Salone Aeronautico di Dubai del 2019: la Russia protagonista di primo piano

La Russia si prende il mercato mediorientale delle armi

Per molti anni, il Medio Oriente è stata una regione turbolenta, dove si verificano regolarmente scontri militari e attacchi terroristici. I governi del Medio Oriente prestano pertanto particolare attenzione alle questioni di sicurezza e allo sviluppo delle tecnologie militari. È particolarmente utile per loro cooperare con la Russia in queste aree, poiché Mosca è un’autorità affermata nel settore della Difesa. Inoltre, la Russia ha recentemente testato e dimostrato a tutto il mondo l’efficacia delle sue attrezzature militari in operazioni di combattimento reali, in Siria. Secondo il Servizio Federale per la Cooperazione Tecnico-Militare della Federazione Russa (FSVTS), attualmente fino al 20% di tutte le armi russe viene esportato in Medio Oriente, il che porta oltre 2 miliardi di dollari all’anno all’economia russa.

Com’è noto, i paesi impegnati nella cooperazione tecnico-militare (“MTC”) con la Federazione Russa sono attualmente minacciati di sanzioni dagli Stati Uniti. Ciò può essere visto dall’esperienza di Cina, Turchia ed Egitto, che hanno deciso di acquisire sistemi missilistici terra-aria russi S-400. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche alla RPC, con la quale aveva già condotto una “guerra commerciale” negli ultimi due anni. In rappresaglia per l’acquisto da parte dell’Egitto dell’S-400, a giugno 2019 gli Stati Uniti si sono rifiutati di vendergli caccia F-35. Perfino la Turchia, che è membro della NATO dal 1952, ha ricevuto diverse minacce dagli Stati Uniti, compresi anche stavolta avvertimenti di negarle i caccia F-35. Tuttavia, le minacce dagli Stati Uniti hanno ottenuto esattamente l’effetto opposto: l’Egitto ha rifiutato di abbandonare l’S-400, e ha deciso inoltre di acquisire un lotto di caccia russi Su-35, invece dei caccia F-35 negati dagli Stati Uniti.

Il 17-21 novembre 2019, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno nuovamente ospitato la mostra aerospaziale del Salone Aeronautico di Dubai, che si tiene regolarmente dal 1986. È una delle più grandi e prestigiose esposizioni internazionali, in cui i leader dell’aviazione internazionale, le industrie spaziali e militari presentano i loro ultimi progetti.

È stato riferito che 87.000 rappresentanti di questi settori provenienti da 76 paesi hanno partecipato al Salone Aeronautico di Dubai del 2019. Oltre 1.200 aziende hanno mostrato i loro prodotti.

Come sempre, la Russia ha svolto un ruolo di spicco alla mostra. Ha una vasta esperienza nel settore aeronautico, e i suoi sviluppi civili e militari attirano sempre l’attenzione di potenziali acquirenti da tutto il mondo. La Federazione Russa partecipa costantemente al Salone Aeronautico di Dubai dal 1993. Nel 2019, Rosoboronexport (la compagnia statale russa impegnata nell’esportazione di prodotti militari) ha organizzato una mostra delle principali compagnie russe specializzate nella produzione di armi e attrezzature militari: Russian Helicopters, High Precision Systems, Almaz-Antej, ecc. Dato che il Salone Aeronautico di Dubai si concentra sull’aviazione, sono stati presentati diversi velivoli da combattimento. Tra questi c’erano il super-manovrabile Su-35 (secondo molti esperti, è alla pari con l’americano F-35, o forse gli è addirittura superiore), il caccia multiruolo Su-57, il bombardiere Su-32, il caccia leggero MiG-35, nonché gli elicotteri da combattimento Mi-28, Mi-35, Ka-52 (noto come Alligator) e l’elicottero da trasporto e combattimento Ka-29. Inoltre, i produttori di armi russi hanno messo in mostra i mezzi per combattere gli aerei nemici, come il sistema missilistico terra-aria a medio raggio Pantsir S1M, il sistema missilistico Buk e il famoso S-400.

