Sanzioni dell’Unione Europea alla Cina (ma è bene approfondire e farsi idee proprie)

Reuters riferisce che “L’Unione Europea ha imposto lunedì sanzioni a quattro funzionari cinesi, tra cui un alto direttore della sicurezza, per violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, a cui Pechino ha risposto con le proprie sanzioni contro gli europei”.

Le sanzioni europee sono rivolte ad alcuni funzionari cinesi dello Xinjiang:

Accusata di detenzioni di massa di uiguri musulmani nella Cina nordoccidentale, tra gli obiettivi dell’UE figura Chen Mingguo, direttore dell’Ufficio di pubblica sicurezza dello Xinjiang. L’UE ha affermato che Chen è responsabile di “gravi violazioni dei diritti umani”.

Nella propria Gazzetta ufficiale, l’UE ha accusato Chen di “detenzioni arbitrarie e trattamenti degradanti inflitti agli uiguri e alle persone di altre minoranze etniche musulmane, nonché di violazioni sistematiche della loro libertà di religione o credo”.

Altri colpiti con divieti di viaggio e congelamento dei beni sono stati: gli alti funzionari cinesi Wang Mingshan e Wang Junzheng, l’ex vice segretario del partito nello Xinjiang, Zhu Hailun e l’Ufficio di pubblica sicurezza del corpo di produzione e costruzione dello Xinjiang.

(Reuters)

Sono le prime sanzioni contro la Cina in 30 anni. La Cina ha risposto alle sanzioni europee individuando alcuni funzionari europei.

Di cosa accusa l’Unione Europea?

Essenzialmente accusa la Cina di adottare un trattamento inumano verso gli uiguri, una minoranza musulmana, che si ritiene pacifica ma che ha esportato in Siria 4000 combattenti radicali, giudicati tra i più feroci tra le formazioni terroristiche siriane.

Le sanzioni si basano essenzialmente su un rapporto “indipendente sul genocidio uiguro” che indipendente proprio non è: viene presentato dal Newlines Institute e da ideologi neoconservatori che spingono per un regime change in Cina.

Tale rapporto, pubblicato l’8 marzo dal Newlines Institute for Strategy and Policy , in collaborazione con il Raoul Wallenberg Center for Human Rights , segue un’accusa ‘dell’ultimo minuto’ fatta a gennaio dall’amministrazione Trump uscente, oltre a dichiarazioni simili da parte degli olandesi. e parlamenti canadesi. È stato pubblicato poco dopo il rilascio, l’8 febbraio, di un rapporto notevolmente simile, commissionato dal Congresso mondiale uiguro sostenuto dal governo degli Stati Uniti.

Quindi la pressione statunitense ha fatto decidere ‘a ruota’ la UE.

I paesi occidentali riescono spesso a fare un certo genere di campagne di discredito, facendo leva sul carattere centralizzato dello stato cinese.

In proposito il  blog pro Cina leblogduradis.com spiega che in effetti la Cinaaccentra il potere costituito da un solo organo, anche se in questo caso l’organo centrale è limitato nella propria attività da leggi, da una Costituzione, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato.

Per intenderci, la Cina non è come l’Arabia Saudita che non ha una costituzione ed eppure, la seconda è una stretta alleata degli USA ed amica della UE, mentre la Cina sarebbe il pericolo.

Sulla natura accentratrice dei poteri lo stesso preambolo della Costituzione recita: “Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, la nostra società gradualmente superato dalla nuova democrazia al socialismo. È stata realizzata la trasformazione socialista della proprietà privata dei mezzi di produzione, abolito il sistema di sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo e definitivamente stabilito il regime socialista. Si è consolidata e sviluppata la dittatura democratica popolare, guidata dalla classe operaia e fondata sull’alleanza tra operai e contadini, che in sostanza è una dittatura del proletariato. “

Per questo, l’opinione pubblica italiana verso la Cina va molto per ‘le spiccie’ senza esaminare i fatti. Di solito rimane facile abbinare le poche cose che si sanno della Cina “la Cina è comunista”, esiste un partito unico, quindi è una dittatura…” con ogni altra pseudo-notizia che diventa perciò “credibile”, perchè corrisponde allo stereotipo.

Della verità sugli uiguri semplicemente non interessa a nessuno, anche perchè altrimenti una delegazione UE si recherebbe nello Xinjiang, invece ci si affida a reti di attivisti.

