A Russia Today vietato pubblicare su facebook

Su facebook si può parlare solo di gattini e pubblicare video e foto amene? Da un po di tempo, sembrerebbe di sì: Russia Today interdetta a pubblicare contenuti su facebook. Sembra che quella che una delle prerogative dei  social,  l’ ” I think different” non sia più ammessa…

RT ha annunciato che la sua pagina facebook è stata bloccata. Facebook ha reso impossibile pubblicare nuovi post con i link o condividere contenuti sul social. E’ possibile scrivere solo messaggi testuali,  ogni altro contenuto mediale articoli, video, gif, ecc è interdetto.

La motivazione ufficiale di tale interruzione è temporanea ed è stata così riferita dalla stessa Russia Today:

[su_quote style=”flat-light”]”Siamo stati bloccati mentre era in corso la conferenza finale in live-streaming di Obama. Accade perché altre fonti trasmettono l’evento in diretta e facebook ritiene che si tratti di una violazione del copyright” RT sarà bloccata fino alle 10:25 pm di sabato – “ma – dice RT nel suo comunicato – stiamo lavorando per risolvere questo problema”[/su_quote]

E’ evidente che la giustificazione è oziosa, perché oltre la diretta streaming (tra l’altro fatta con mezzi propri) è stato bloccata la possibilità di inserire qualsiasi post riferito ad ogni contenuto?

Russia Today sembra essere diventata il nemico numero uno anche in Europa. In Gran Bretagna nel mese di ottobre erano stati addirittura congelati tutti i conti bancari di Russia Today ed in Europa si stanno implementando leggi per ‘difendere’ i propri cittadini dall’informazione.

Da alcuni giorni la nuova policy di facebook ha aumentato i casi in cui le notizie sono considerate ‘fake news’ . Tali criteri, sono però molto opinabili. Infatti, bastano solo poche segnalazioni per venir preventivamente bloccati.
Io stesso, alcuni mesi fa, ho dovuto chiudere un mio profilo facebook perchè, alla pari di RT , mi era stato interdetto la possibilità di pubblicare contenuti di mia proprietà provenienti da questo Blog.

Se il contenuto non coincide con alcuni grandi giornali di riferimento, oppure se un certo numero di utenti segnalano contenuti come offensivi, si perde la possibilità di pubblicare e si è bannati per un periodo più o meno lungo, e in alcuni casi si è ‘rimossi’dal social.  A questa polity si aggiungono oggi regole che sempre vanno in sintonia con le leggi che sempre di più  censurano le ‘fake news’.
Detto così sembrerebbe un fatto in fondo legittimo. Il problema sorge quando ci si accorge che in realtà la censura avviene non perché le notizie in sé sono  false ma perché certe opinioni corrispondono con la linea e le prospettive decise dai governi, compresi quelli che si vuole siano i risultati elettorali: tutto ciò che può dare un risultato diverso si chiama populismo, sabotaggio, antieuropeismo  o ‘fake news’.
Se si volesse fare veramente lotta contro le notizie false, si dovrebbe censurare tutta la disinformazione fatta dai ‘legittimi proprietari’ dell’informazione. Ed in questo niente c’è di più esplicativo che l’informazione data sulla guerra di Siria. Raramente infatti, contro ogni evidenza, è stata seguita una certa narrativa tesa a giustificare una altrimenti impresentabile linea governativa.
In definitiva oggi la ‘corretta informazione’ deve avere una sola prospettiva senza possibilità di evoluzione, cambiamento o critica…

 

#facebook #RT #RussiaToday #fakenews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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