Sauditi che “costruiscono ponti” tra le religioni? Più piromani che pompieri…

A proposito della versione religiosa islamica predicata dagli imam sauditi un editoriale del  Houston Chronicle  in “Saudis and extremism: ‘Both the arsonists and firefighters”  così recita:

Hillary Clinton e Donald Trump non sono d’accordo su molto, ma l’Arabia Saudita potrebbe essere un’eccezione. Ha deplorato il sostegno dell’Arabia Saudita per “scuole radicali e moschee in tutto il mondo che hanno posto troppi giovani sulla via dell’estremismo”. Ha definito i sauditi “i maggiori finanziatori del terrorismo del mondo”.

Anche William McCants, uno studioso della Brookings Institution sostiene che nel regno dell’islam estremista, i sauditi sono “sia i piromani che i pompieri”.

Spiega perchè: “Promuovono una forma molto tossica dell’Islam che traccia linee nette tra un piccolo numero di veri credenti e tutti gli altri, musulmani e non musulmani fornendo foraggio ideologico per violenti jihadisti”. 

Cosa significa? Significa che non è una contraddizione che il Regno Saudita sia preoccupato per certe devianze radicali.

Ma lo è solo perché quelle credenze radicali possono minarlo e mettere in discussione la propria leadership dinastica ed i propri interessi, ovvero possa nuocere ai propri affari ed al proprio dominio in occidente e alla diffusione della predicazione in .

Quindi non si può propriamente considerare quella saudita una preoccupazione esegetica in sé (basta guardare nella società saudita la libertà di religione che vige e la repressione dei diritti umani), ma una preoccupazione contingente che si realizza solo in certi luoghi, ovvero in certi paesi ed in certe condizioni.

Chiamare quello saudita il desiderio di costruire ‘ponti’ è quindi fuorviante, più correttamente è la  necessità di adeguare la predicazione con gli interessi del Regno.

Queste intenzioni non hanno però scaturito grandi risultati in termini di cambiamenti sostanziali.  L‘Arabia Saudita costituisce il più importante stato che si occupa  della diffusione dell’Islam nel mondo. Molte delle principali organizzazione musulmane come  la World Muslim League, l’Assemblea Mondiale della Gioventù Musulmana e l’International Islamic Relief Organization, sono finanziate dal governo saudita. I sauditi forniscono i soldi per la beneficienza per introdursi nelle società occidentali, tutti i fondi per la costruzione di edifici imponenti e quant’altro necessario per la predicazione e l’insegnamento.

E’ opinione di molti studiosi che il proselitismo saudita ha la responsabilità di aver rallentato l’evoluzione dell’Islam, bloccando la sua naturale sistemazione in un mondo diverso e globalizzato.

Non è acqua passata, ciò è ancora attuale. Se l’albero si riconosce dai frutti, posiamo dire che gli effetti della predicazione del ‘purismo’ della versione dell’islam saudita [che rispecchia la predicazione wahabita] è pericolosa:

Tra le comunità di immigrati musulmani in Europa, l’influenza saudita sembra essere solo uno dei fattori che guidano la radicalizzazione, e non il più significativo. In paesi divisi come il Pakistan e la Nigeria, l’inondazione del denaro saudita e l’ideologia che promuove hanno esacerbato le divisioni sulla religione che si rivelano regolarmente letali.

E per una piccola minoranza in molti paesi, la versione saudita esclusivista dell’Islam sunnita, con la sua denigrazione di ebrei e cristiani, così come di musulmani sciiti, sufi e altre tradizioni, potrebbe aver reso alcune persone vulnerabili alla tentazione di Qaida, lo stato islamico e altri gruppi violenti jihadisti.

Inoltre non è da dimenticare che i  predicatori islamici sauditi hanno fornito e basi ideologiche che hanno “prodotto non solo Osama bin Laden, ma anche 15 dei 19 dirottatori dell’11 settembre 2001;[l’Arabia Saudita]  ha inviato in Iraq dopo l’invasione del  2003 più kamikaze di qualsiasi altro paese ; e ha fornito più combattenti stranieri allo Stato islamico, 2.500, rispetto a qualsiasi altro paese che non sia la Tunisia”.

Ciò non toglie che esiste anche per la stessa Arabia Saudita un ‘fuoco di ritorno’. Per cui non è incomprensibile che la stessa casa regnante dica da un lato di di lottare contro il terrorismo (anche agendo sui  libri di testo e predicazione) e nello stesso  chi è arrestato ed è condannato a morte, continua a risultare aver  studiato per decenni l’Islam in Arabia Saudita.

Quindi il fatto che il Regno attualmente metta in atto rigorosi controlli sia all’esterno e all’interno, non smentisce che continuano ad esistere evidenti effetti globali scaturiti dal proselitismo saudita che si continua ad alimentare.