Sta di fatto che allo stato dell’arte fonti indipendenti non se ne trovano ed il coro accusatorio è unanime.

Alla fine la Cina si è risentita, la Cina è riconosciuta dalle Nazioni Unite e siede al Consiglio di Sicurezza. Ma anche se non rivestisse tutta questa importanza, la Cina è uno stato sovrano che non è stato sanzionato dall’Onu, e l’Onu è l’unico che può decidere legalmente sanzioni. Questo si chiama ‘diritto internazionale’ ed evita le guerre.

Inoltre, è evidente che come accade in genere su questi temi, non si tiene conto di come è metabolizzata la cosa dal lato cinese, le condizioni storiche, le circostanze, la mentalità cinese, la tradizione, i passi fatti finora. 

Diciamo che ci occupiamo delle minoranze soprattutto quando esse esercitano destabilizzazione nel paese con cui siamo in competizione globale.

Altrimenti, della Cina sappiamo poco. Come non sappiamo nulla della Serbia, della Grecia o dell’Albania o della Russia. O almeno non se ne parla mai qui in Italia se non quando succede qualcosa di negativo, un terremoto, una crisi economica…

Daì non scherziamo… la UE fa nulla per i cristiani in Africa e fa sempre spallucce ad ogni sterminio di cristiani o di popolazioni – continuando a sfruttare le nazioni africane -,  ma si interessa degli uiguri cinesi che fino al 2016 non sapeva neanche che esistessero..

Personalmente queste sanzioni mi sembrano veramente paradossali: quanti stati islamici che ritenevamo ‘dittature’ abbiamo distrutto? Eppure in questi stati vigeva la laicità ed il rispetto delle minoranze, come in Siria in Iraq… il motore delle nostre azioni evidentemente è un altro.

Ed a  proposito dello ‘stato autoritario’…

Solo una certa dose di ipocrisia da parte occidentale, fa sì che la nostra realtà vissuta sia filtrata da una certa narrativa, per effetto della quale ci si autoconvince che qui da noi il potere sarebbe del popolo. Per contro, si attribuisce alla Cina  un potere oppressivo che entra in tutti i settori della vita umana e che non è riformabile al suo interno, se non attraverso una poderosa campagna di discredito dell’occidente.

Ma non vi sembra paradossale che dopo 30 anni, le prime sanzioni contro la Cina avvengano proprio ora, quando in Europa le libertà personali da un anno, sono state pressoché azzerate?

In verità l’unica differenza significativa del nostro continente con la Cina è il cristianesimo ma della memoria di ciò che ha fatto la differenza ci stiamo allontanando a grandi passi.

Perciò quando si parla di Cina si parla di stereotipi, parlare  in generale si scontra con i dati e con l’immagine già digerita da parte della maggior parte degli occidentali.

Altrimenti non si accuserebbe la Cina di ‘perseguitare i musulmani’ quando l’occidente di musulmani ne ha uccisi a milioni, se consideriamo tutte le guerre decretate che hanno distrutto interi paesi in nome della ‘libertà’ e della ‘democrazia’.

Perciò il primo contributo che io offro alla discussione è il lavoro fatto dal gruppo cinese Qiao Collective, un collettivo di cinesi della diaspora che sfida l’aggressione degli Stati Uniti alla Cina.

La raccolta di fonti è minuziosa e molto interessante. Mentre le accuse che vediamo rivolte alla Cina partono generalmente da un pre-giudizio che prende per buona ogni cosa in base ad idee precostituite.

Credo che dopo la loro consultazione sorgeranno alcune domande. Alcune molto semplici, come per esempio:  gli uiguri sono 10 milioni in tutto. E’ plausibile che un milione siano in campi di concentramento?

La risposta è abbastanza evidente.

Quindi di seguito elenco alcune risorse per un approfondimento di questa vicenda. Vi accorgerete che il problema degli uiguri è fortemente pretestuoso e la misura di questo è che non è sollevato dagli stessi paesi musulmani.

patrizioricci by @vietatoparlare


Risorse per alcuni spunti di riflessione

Sulla base di una manciata di rapporti di think tank e testimonianze di testimoni, i governi occidentali hanno sollevato false accuse di genocidio e schiavitù nella regione autonoma uigura dello Xinjiang. Uno sguardo più attento rende chiaro che la politicizzazione delle politiche antiterrorismo cinesi nello Xinjiang è un altro fronte della guerra ibrida guidata dagli Stati Uniti contro la Cina.

