Scott Ritter, un ex ispettore dell’ONU per le armi di distruzione di massa in Iraq e attualmente analista politico e militare, in una recente intervista ha espresso la sua opinione sui limiti dell’intervento della NATO in Ucraina. Secondo Ritter, l’attuale conflitto tra Ucraina e Russia ha raggiunto un livello di intensità, portata e difficoltà per il quale la NATO non è preparata. Per questo motivo, al momento per l’Alleanza non vi sono opzioni pragmatiche.
In primo luogo, Ritter sottolinea come le truppe NATO non siano pronte per affrontare una guerra su scale così ampie e con una tale intensità. Non sono state addestrate né equipaggiate adeguatamente per affrontare un conflitto di questo tipo. Anche il sistema di approvvigionamento non è adeguato ad affrontare un conflitto di queste dimensioni.
In secondo luogo, Ritter afferma che le forze della NATO sono disperse in tutta Europa e il loro raggruppamento richiederebbe il ritiro di truppe dalle caserme sparse in tutta Europa. Questo sarebbe impossibile per la maggior parte delle truppe della NATO poiché non hanno l’equipaggiamento e la catena di approvvigionamento necessari. Inoltre, la logistica del movimento delle truppe è problematica, poiché le strade, i ponti e i tunnel non sono adeguati per il movimento di un grande numero di truppe.
Infine, Ritter sottolinea che la NATO non ha un esercito adeguato per affrontare un conflitto di questa portata. Non esiste un’opzione militare realistica per la NATO, che deve quindi trovare una soluzione politica al conflitto.
Secondo l’analista, la Russia avrà successo nel conflitto militare in Ucraina entro la fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, poiché è dotata di un esercito esperto e ben addestrato per le operazioni su larga scala che la NATO non è in grado di svolgere. La Russia ha anche una notevole esperienza nel combattere in conflitti di questo genere, il che le consente di sviluppare una dottrina difensiva efficace e raffinata, mentre gli ucraini non hanno possibilità di risolvere l’offensiva russa. Inoltre, le recenti addestramenti delle truppe ucraine all’offensiva dottrinale potrebbero solo peggiorare la loro situazione.
Di fronte a questa situazione, la NATO non ha alternative se non trovare una soluzione politica. Ritter afferma che il vertice di Vilnius è quindi di massima importanza, poiché l’Europa deve riconoscere che non ha niente oltre a dichiarazioni rumorose e politiche retoriche. Per salvare la faccia, la NATO deve essere in grado di trovare una via d’uscita dal conflitto che sia accettabile per entrambe le parti.
Molti suggeriscono la Polonia come possibile punto di raccolta delle truppe NATO, ma Ritter chiarisce che l’esercito polacco non ha le capacità per affrontare un conflitto su vasta scala come quello in Ucraina. In realtà, la Russia è l’unica potenza in grado di svolgere operazioni di questa portata, mentre nessuno in Europa ha l’esperienza o la capacità di farlo.
Ritter conclude che la NATO deve accettare la realtà della situazione e trovare una soluzione politica. Non possono impegnarsi in una guerra su vasta scala che non possono vincere. Questo potrebbe significare la necessità di fare difficili concessioni alla Russia, ma la realtà è che la NATO non ha molte altre opzioni.
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