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Zero Hedge pubblica una sorta di “necrologio” per l’ormai ex ministro delle finanze tedesco, Schäuble. Arrivato al termine della sua carriera politica, il truce Schäuble continua a difendere il progetto di “integrazione europa”, passando per “europeista”, ma ammonisce che i tempi sono maturi per una nuova grande crisi finanziaria, e dice perfino che “non avremo per sempre delle fasi economiche positive come quella attuale”.
di Tyler Durden, 8 ottobre 2017
A seguito del risultato deludente di Angela Merkel e della sua CDU nelle elezioni tedesche, che hanno sospinto i populisti di AfD all’interno dell’establishment politico con 92 membri nel parlamento federale, la prima vittima è stato il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, che entro qualche giorno dovrebbe rinunciare alla carica che ha occupato a lungo e assumere il ruolo più che altro simbolico di presidente del Bundestag. Nel suo giro di addii, Schäuble – come molti altri ex membri dell’establishment – ha sparato contro lo stesso sistema che ha contribuito a creare, ammonendo che “i livelli di liquidità e di debito globale, che stanno crescendo a dismisura“, e le nuove bolle, rappresentano un grosso rischio per l’economia mondiale.
Parlando al Financial Times, l’eurofilo ex ministro delle finanze, adorato in Germania per aver guidato efficacemente una delle maggiori economie mondiali negli ultimi otto anni, e che ha quasi portato alla Grexit nell’estate 2015, ha detto che c’è il rischio che si formino “nuove bolle” a causa dei bilioni di dollari che le banche centrali stanno pompando nei mercati. Confermando un’altra paura diffusa dalla propaganda di Putin dai media alternativi, Schäuble ha avvertito anche dei rischi di instabilità nell’eurozona, specialmente di quelli posti dai bilanci delle banche, appesantiti da un’eredità post-crisi fatta di crediti in sofferenza. Si tratta di qualcosa di cui vi abbiamo avvisato fin dal 2012, ma il problema resta ampiamente irrisolto.
Forte sostenitore del rigore fiscale e della riduzione del debito, Schäuble ha dominato la risposta della politica europea alla crisi del debito nell’eurozona, ed è stato ampiamente diffamato in Grecia e in altri paesi come architetto dell’austerità. Ma sarà ricordato soprattutto come il più ardente dei politici europeisti nel governo della cancelliera Angela Merkel, abile a vendere i benefici dell’euro e dell’integrazione europea a una opinione pubblica tedesca spesso scettica.
Per sottolineare la propria tesi, Schäuble ha affermato che il voto sulla Brexit dello scorso anno ha dimostrato quanto “folle” sia stato ascoltare i “demagoghi che dicono che stiamo pagando troppo per l’Europa“. “Da un certo punto di vista hanno dato un grosso contributo all’integrazione europea“, ha detto. “Ma nel breve termine questo davvero non aiuterà la Gran Bretagna“.
Prima della sua ultima riunione col ministero delle finanze, lo scorso lunedì, Schäuble “ha cercato di rassicurare gli alleati della Germania che il sorprendente successo di AfD non modificherà in alcun modo l’impegno del paese verso la democrazia liberale“.
“Non c’è alcun rischio che la Germania ricada nel nazionalismo“, ha detto. Gli elettori di AfD sono insoddisfatti, si sentono esclusi, sono arrabbiati contro ciò che percepiscono come ingiustizia, e sono preoccupati del modo in cui il mondo sta cambiando. “Ma non c’è ragione di pensare che la democrazia e lo stato di diritto siano in pericolo“, ha detto.
Tuttavia, dando uno sguardo più ampio all’attuale regime finanziario, Schäuble ha ammonito che il mondo corre il rischio di “incoraggiare la formazione di nuove bolle“.
“Gli economisti di tutto il mondo sono preoccupati per il crescente rischio che deriva dall’accumulazione di liquidità e dalla crescita del debito sia pubblico che privato. Io stesso sono preoccupato per questo“, ha detto, facendo eco ai timori avanzati solo il giorno prima da Christine Lagarde, capo del FMI, aggiungendo che il mondo sta godendo del maggior impulso alla crescita dall’inizio del decennio, ma ha anche ammonito delle “minacce all’orizzonte” che derivano da “alti livelli di debito in molti paesi in cui ci sono rapide espansioni del credito, come la Cina, e da alti livelli di rischio nei mercati finanziari“.
Schäuble ha anche fatto eco agli ammonimenti della Banca dei regolamenti internazionali (BIS), che lo scorso mese aveva detto che il mondo si stava abituando troppo al denaro a basso costo e che tassi di interesse più alti avrebbero potuto danneggiare la ripresa economica globale.
Al contempo Schäuble ha difeso l’austerità, dicendo che questa parola “letteralmente è un modo anglosassone di descrivere una solida politica finanziaria che non vede necessariamente l’aumento dei livelli di deficit come una cosa positiva“. Il presto ex ministro delle finanze ha poi battuto un colpo all’indirizzo del Regno Unito:
“Il Regno Unito si è sempre preso gioco del capitalismo renano“, ha detto, confrontando il modello sociale di mercato tedesco, orientato al consenso, con il modello anglo-americano del libero mercato e della deregolamentazione. “Ma abbiamo visto che gli strumenti dell’economia sociale di mercato sono più efficaci per affrontare la crisi finanziaria…rispetto ai paesi in cui è sorta la crisi“.
Certo, il successo tedesco – quasi interamente conseguenza della moneta unica, che ha impedito al marco tedesco di rivalutarsi – è avvenuto al costo di una serie di crisi nei paesi del Sud Europa. Sfortunatamente ciò ha portato a un’intera generazione di giovani disoccupati in paesi come la Grecia, l’Italia e la Spagna.
Per finire, in accordo con la sua tenebrosa figura, le ultime parole di Schäuble sono state di pessimismo:
“Dobbiamo assicurarci di essere abbastanza resilienti di fronte alle nuove crisi economiche“, ha aggiunto. “Non avremo per sempre delle fasi economiche positive come quella attuale“, ha concluso l’allegro 75enne.
Forse Wolfy si sta preoccupando troppo: dopotutto, secondo Janet Yellen, “non vedremo più altre crisi nel corso della nostra vita“. Certo. E se anche ciò dovesse accadere le banche centrali saranno preparate a iniettare bilioni per mantenere a livelli artificialmente elevati i mercati e la “ripresa”, cioè per calciare il barattolo un altro po’ più in là.
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