Questa raccolta di risorse fornisce un punto di partenza per un’indagine critica sul contesto storico e la risposta internazionale alle politiche della Cina nello Xinjiang, fornendo una contro-prospettiva alla disinformazione che abbonda nella copertura principale della regione autonoma. (…)

Sulla natura delle accuse infondate

Il Congresso mondiale degli uiguri [formato da una diaspora ed ostile alla Cina] ha iniziato a condurre l’attivismo basato sull’accusa di “campi di concentramento” dello Xinjiang nell’agosto 2017, quattro mesi dopo la promulgazione dei regolamenti per la deradicalizzazione dello Xinjiang. La controversia è entrata nel discorso mainstream occidentale un anno dopo, nell’agosto 2018, con le affermazioni infondate di Gay McDougall al Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale.

Nel periodo dell’intercessione, le rivendicazioni di campi di concentramento, genocidio culturale, genocidio demografico, schiavitù e sterilizzazione di massa hanno saturato i media e il discorso politico. La debolezza probatoria di queste affermazioni in rapida crescita è dimostrata dal numero mutevole di presunti detenuti, che è diminuito e fluito da 120.000 nella fascia bassa fino a 9 milioni su una popolazione uigura di circa 12 milioni (2019).

Mentre i media occidentali dipingono spesso lo Xinjiang come una scatola nera, lo Xinjiang non è mai stato chiuso o limitato ai visitatori esterni fino allo scoppio del COVID-19 nel gennaio 2020 (a differenza della regione autonoma del Tibet, che richiede alla maggior parte degli stranieri di acquisire permessi speciali per visitare) . Infatti, nonostante le quasi 1.000 visite di osservatori esterni e 200 milioni di turisti nello Xinjiang nel 2019, non sono emerse prove fotografiche o video convincenti del presunto genocidio nello Xinjiang, tanto meno la completa assenza di qualsiasi recente crisi di rifugiati originata dallo Xinjiang.

Le foto e i video usati erroneamente per dimostrare, mostrare o insinuare i campi di concentramento o il lavoro degli schiavi dello Xinjiang includono:

  • Un discorso pubblico sulla de-radicalizzazione del 14 aprile 2017 al Luopu County Reform & Correction Center ( thread esplicativo su Twitter ).

  • Un arresto del 12 agosto 2017 di truffatori piramidali a Bijie, Guizhou ( thread esplicativo su Twitter )

  • Un video caricato il 17 settembre 2019 che sembra mostrare un trasferimento di routine di prigionieri in quella che sembra essere la prefettura autonoma mongola di Bayingolin, con i giubbotti stampati “Kashgar Detention House (喀什 看守所)”. (vedi Global Times , 2020-7-22, in risposta al riemergere del video nell’estate 2020 e al confronto della BBC con l’ambasciatore cinese nel Regno Unito Liu Xiaoming usando il video nel 2020-7-19) Le case di detenzione sono altrimenti normale infrastruttura nella Cina odierna. (vedi questa risposta di Zhihu per l’esperienza di una persona che è rimasta 37 giorni in una casa di detenzione, e questo post sul lavoro di un personale di polizia incaricato di una casa di detenzione) [lingua cinese]

  • Un trasporto del 21 dicembre 2019 di sospetti criminali di frode da Shanghai a Taiyuan da parte della polizia di Taiyuan ( thread esplicativo su Twitter ).

  • Una foto d’archivio di una fabbrica di scarpe cilena del 2010 ( post di Reddit )

  • Immagini satellitari di vari edifici in Cina, alcuni dei quali sono normali prigioni e almeno uno è un complesso di appartamenti a 5 stelle.

  • In alcuni casi estremi, video interamente da altri paesi (il video proveniva dall’Indonesia – parte di ciò che viene detto è “ampun, pak, gak lagi” – abbi pietà, non lo farò più), video di un club BDSM taiwanese o foto modificate e pixelate per cercare di spingere la narrativa.

