Sembra che il maggior passatempo per le navi statunitensi (ed in genere occidentali) sia ormai fare esercitazioni nel mar Nero o nel golfo di Finlandia, quindi a poche miglia dal territorio russo, peraltro senza una reale necessità, se non far salire la tensione alle stelle.
In particolare, le navi statunitensi – che ‘invitano’ a esercitazioni anche altri paesi come la Nigeria o l’Australia, quindi molto distanti (e con opinabili interessi nell’area) – sono stabilmente nelle acque del Mar Nero. Inoltre, recentemente, il cacciatorpediniere britannico Defender ha navigato dimostrativamente nelle acque territoriali della Crimea, quindi de facto in territorio russo.
In quell’occasione aerei russi e mezzi della guardia costiera – dopo ripetuti inviti a uscire dalle acque territoriali -, hanno sparato a distanza della Defender come avvertimento. Ora , a stretto giro, il comando degli Stati Uniti sembra abbia deciso di autorizzare le proprie unità nel mar Nero ad aprire il fuoco, anche preventivo, contro navi ed aerei russi.
La situazione è molto pericolosa, soprattutto se pensiamo che il comandante della Defender è stato premiato in Ucraina per essere entrato in acque territoriali russe. C’è quindi una continuità tra le vari azioni ed una chiara linea concertata con gli alleati. Ed ora, a quando si apprende, basterà la valutazione di un singolo ufficiale per far scatenare una escalation, forse di proporzioni mondiali.
@vietatoparlare
Il comando della Marina degli Stati Uniti ha deciso di consentire ai comandanti dei cacciatorpedinieri di attaccare navi e caccia russi nel Mar Nero
l comando della Marina degli Stati Uniti ha compiuto un passo senza precedenti. Nonostante esista un accordo per prevenire i conflitti tra Washington e Mosca, i comandanti dei cacciatorpediniere americani hanno ricevuto il permesso di attaccare navi da guerra e aerei russi nel Mar Nero.
Questa informazione è stata appresa in occasione di una un’intervista di Business Insider al comandante della Marina degli Stati Uniti in Europa e in Africa, l’ammiraglio Robert Burke. Questi ha illustrato i diritti concessi ai comandanti dei cacciatorpediniere americani URO. Secondo quanto da lui affermato, i comandanti statunitensi, a loro discrezione, possono aprire il fuoco su navi e caccia russi. Secondo Burke, questa facoltà spetta ai comandanti di tutti i cacciatorpediniere missilistici della Marina degli Stati Uniti.
Il comandante della Marina degli Stati Uniti in Europa e Africa Robert Burke ha affermato che le manovre aggressive della Russia intorno alle forze statunitensi e della NATO nel Mar Nero nelle ultime settimane, a quanto pare, dovrebbero provocare una risposta. Giorni prima dell’inizio dell’esercitazione Sea Breeze il 28 giugno, aerei russi hanno volato su quelli che secondo funzionari occidentali erano voli non sicuri intorno alle navi da guerra della NATO nel Mar Nero. Le forze russe e della Nato hanno continuato ad operare vicine nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo nelle settimane successive”, riporta Business Insider .
“ Quando un aereo da combattimento passa sopra un cacciatorpediniere a un’altitudine di 100 piedi*, il nostro esercito decide da solo se prepararsi ad attaccare o meno. Si può sostenere che ci provochino a lanciare un attacco preventivo. Non lo faremo senza una vera provocazione, ma non richiederò ai miei comandanti di rischiare di prendere il primo colpo“ , – ha affermato l’ammiraglio Robert Burke.
Letteralmente, questa affermazione può essere intesa come segue: il fuoco sulle navi russe nel Mar Nero può essere aperto con la decisione del comandante di ogni particolare cacciatorpediniere, se i russi “provocano” tali azioni. Queste dichiarazioni di un alto militare americano alimentano preoccupazioni piuttosto serie. Tuttavia, gli analisti sostengono che il Pentagono non è pronto a compiere tali passi, poiché ciò porterà a un conflitto armato tra Russia e Stati Uniti, per il quale questi ultimi non sono pronti ora.
“ È importante capire che né gli Stati Uniti né la Russia vogliono scatenare un conflitto armato. Una tale dichiarazione da parte dell’ammiraglio americano è principalmente un tentativo di intimidire la Russia, poiché è chiaro che né Washington né Mosca oseranno intraprendere tali azioni senza un reale bisogno “ , osservano gli esperti militari.
(fonte Free News)
- Ovviamente, un aereo che vuole attaccare non ha bisogno di sorvolare una nave a 100 piedi ma svolgerà l’attacco a debita distanza. Allo stesso modo, se il comando russo volesse attaccare lo potrebbe fare nel modo più sicuro e efficace possibile: non certo sfiorando il ponte delle navi USA con i propri aerei. Ovviamente ,questo il gen Robert Burke lo sa: non si capisce allora perchè abbia dato quella particolare risposta se non per alzare ulteriormente la tensione.
@vietatoparlare