Salvini domani a Pescara, lo chiamano ‘beach tour’ gli ‘antagonisti’ di ogni cosa, ma è solo mancanza di immaginazione e di prospettive politiche di cambiamento
L’ultima trovata dei difensori dei ‘diritti umani’, ovvero di quelli che non si sono mossi MAI per le guerre, quelli per cui è una bestemmia dire ‘aiutiamo i popoli a casa loro’ (e non parliamone nemmeno a dire ‘prima gli italiani’) è l’improvviso pericolo di disumanità che incomberebbe nel nostro paese. Neanche a dirlo che domani a Pescara – dove Salvini farà tappa per incontrare la cittadinanza e l’amministrazione comunale di centro destra che ha vinto al primo turno con il sindaco Masci – sarà per loro un dovere morale fare qualcosa per arginare quella che considerano una deriva dell’umano.
Non si capisce bene che bandiera avrà chi manifesterà ma in genere la loro bandiera è la bandiera arcobaleno: non avrebbe niente di male in sé come bandiera variopinta (che un tempo era simbolo di pace), ma il problema esiste quando la bandiera arcobaleno, vuole realizzare il culto di sé : essenzialmente è questo il minimo comun denominatore, il punto di partenza che coinvolge tutta la sinistra italiana, – PD e affini – quando si erge a custode dei ‘veri valori della democrazia’ e quindi di imporsi con le proprie strategie che vanno dai media alla magistratura, passando per i migranti.
I punti di riferimento di questo conglomerato sono state le Ong che fanno imprese la SEA WATCH 3, la capitana Rackete, fino a don Ciotti: in particolare, è quest’ultimo che ha rivolto in tutta italia un appello affinché si svolgano sit-in ”contro la disumanità del Decreto Sicurezza 2″. E’ triste che un sacerdote non spieghi prima o nello stesso documento cosa abbia in mente lui quando si parla di un bene per tutti ed una responsabilità di costruzione comune, la costruzione di un cammino di pace, un Destino. Forse privare di questo un popolo è la vera disumanità. Ma tant’è: con don Ciotti si unisce gran parte del clero che fa antagonismo contro chi parla di doveri, di identità, di cultura, di tradizione, di papà e mamma, di famiglia, di buon senso, di fede e ragione, di difesa della cristianità, di pari dignità.
La sinistra in una parola è a favore della globalizzazione che ha acuito le povertà, quei meccanismi che ha creato grandi sperequazioni, ha decuplicato i prodotti finanziari a sfavore del lavoro e creato nuovi poveri per le esigenze dei ricchi. Dovrebbe essere evidente che senza rimuovere le cause delle sperequazioni di distribuzione della ricchezza nel mondo – in un mondo in cui le merci ed i beni sono prodotti di gran lunga in maniera superiore al fabbisogno dell’intera umanità – non si farà un passo avanti verso quella umanità mancante tanto invocata.
Senza andar lontano, abbiamo sotto gli occhi di tutti il popolo greco che è stato castigato da una sinistra che si occupa di ponti: sono ponti posati sulle sabbie mobili, ponti fatti solo per spostare una tragedia da un posto in un altro posto, acuendo tensioni e povertà già esistenti e creandone nuove. E’ paradossale che contro chi semplicemente vuol difendere la tradizione e la sovranità nazionale contro i mostri dell’ultra-liberalismo della scuola di Chicago, in cambio, si offrono facili magie e illusioni di ‘ponti’ in un mondo che va sempre più verso l’autodistruzione (e non in senso metaforico).
Non è una questione di ponti invece. Ma di sostanza, di cambiamento umano (cioè di giudizio), di cambiamento politico. E’ per questo che Salvini in costume o che mangia nutella – alla maggior parte degli italiani – non può fregare di meno, quando ci si riconosce in alcuni punti essenziali. Verrebbe da domandarsi cosa c’entra con la ‘disumanità’ voler vivere con il proprio volto, nell’amicizia con i vicini e nel rispetto reciproco con altri popoli, reclamando per sé stessi – in quanto popolo con una storia precisa e una tradizione – , la propria sovranità contro la legge imposta dalla nomenklatura europea del tutto funzionale alle banche, le multinazionali, alle petrolmonarchie del Golfo e il partito delle guerre.
Sono abbastanza amareggiato perché quel dialogo tanto ricercato da chi pensa di dover salvare l’Italia dalla ‘disumanità’ sembra solo puntare affinché gli italiani cessino di voler rialzare la testa, di voler desiderare un presente ed un futuro migliore per sé stessi e per i figli.
L’ultima impresa di quella che chiameremo ‘sinistra’, è quella di chiamarsi tramite facebook nel sit-in a Pescara poco distante dalla piazza dove sarà Salvini mezz’ora prima rispetto all’ora della manifestazione di Salvini.
Gli eredi della sinistra – fedeli come sempre nel de-costruire ogni cosa (financo a voler nascondere le croci delle tombe nei cimiteri) – , scenderanno in piazza non più a proporre qualcosa o chiedere più giustizia sociale o l’aumento dei salari etc. ma a contestare la ‘disumanità’. Vedremo domani a Pescara se gli organizzatori del sit-in (“Rete oltre il ponte” , l’Anpi Pescara“ altre associazioni) pretenderanno di ledere i diritti di molti per i diritti di pochi: però pare che questa sia la loro specialità.
@vietatoparlare