Esiste, già in atto da tempo, un attacco a tutti i valori che resistono all’ideologia neoliberista: la famiglia, la salute, il lavoro, e naturalmente la scuola. Quest’ultima è diventata l’emblema, il banco di prova per l’esercizio di poteri tanto arbitrari quanto incontrollabili. Per l’UNESCO si tratta dell’ “esperimento di più vasta scala nella storia dell’istruzione”.
L’isolamento fisico e psicologico, l’asservimento terapeutico, il condizionamento sociale, l’annichilimento culturale… tutti obiettivi concentrici che servono a forgiare materiale umano conforme e obbediente, perché la deculturazione è una chiave di sottomissione. Ci siamo chiesti che effetto avrà questo sconvolgimento sulle vite dei nostri figli? (Byoblu)
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Ecco la trascrizione (fino al minuto 19.00) che ho fatto per invogliarvi a vedere il video (magari se siete in giro, gli date una letta e poi lo vedete con calma).
Il video dura un’ora, ma vi consiglio di sentirlo perché va al fondo alla questione scuola, specialmente se siete genitori o insegnanti:
Il contenuto dell’intervista, che io chiamerei “definitivo” è di Elisabetta Frezza. Laureata in giurisprudenza all’università di Padova, giurista, autrice di libri, scrive su Ricognizioni e sul Mondo Piccolo:
Parliamo di scuola perché siamo di fronte a trasformazioni epocali e anche la scuola per come l’abbiamo sempre conosciuta quasi potrebbe non esiste più.
Sono in atto una serie di determinazioni sconvolgenti che dovrebbero mettere sull’attenti tutti i genitori. Eppure non tutti ancora se ne rendono conto che cosa sta succedendo, ma adesso questa emergenza ha letteralmente stravolto la scuola – che deviata dalla propria finalità della propria stessa ragion d’essere – è diventata proprio il banco di prova per l’esercizio di poteri di poteri arbitrari quanto incontrollati e incontrollabili di una politica che è minacciosamente scivolata verso il sopruso istituzionalizzato.
L’abbiamo visto ora: questa irruzione così violenta e anche improvvisa della distopia ha fatto sì che sia stato possibile una sorta di grande esercitazione generale.
L’Unesco ha detto che si è trattato dell’esperimento di più vasta scala nella storia dell’istruzione. Evidentemente quello che hanno in programma è di normalizzare questo esperimento cioè di capitalizzare i risultati di questo esperimento per per renderli correnti nella scuola di oggi.
Ecco, l’effetto collaterale di questo è che la gente se ne è resa conto. Quindi ha intuito i soprusi e gli abusi che probabilmente a partire da settembre colpiranno i nostri figli.
Adesso ci tengono ancora appesi a un incertezza e questo fa parte del gioco perché probabilmente se ci svelassero subito quello che succederà a settembre avremmo anche forse la possibilità di adottare delle contromisure ma questo ha avuto appunto come effetto collaterale quello di accendere finalmente i riflettori sulla scuola.
Questo è un argomento negletto, un argomento che è sempre rimasto ai margini del dibattito politico. Anche qui, non per caso: perché evidentemente lavorando ‘sotto traccia’ si riesce bene a impacchettare qualcosa che poi viene propinato a gente non del tutto consapevole che prende il pacchetto a scatola chiusa e che non si rende conto di quello che che effettivamente c’è dentro [in programma]. Quindi ci saranno grossi rivolgimenti purché però si capisca – e questo è un punto fondamentale – che questo meteorite che verrà sganciato nella scuola non colpirà un edificio integro ma colpirà un edificio che è già in uno stato fatiscente.
[Di questo edificio] Sì, rimangono in piedi solo le pareti ma in realtà dentro è un cumulo di macerie e cioè [ciò che sta per avvenire] sarà veramente il colpo di grazia a un pachiderma che è già agonizzante.
Vediamo in sostanza ciò che in un colpo solo questo shock ha reso possibile: vediamo intanto l’isolamento fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi poi il condizionamento sociale (cioè l’addestramento a comportamenti conformi , questo a prescindere da ogni voglia di ragionevolezza a questo si dovranno abituare), poi l’asservimento terapeutico (cioè un controllo sanitario che lambisce la dittatura sanitaria) e poi da ultimo (ma non tanto da ultimo) un totale annichilimento culturale delle nuove generazioni.
