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“Scarsa correlazione tra lockdown e contagi”. Firmato: capo del programma di studi sulla sicurezza presso l’Università di Tel Aviv

Io non sono contro i vaccini, sarebbe illogico, ma obietto sul metodo. Sono disgustato per la propaganda martellante (h24) e l’arruolamento di influencer e quant’altro, come si trattasse di vendere contratti luce-gas. Diffido delle continue menzogne e dei tentativi martellanti , la serie di privazioni, ricatti per condurre all’adozione di un vaccino sperimentale come soluzione di tutto.

Non è onesto per scopi terzi eliminare la possibilità di cure adeguate, e sono dittatoriali ed anticostituzionali misure come coprifuoco, l’annichilire i giovani e la scuola, deprimere irreversibilmente l’economia. Peraltro queste limitazioni non hanno alcuna motivazione medico-scientifica. Infine, impedire cure efficaci, ed abbinare alla pandemia un Grande Reset ‘per vivere meglio’ in un modo che non è mio, riguarda anche la sfera esistenziale e religiosa e non attiene solo alla sfera sanitaria.

Detto questo, ognuno scelga a secondo la condizione personale, lavoro e l’età. Questa non è la scelta che mi interessa. La mia attenzione è su un altro livello, non posso non mostrare il mio disappunto per le continue incongruenze e contraddizioni che vedo. L’attivismo governativo italico e globale sovranazionale ha portato ad una psicosi generale che si alimenta di una informazione propaganda che strumentalizza la cura della persona, e per questo adotta la lettura dei dati come meglio crede.

Su tutto questo, per chi vuole, esistono innumerevoli pubblicazioni scientifiche e testimonianze di scienziati che hanno denunciato il perfezionarsi di un ‘nuovo regime terapeutico’ e di controllo. Del tipo che da sempre le dittature hanno sempre sognato.

Credo che il fatto più eclatante è che in realtà non esiste una sensibile correlazione tra le misure di lockdown, coprifuoco e la diffusione del virus.

In proposito, ecco uno stralcio dalla pubblicazione American Institute Economic Research:

“Prove schiaccianti a questo punto sembrano suggerire che dopo aver controllato i vari valori anomali, le risposte politiche più radicali come gli ordini rimanere a casa e le chiusure delle attività commerciali [cinema, palestre etc] hanno una minima correlazione con l’interruzione del Covid-19. Dopo aver preso in considerazione il danno economico e sociale di politiche da lockdown, diventa insostenibile il caso del loro utilizzo a lungo termine.
Questo fatto è stato accennato [da alcuni studi] quasi dall’inizio della pandemia ed è sempre più confermato dagli ultimi dati..

Jeffrey Tucker ha osservato sin dal luglio del 2020 che

“Già a metà aprile sono sorte delle domande. Il prof Isaac Ben-Israel, capo del programma di studi sulla sicurezza presso l’Università di Tel Aviv e presidente del Consiglio nazionale per la ricerca e lo sviluppo, ha esaminato i dati in tutto il mondo e ha concluso che il virus va e viene dopo 70 giorni indipendentemente dalle politiche adottate. Non ha trovato alcuna relazione tra le politiche di blocco, la trasmissione del virus e i decessi. “

Nell’agosto del 2020, ho notato in un’analisi qui che sembrava esserci poca correlazione tra i blocchi in tutto il mondo e la correlazione con il numero di contagi. Alcuni dei paesi più severi come il Belgio e il Regno Unito hanno avuto alcuni dei peggiori risultati. Le politiche che sembravano funzionare in alcuni paesi come il Brunei sono state copiate e replicate in altri paesi come il Perù con scarso successo. ”

patrizioricci by @vietatoparlare

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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