Salvini nel mirino di ong, mafie e lobby internazionali. Italia sotto assedio

Scenari da guerra nel Mediterraneo. Dopo la Sea Watch 3, che ha creato il precedente che tutti i trafficanti di essere umani attendevano, ora è il turno di altre imbarcazioni piene zeppe di migranti. Tirano dritto i comandanti non risparmiandosi accuse, sberleffi e toni da circo mediatico all’indirizzo del nostro Governo sovrano. Sulla scia di Carola si accodano il veliero “Alex” di Mediterranea, la spagnola Open Arms e la tedesca Alan Kurdi. Una corsa a chi arriva primo. Stiamo rasentando l’assurdo. “I nostri porti sono in Italia”, gridano i capitani. Evidentemente altre opzioni (quali Malta, Tunisi o Valencia) non sono di loro gradimento. Salvini non molla, ma il problema si fa molto serio. L’Europa tace perché complice, l’Onu presta il fianco a questa vergognosa e illegittima invasione, il Vaticano si schiera con la parte avversa e le sinistre di tutto il mondo plaudono al malsano “coraggio” di questi scafisti senza scrupoli. Nel mirino c’è lui, il Ministro dell’Interno. Non potendolo ammazzare alla Kennedy (perché consapevoli di una sicura e incontenibile rivolta) e non riuscendo a mettere freno alla sua straordinaria avanzata politica, questa non è altro che una tattica subdola e meschina per sfiancarlo, svigorirlo, fiaccarlo, farlo cedere e per snervare un esecutivo composto da una maggioranza di gruppi parlamentari democraticamente eletti.
La Signorina Rakete, non solo viene rilasciata grazie alle scelte discutibili di un Gip poco attento ma – paradossalmente – ha anche denunciato per diffamazione il Vicepresidente del Consiglio. Proviamo solo a pensare di: forzare un blocco con un peschereccio al porto di Marsiglia, non fermarci di fronte ad una paletta alzata a Berlino con un auto, oltrepassare la zona pedonale a Francoforte con una due ruote o scavalcare con la moglie incinta il valico di Bardonecchia. Altro che riconoscimenti internazionali, si va al “gabbio” per un periodo molto lungo, dopo una bella scarica di bastonate “frangiossa”.
Di questo passo il Belpaese diventerà, non più tardi di una decina di anni, il campo profughi del vecchio continente, la fogna dei burocrati di Bruxelles, la puttana del nord Africa e la bastarda meticcia di un occidente reo di stare solo a guardare senza alzare mai un dito. Addio tradizioni millenarie, arrivederci grande patria di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, inventori, navigatori e trasmigratori.
Calpestati i diritti, le leggi, la costituzione, la sovranità, il volere di un popolo e – peggio ancora – il destino dei nostri figli. C’è estrema necessità di fermare al più presto questo scempio. L’appello, oltre che al mondo istituzionale, è indirizzato al Capo di Stato Maggiore della Difesa e a tutti i nostri vertici militari che possono e debbono necessariamente prendere in mano una situazione che rischia, a breve, di esploderci in faccia.
L’Italia deve dimostrare il proprio valore, quello che la contraddistingue da secoli, che l’ha resa “grande bellezza” del mondo antico. Un Paese virtuoso, che ha raggiunto il vertice della sua magnificenza quando le altre nazioni dovevano ancora nascere. Se siamo uomini e non caporali, oggi più che mai, va fatto quadrato assennato su Palazzo Chigi e i nostri leader. Se siamo Eroi, come la storia insegna, Conte, Salvini e Di Maio, non debbono in alcun modo essere abbandonati in siffatto stato di Guerra. Se siamo veramente degni dei nostri illustri antenati allora stringiamoci a “coorte” prima che questa splendida terra di straordinari valori – che fu casa natia dei più grandi del passato – diventi, irrimediabilmente, Patria dell’oblio, alla mercé di squallidi scippatori, feroci criminali, boriosi capimafia e spietate lobby franco-tedesco-lussemburghesi. Le lancette scorrono, inesorabili!

Mirko Crocoli – Fonte

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