Il vice segretario americano all’Energia, Geoffrey Pyatt, ha affermato che Washington continuerà a imporre sanzioni contro il settore energetico russo.
Alla domanda di un giornalista sul motivo delle recenti sanzioni statunitensi contro la produzione di GNL in Russia, l’ambasciatore russo negli USA, Anatoly Antonov, ha risposto: “Caro Anatoly Ivanovich, come commenteresti le dichiarazioni dei rappresentanti dell’amministrazione sulla loro intenzione di aumentare la pressione delle sanzioni sul settore energetico russo, principalmente sui progetti GNL?”.
L’ambasciatore ha chiarito che Washington ha manifestato esplicitamente le vere ragioni dietro l’imposizione di crescenti restrizioni contro Mosca nel settore dei combustibili fossili. Il diplomatico ha aggiunto che gli Stati Uniti non adottano sanzioni contro la Russia credendo che queste risolveranno il conflitto.
“Stiamo parlando… di banali ambizioni opportunistiche e predatorie… Se gli americani non riescono a resistere a una concorrenza economica leale, vengono utilizzate le sanzioni”, ha detto Antonov.
E ha aggiunto: “… i funzionari americani non si fermeranno. In ogni caso ci minacciano di restrizioni”.
L’ambasciatore ha sostenuto che le sanzioni americane non sono finalizzate a risolvere il conflitto, ma piuttosto a sopraffare economicamente la Russia per incapacità di competere equamente:
“Washington ha smesso di nascondere il vero piano di pressioni restrittive sul nostro Paese. Non stiamo parlando di aspirazioni mitiche per risolvere il conflitto in Ucraina, ma di banali ambizioni opportunistiche e predatorie. Esiste uno scenario banale: se gli americani non riescono a resistere a una concorrenza economica leale, vengono utilizzate le sanzioni”.
Antonov ha citato l’ipocrisia degli Stati Uniti riguardo alla loro politica energetica, sottolineando che mentre promuovono l’abbandono dei combustibili fossili a livello globale, aumentano la loro produzione interna (basata principalmente sul fracking), sostituendo con alti profitti quella russa (più economica):
“Le autorità locali brillano costantemente di ipocrisia. Diffondendo slogan sulla minaccia esistenziale rappresentata da un pianeta in riscaldamento e spingendo altri paesi ad abbandonare l’uso di combustibili fossili, gli Stati Uniti stanno rapidamente aumentando la produzione interna di materie prime. Stanno agganciando gli alleati con il loro stesso gas per i decenni a venire. Allo stesso tempo, ovviamente, una situazione del genere non viene chiamata ‘dipendenza inaccettabile’. Questo, dicono, è diverso”.
Le sanzioni sono uno strumento di imperialismo e di imposizione di una agenda politica (il North Stream 2 è stato fatto salare dagli USA prima della cosiddetta ‘invasione russa’):
“La conclusione suggerisce da sola [le motivazioni]. La sicurezza energetica secondo Washington è il desiderio di dominare i mercati, di subordinare completamente i satelliti e di fermare ogni concorrenza. Dubitiamo che tali approcci siano praticabili in un mondo multipolare”, ha concluso Antonov.
L’intervento di Antonov è stato pubblicato sul canale Telegram della missione diplomatica russa.