Quindi,  è innegabile che le esportazioni religiose a volte hanno fallito.

E’ per questo particolarmente sconcertante, che anziché riconoscere il problema e mutare veramente strategia , “il regno ha intensificato una campagna di pubbliche relazioni aggressiva in Occidente, assumendo pubblicisti americani [ovvio, negli USA sono americani, qui evidentemente sono compatrioti – ndr] per contrastare le notizie critiche sui media e creare un’immagine riformista per i leader sauditi”.

In altri termini, non si può non avvertire la pressione nefasta “dell’Islam su cui è stato costruito lo stato saudita, e avvertire che le vecchie abitudini a volte risultano difficili da sopprimere”.

E chiarificatore che nel un suo intervento di denuncia all’ISIS , un importante esponente religioso saudita , Saad bin Nasser al-Shethri , evidenzia la difficoltà del cambiamento: “Il gruppo è –  disse – più infedele degli ebrei e dei cristiani”.

Si avverte in queste parole come sia sottile il significato che solo apparentemente si definisce un ‘pensiero riformato’.

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Nota (da Pew Forum)

Espansione in Europa della Lega Musulmana

La Muslim World League, fondata nella città saudita della Mecca nel 1962, inizialmente concentrò i suoi sforzi sulla promozione della sua versione dell’ortodossia islamica a lavoratori migranti provenienti da altre parti del Medio Oriente che vennero a lavorare nell’industria petrolifera saudita. Nei primi anni ’70, la Lega seguì la migrazione araba in Europa con l’obiettivo di fornire agli immigrati musulmani un’educazione religiosa e altri servizi che in gran parte non erano disponibili in Occidente in quel momento. Questo segnò l’inizio di un periodo di intensa crescita per la Lega, che alla fine aprì uffici in città di tutta Europa e Nord America, tra cui Copenhagen, Londra, Mosca, Parigi, Roma, Vienna, New York e Washington, DC

La Lega Mondiale Musulmana ha spesso collaborato con una rete di organizzazioni islamiche in Europa per creare un’infrastruttura islamica locale al servizio dei bisogni religiosi del crescente numero di musulmani nella regione. Gran parte di questo lavoro ha comportato il finanziamento della costruzione di moschee e il finanziamento delle operazioni dei centri islamici, nonché attività di sponsorizzazione volte a diffondere il suo marchio ultraconservatore di Islam wahabita. Per promuovere i suoi obiettivi, la Lega ha spesso collaborato con altri movimenti musulmani riconosciuti a livello internazionale – in particolare i Fratelli Musulmani – che non condividevano necessariamente la sua visione del mondo wahhabita.

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Nota: (da DW)

Studio: “L’Arabia Saudita esporta l’estremismo in molti paesi, inclusa la Germania”

DW: Dopo i sanguinosi attacchi terroristici in Gran Bretagna, c’è un numero crescente di studi condotti sulla causa della radicalizzazione. La britannica Henry Jackson Society, un think tank, ha pubblicato un rapporto sui finanziamenti stranieri per i rami estremisti dell’Islam in Gran Bretagna. L’Arabia Saudita è stata chiaramente indicata come uno dei più grandi sostenitori. Negli ultimi 50 anni, Riyadh ha investito almeno 76 miliardi di euro ($ 86 miliardi) nell’estremismo wahabita, la base ideologica dei movimenti estremisti e jihadisti in tutto il mondo. Sei sorpreso di questi risultati?

Susanne Schröter: I risultati non mi sorprendono affatto. È noto da tempo che l’Arabia Saudita ha esportato l’ideologia wahabita, in gran parte simile all’ideologia del cosiddetto “Stato islamico” (IS). Materiale di propaganda e competenza organizzativa vengono inviati insieme al denaro. Le persone vengono assunte per costruire moschee, istituzioni educative, centri culturali e organizzazioni simili, in modo che la teologia wahhabita possa raggiungere il pubblico – con grande successo .

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Nota: da jamestown.org)

La World Muslim League: agente della propagazione wahhabita in Europa

I documenti recentemente pubblicati in arabo sul sito Lega musulmana mondiale (WML), un’organizzazione finanziata dal governo saudita, indicano che i chierici wahhabiti sono sempre più di mira l’Europa come un terreno di reclutamento ideologico. Il WML è stato creato nel 1962 a La Mecca [1] e, a tempo debito, è diventato uno strumento primario per diffondere l’ideologia wahabita in tutto il mondo. Mentre la dottrina wahhabita è esclusivista ed estremista, non necessariamente condona o promuove atti terroristici. La paura è, tuttavia, che la dottrina e le istituzioni wahhabite possano servire da portavoce a organizzazioni più violente. (continua)

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