Ora questo annichilimento culturale procede per due direttrici la prima è la l’informatizzazione (cioè l’ipertrofia del digitale e quindi la digitalizzazione forzata), adesso ogni bambino, ogni ragazzo verrà munito del proprio dispositivo elettronico che è in predicato di prendere il sopravvento su di lui con tutte le conseguenze che questo ha sulla smaterializzazione dei processi di apprendimento, sulla disumanizzazione dell’educazione e anche sulla totale alterazione di quelli che sono i rapporti umani fra docenti e allievo e degli scolari fra di loro.
Questo è un aspetto che è stato anche ampiamente approfondito da varie associazioni in questo periodo però c’è un altro aspetto di questo azzeramento culturale che riguarda il fatto che la scuola è svuotata di tutti i suoi contenuti propriamente culturali. Mi riferisco insomma alle materie fondamentali. Quelle che abbiamo studiato un po’ tutti. Correlativamente viene riempita di un contenuto, vengono usati tanti contenuti ‘usa e getta’ ad altissimo potenziale ideologico, ovviamente in linea tutti con il monopensiero obbligatorio.
Perché, qual è l’obiettivo fondamentale? L’obiettivo fondamentale è quello di forgiare materiale umano standardizzato obbediente e di facile manipolazione. Perché la deculturazione è una chiave di sottomissione.
Cioè chi è culturalmente depresso non è in grado di intralciare le simmetrie del potere e non è in grado strutturalmente … non è capace di cogliere i fatti, i loro nessi causali, la genesi, le conseguenze dei fatti perché fluttua in questo eterno presente iper tecnologico e omogeneizzato mentre dall’altra parte, chi ha in mano questo telecomando … ecco qui si sono resi conto che il telecomando funziona benissimo perché è alimentato dalle pile potenti della paura e veramente produce degli effetti strabilianti.
Chi ha in mano il telecomando sa bene che innanzitutto bisogna diserbare il campo perché non vi cresca più il pensiero, perché si atrofizzi la memoria e che regni incontrastata la la fuga dalla realtà, il vuoto dell’idea. Il vuoto il vuoto chiaramente poi si può riempire con qualsiasi cosa sia funzionale al mantenimento del potere costituito. Ci sono tanti strumenti per fare questo. Uno di questi è la televisione con i programmi trash spazzatura continui.
Questi programmi sono simili alle app che spingono le persone a fare i contenuti brevi. I contenuti brevi sono per forza di cose superficiali. Si abitua il cervello a pensare per brevità e per superficialità. In questo,
chiaramente lo strumento principe è questa protesi tecnologica che hanno fornito agli scolari e bambini e ragazzini.
(…)
Ecco che tutto sommato questa è un’occasione straordinaria per capire come è ridotta la scuola italiana. Ma per capire anche chi l’ha ridotta così è perché è stata ridotta così: la scuola è dove si programma il futuro. Nella scuola si possono plasmare, si possono manipolare le nuove generazioni. C’è un bendidio di pongo umano in cui affondare le mani a scuola e questo chi comanda lo sa bene.
Perchè si capisca: ecco che questo che non si tratta di un processo degenerativo casuale che dipende dalla incapacità di chi ci ha governati ma che dipende da un disegno ben preciso che ha una sua regia è dimostrato anche dal fatto per esempio che c’è un apparato cristallizzato inamovibile che presiede alle istituzioni centrali e le istituzioni periferiche e che è insensibile agli avvicendamenti politici, agli avvicendamenti di governo.
Cioè c’è questo esercito di gnomi che lavora indefessamente, evidentemente per portare a compimento un disegno che una regia superiore (anche alla politica) ha stabilito. Questo esercito, questo apparato, si avvale di una propria lingua di una lingua parallela che è quella che vige nel mondo della scuola.
E’ un po’ una lingua esoterica… ecco una lingua iniziatica esoterica che è fatta di una serie di locuzioni che sono poi quelle che poi si trovano se tu apri e leggi il testo della ‘Buona Scuola’, quella oscena legge 107 renziana che è uno scrigno di trovate devastanti ma anche se si leggono delle fonti subordinate, le circolari ministeriali o le circolari interne (e ancora anche i top, i piani triennali dell’offerta formativa che ogni singola scuola adotta e in cui chiaramente si rende tributaria di questo linguaggio.