Il 18 novembre, appena un giorno dopo l’apertura della mostra, è stato riferito che Russian Helicopters ha deciso di vendere il 50% delle azioni della società VR-Technologies alla società con sede negli Emirati Arabi Uniti Tawazun. VR-Technologies sta sviluppando nuovi elicotteri e veicoli aerei senza equipaggio (UAV).

Oltre ai droni russi, al Salone Aeronautico di Dubai del 2019 sono state esposte varie tecnologie anti-UAV. Ciò è di particolare interesse in Medio Oriente dopo che UAV presumibilmente di proprietà dei ribelli yemeniti hanno attaccato le raffinerie della compagnia petrolifera saudita Saudi Aramco nel settembre 2019. Gli impianti, strategicamente importanti, erano protetti da sistemi di difesa aerea acquistati dagli Stati Uniti. Tuttavia, gli UAV piccoli e poco visibili delle forze ribelli sono riusciti ad aggirarli. Allo stesso tempo, l’esercito russo in Siria ha dovuto respingere attacchi UAV più di una volta. Secondo i loro dati, nel solo 2019, 58 droni nemici sono stati distrutti durante un attacco alla base aerea di Khmeimim delle forze aerospaziali russe.

Forse è stato questo a spingere la leadership araba e degli altri stati mediorientali a riconsiderare la direzione della loro cooperazione tecnico-militare. Quindi, dopo il Salone Aeronautico di Dubai, i media hanno riferito che l’Arabia Saudita e la Russia stavano negoziando la partecipazione di quest’ultima allo sviluppo del sistema di difesa aerea nazionale saudita, che potrebbe beneficiare dell’equipaggiamento con armi russe. Vale la pena ricordare che nel 2017 anche l’Arabia Saudita ha deciso di acquistare il sistema di difesa aerea S-400, e non intende rinunciare a questa decisione. Tutto ciò è una notizia abbastanza significativa, dal momento che l’Arabia Saudita è tradizionalmente considerata il principale alleato e pilastro degli Stati Uniti nel mondo arabo. Una svolta così chiara fatta dall’Arabia Saudita verso la cooperazione con la Russia dovrebbe far riflettere Washington sul suo stile di comunicazione con i suoi partner orientali.

Poco dopo la mostra negli Emirati Arabi Uniti, nel dicembre 2019, è stata rilasciata una dichiarazione del ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu; ha affermato che se gli Stati Uniti decideranno di annullare la fornitura di caccia F-35 alla Turchia, quest’ultima acquisterà il Su-35 russo, proprio come l’Egitto.

Tutto sommato, questo porta a diverse conclusioni. In primo luogo, la cooperazione tecnico-militare con la Russia è allineata con gli interessi strategici dei paesi del Medio Oriente nella sfera della sicurezza, e la domanda di armi russe in questi paesi è così grande che sono persino disposti a danneggiare le relazioni con gli Stati Uniti per acquisirli. In secondo luogo, sembra che l’influenza americana in Medio Oriente sia ad un punto morto, visto che i vecchi partner degli Stati Uniti come Egitto, Arabia Saudita e Turchia, li affrontano apertamente. In terzo luogo, questi tre stati sono tra i più influenti in Medio Oriente e in tutto il mondo arabo. Se hanno fatto un’inversione a U verso la Russia, allora altre nazioni nella regione potrebbero seguire l’esempio. Di norma, la cooperazione tecnico-militare è spesso un buon indicatore delle relazioni politiche tra i paesi. Evidentemente, la cooperazione tecnico-militare tra Russia e Medio Oriente sta entrando in un periodo di prosperità.

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Articolo di Dmitrij Bokarev pubblicato su New Eastern Outlook l’11 gennaio 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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