È chiaro che l’onere delle prove per confutare le accuse di schiavitù e genocidio nello Xinjiang è stato fissato molto più alto dell’onere delle prove per presentare queste accuse in primo luogo. Con l’immaginazione popolare satura di immagini di presunte atrocità, è difficile sostenere una linea d’azione statunitense diversa da sanzioni, isolamento e intervento. Tale è la natura, intenzionalmente, della propaganda delle atrocità così come è stata usata per giustificare l’avventurismo imperiale degli Stati Uniti. Se non altro, il contesto e le prove fornite in questa sequenza temporale dovrebbero chiarire che affermazioni spurie basate su prove deboli sono state esercitate unilateralmente dagli Stati Uniti e dai loro alleati per respingere la Cina nonostante l’ampia approvazione internazionale per la politica cinese nello Xinjiang.


Risorse

 Panoramica

Queste letture sono una panoramica generale dello Xinjiang in generale e dell’attuale controversia in particolare. Possono fungere da efficaci risorse one-stop per coloro che cercano un breve riepilogo.  

Ang, Matthias & Wong, Kayla. “ Diversi media riferiscono in modo diverso sui controversi campi di rieducazione dello Xinjiang in Cina. Leggili tutti. “, Mothership , 21 luglio 2019.

  • Ang e Wong offrono un’analisi imparziale dei pregiudizi e delle diagnosi contrastanti di diversi rapporti di notizie sulla controversia nello Xinjiang. Gli autori non cercano di schierarsi ma sostengono la ricerca di una diversità di fonti.

Kanthan, Chris. ” Xinjiang e uiguri – Quello che non ti viene detto “, Blog sugli affari mondiali (blog).

  • Una rapida raccolta di fatti sui principali aspetti culturali, storici e politici dello Xinjiang.

Note sulle controversie Cina-Uighur: una raccolta sempre crescente di note, collegamenti, fonti e osservazioni

  • Un documento Google completo e ben fornito, scritto da un uomo di sinistra nella valutazione critica della controversia sullo Xinjiang.

Singh, Ajit e Max Blumenthal. “La Cina detiene milioni di uiguri? Gravi problemi con le affermazioni di una ONG sostenuta dagli Stati Uniti e di un ricercatore di vasta portata “guidato da Dio” contro Pechino “. La zona grigia . 21 dicembre 2019.

  • Un esame piuttosto approfondito della manciata di fonti da cui le affermazioni di “milioni” nei campi di concentramento sono state adottate acriticamente dai media mainstream. L’argomento si concentra sui record personali e sui legami finanziari di “esperti” citati di frequente come Adrian Zenz.

Il numero di uiguri è triplicato – Gli Stati Uniti lo definiscono un genocidio – La propaganda non riesce a spiegarlo “. Luna dell’Alabama . 21 gennaio 2021.

  • Questo post esamina i principali rapporti dei media occidentali principalmente da Reuters e dal New York Times per esporre le incongruenze nelle narrazioni che vengono spinte, incluso un rapporto che rivendica sia la discriminazione contro le minoranze nel lavoro che il lavoro forzato delle minoranze.

Zhao, He. ” Xinjiang: fatti contro finzione “. Medio . 16 novembre 2019.

  • Questa è forse la lettura più rapida ma completa sullo Xinjiang in generale e sull’attuale controversia in particolare. 


 Lo Xinjiang risponde a Pompeo

L’ultimo giorno dell’amministrazione Trump, il segretario di Stato Pompeo ha etichettato i programmi di deradicalizzazione e sviluppo economico della Cina nello Xinjiang come “genocidio” e “crimini contro l’umanità”. Le sue accuse hanno fatto arrabbiare molti cittadini cinesi dello Xinjiang, ispirandoli a presentare risposte scritte e video in cui rimproveravano Pompeo. Molti di questi sono stati compilati da Tianshan Net e rivelano l’unità dei residenti dello Xinjiang, dai funzionari del governo agli abitanti dei villaggi rurali, dagli anziani capifamiglia ai giovani studenti, dagli artisti ai leader religiosi, nel rifiutare l’aggressione imperialista degli Stati Uniti. Tianshan Net ha finora ospitato circa 420 risposte scritte e 345 risposte video, fornite con traduzione in inglese e sottotitoli.

Sono stati raccolti circa 900 video su Youtube delle risposte dei cittadini dello Xinjiang alle accuse di Pompeo. Alcuni di essi si sovrappongono ai video di risposta elencati di seguito. Altri canali includono hai cham e Uyghur Story .

(…)


tutta la risorsa la potete trovare su: https://www.qiaocollective.com/en/education/xinjiang

 

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