E’ un linguaggio fatto di tante formulette oscene che dovrebbe portare [a richiamare ] – in primo luogo – il senso estetico di chi abbia almeno un po’ dei bei suoni e sensati della propria lingua madre nell’orecchio. Il linguaggio ripetuto è un mezzo di eversione.
(…)
La scuola – cioè cosa dovrebbe essere – è il luogo di trasmissione del sapere e luogo dove lo scolaro, attraverso lo studio – ma anche attraverso l’insegnamento del maestro maestro in senso lato – acquisisce nel tempo lungo della formazione tutte quelle conoscenze che formano un patrimonio culturale che poi serve per affrontare il mondo, le cose della vita; ma oltre a questo acquisisce anche gli strumenti logici per formare l’impalcatura dentro cui riporre questo bagaglio.
Quindi la scuola non dovrebbe inseguire tutto quanto si muove intorno a noi ha un ritmo frenetico (…) la scuola dovrebbe attrezzare culturalmente, intellettualmente i ragazzi rimanendo un passo indietro rispetto alla vita dei ragazzi, anche due passi indietro rispetto alla vita per permettere di elevare lo sguardo al di sopra del contingente. Cioè dare proprio le fondamenta , i mattoni del sapere.
Oggi invece che cosa succede? C’è un proliferare di pseudo educazioni. Un proliferare di insegnamenti molto superficiali che oltretutto inculcano la superficialità come sistema e che passano attraverso un esercito di di sedicenti esperti che proliferano nelle scuole muniti di un patentino rilasciato a norma europea (che non si sa bene [a che titolo] che comunque possono salire in cattedra e di fatto rapinano un sacco di ore alle materie fondamentali cioè succhiano dall’ orario curricolare dalle materie che dovrebbero invece essere autenticamente formative.
Oltretutto la funzione della scuola pubblica dovrebbe trascendere l’obiettivo strettamente privatistico del lavoro, del guadagno, della carriera. Dovrebbe avere un obiettivo superiore.
Lo dice Ortega, un intellettuale spagnolo: “l’educazione – il difficile processo formativo – aveva il compito di portare all’altezza della civiltà in cui i giovani avevano la sorte di entrare.
Allora questo è un aspetto che è andato un po’ perduto con il venir meno del senso di appartenenza a una comunità ed è andato perduto anche perché questa impostazione spiccatamente aziendalistica e mercatista della scuola (che fa il paio con la cosiddetta autonomia scolastica) ne ha distorto completamente il senso.
Ora siamo nella scuola delle competenze … delle competenze che hanno soppiantato le conoscenze. Cioè il saper fare ha soppiantato il sapere. Ora si vuole fabbricare l’homo faber, non più l’uomo che abbia una propria cultura personale che gli consenta obbligatoriamente di acquisire le competenze che sono stabilite su scala internazionale e che sono tarate sui criteri assorbenti dell’economia della finanza e e della tecnica.
Quindi tutti gli insegnamenti, tutte le materie che non abbiano una utilità in tornaconto immediato vengono spazzate via. Tipicamente la storia ha fatto quella fine. E’diventata una materia ancillare. Se pensiamo la storia antica dove poi sono proprio le radici di quello che noi siamo, la civiltà greca, la civiltà romana … viene fatta …faccio un esempio: alle elementari è sempre più ridimensionata, è ridotta a un paio di paginette. La storia greca , quella romana con tante foto.. questo le elementari, poi si passa le al triennio delle medie senza assolutamente toccarla perché parte dal medioevo la scuola delle medie e se la storia antica la si recupera al primo anno di superiori.
La storia antica oltretutto è resa ibrida in questo in questa dalla materia di geostoria. Come viene attaccata la storia si vede del resto anche dall’ultima riforma sulla maturità dove è stato tolto il tema di storia della prova principe, cioè dalla prima prova scritta di maturità.
Che è così lo si vede da mille segnali. Il fatto è che queste materie sono giudicate inutili si vede anche dall’attacco al liceo classico … se poi alla fine mi lascerai due minuti proprio per parlare di questo
(segue su video Byoblu)
Ringrazio Byoblu per l’ottimo lavoro che sta facendo per noi tutti (qui per sostegno a Byoblu).
patrizioricci by @vietatoparlare