioni e fare in modo che la crisi nucleare nella penisola coreana non aggravi ed esacerbi quella che è già una situazione molto delicata. Solo il tempo [in inglese] ci dirà se l’attuale “primo” ministro britannico Theresa May si è pienamente impegnata su tale rotta e sta esercitando quella (poca) influenza che potrebbe avere su quello che da gennaio è il suo nuovo migliore amico, il Presidente Trump. La Signora May si è vantata parecchio della sua repentina visita per stringere la mano a Donald Trump una settimana dopo il suo giuramento. Lasciate che la comunità internazionale veda ora la “relazione speciale” anglo-americana in azione, con il primo ministro britannico che persuade il presidente americano a cambiare strada.

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Articolo di Matthew Jamison pubblicato su Strategic Culture il 7 ottobre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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