Per anni i governi occidentali hanno promosso il valore dell’immigrazione e della diversità, ma adesso sono alla disperata ricerca di un modo per liberarsi delle loro popolazioni di migranti proprio mandandoli in quei in quei paesi che più rifiutano l’immigrazione di massa.
Secondo i termini del nuovo accordo europeo su immigrazione e asilo, gli Stati membri europei dovranno accettare un certo numero di migranti in nome della “solidarietà volontaria”, ma qualora gli stessi paesi decidessero di non accoglierli, saranno penalizzati con una tassa di 22.000 euro a migrante da versare nel “fondo della solidarietà” dell’UE. Bruxelles ha deciso di trasferire 30.000 migranti all’anno verso quegli Stati membri che non ne hanno, ma questa cifra potrebbe aumentare a 120.000 nei prossimi anni se le condizioni lo richiedessero.
Secondo le stime, l’Ungheria dovrebbe pagare circa 220 milioni di euro se non ospiterà 10.000 migranti. Se questa situazione dovesse protrarsi per un decennio,
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha affermato che le nuove regole non offrono all’Ungheria molte scelte, poiché Bruxelles sta abusando del suo potere e vuole trasferire i migranti con la forza. Orbán sostiene che l’UE sta cercando di trasformare l’Ungheria in un paese di immigrati, contro la volontà del popolo ungherese.
Approccio ideologico
Ma se l’intellighenzia UE ha dichiarato fino a ieri che “i migranti sono un punto di forza”, perché ora la UE stessa che li ha invitati, cerca di scaricarli in quei paesi dell’Europa orientale che hanno rifiutato l’immigrazione di massa?
Ad Un esempio: la Germania ha visto un flusso massiccio di migranti che ha portato alla saturazione dei suoi sistemi sanitari, educativi ed abitativi, oltre a generare un’ondata di criminalità. Questo ha favorito l’emergere di partiti politici anti-immigrazione come l’Alternativa per la Germania (AfD), che ha raggiunto una quota di consenso del 20%. Il governo tedesco ha stimato che solo quest’anno i migranti costeranno ai contribuenti 36 miliardi di euro.
Il caso della Svezia, un tempo considerata la politica sui rifugiati più liberale d’Europa, è un altro esempio significativo. L’aumento di omicidi, sparatorie e clan di migranti hanno reso la Svezia uno dei paesi più pericolosi d’Europa, causando una forte pressione politica che ha portato all’elezione di un governo conservatore.
La migrazione è fenomeno complesso che rivela problemi mai affrontati seriamente dai ‘benefattori’
Il punto è che, nonostante gli sforzi di politici e rappresentanti dell’UE di convincere la popolazione europea che l’immigrazione di massa e la diversità siano positivi, la realtà dei fatti sembra dimostrare il contrario. La migrazione non è un fenomeno spontaneo e non può essere considerata una questione morale o umanitaria. Deve essere basata su dati concreti e verificabili, e monitorata in modo da garantire la sicurezza dei propri cittadini.
Questo nuovo patto dell’UE sembra muoversi in direzione opposta, obbligando i paesi a prendere in carico migranti che non vogliono, mentre gli Stati che hanno già visto i problemi legati all’immigrazione sembrano essere continuamente destinati a subire le conseguenze di una politica migratoria fallita. L’Ungheria e la Polonia, che chiedono da tempo un’azione più determinata sulla questione dell’immigrazione, subiranno probabilmente il peso di questo nuovo accordo.
L’UE deve quindi rivalutare la propria politica migratoria e considerare gli interessi dei propri stati membri e dei propri cittadini, così come deve garantire un approccio più realistico e basato sulla realtà dell’immigrazione esaminando le problematiche all’origine, piuttosto che incoraggiare e forzare una politica di accoglienza di massa.