Questa la situazione in Libia, come descritta dall’analista, osservatore ed esperto di politica internazionale, Stefano Orsi:
Sirte
Oggi ho dato l’annuncio dell'”Operazione Percorso per la Vittoria” lanciato da Tripoli per la riconquista di alcuni obbiettivi, preannunciando il nuovo tradimento delle tribù di Sirte.Ebbene, il gallo non ha ancora cantato che Sirte è già in mano alle GNA, le tribù hanno fatto davvero il cambio di casacca in men che non si dica, le poche truppe fedeli alle LNA di Haftar stanno abbandonando alla veloce le loro posizioni senza combattere ed abbandonando montagne di materiale.
Stessa scena presso la base aerea di Al Jufrah, uno dei tre obbiettivi da me indicato, le forze di Haftar stanno abbandonando la base che essendo nel deserto ed isolata è di fatto indifendibile.Lo sanno bene i comandanti delle milizie del generale di Bengasi e hanno dato ordine di ripiegare velocemente.Il terzo obbiettivo è Sabnah, l’antica Saba. Ma non temete domani è un altro giorno, i pozzi di petrolio torneranno presto al governo di Tripoli.Ora la palla passa interamente nelle mani degli Emirati Arabi, che oltre che aver pagato la Wagner, hanno fornito centinaia di mezzi alle LNA, in gran parte perduti, i droni, alcuni abbattuti proprio dalle inette milizie LNA, e soprattutto ora la palla passerà all’Egitto di Al SISI che non può assolutamente permetters di avere un vicino, una provincia della Turchia di fatto, governata dalla “Fratellanza Musulmana”.
Allo stato attuale, c’è molto disaccordo nei loro rapporti. Il Cairo aveva cominciato a moltiplicare l’appoggio ad Haftar (LNA) subito sopo che Erdogan aveva firmato un accordo di cooperazione con il regime di Fayez Sarraj (GNU). Tuttavia, dopo gli attuali successi delle GNU supportate dalle forze turche, l’Egitto è preoccupato seriamente perchè la Libia rischia di trasformarsi in uno stato terroristico ostile che – dopo che avrà completamente conquistato il Paese – dirigerà le proprie forze contro l’Egitto.
Sullo sfondo di questi eventi, il Cairo ha iniziato a esprimere simpatia per l’LNA e Khalifa Haftar, che si oppongono ai ‘fratelli musulmani’ delle GNU. Per questo il Cairo aveva messo a punto una sua iniziativa, appoggiata da Grecia, Cipro, Francia e Emirati Arabi Uniti contro le attività dei turchi in Libia.
Ora Haftar sta ritirando precipitosamente perdendo terreno e la tensione in questo conflitto sta crescendo ogni giorno e – sebbene il Cairo non abbia ancora intrapreso alcuna azione seria contro le forze filo-turche -, la Turchia sembra provocare in modo specifico l’Egitto e la Grecia.
Se le milizie di Haftar non si accontenteranno della vittoria e rifiuteranno la tregua offerta dall’Egitto (e Mosca) dall’8 giugno, allora l’Egitto certamente avrà qualcosa da opporre. Il potenziale militare del Cairo negli ultimi dieci anni è aumentato molte volte, gli egiziani hanno una delle flotte navali più avanzate al mondo e la sua Air Force non le è inferiore. La Turchia non si divertirà se vuole provocare l’Egitto.
La situazione in Libia dovrebbe essere affrontata a livello globale, la comunità mondiale deve prendere posizione sulla situazione e far sedere ad un tavolo i vari attori, limitando le ingerenze straniere.
patrizioricci by @vietatoparlare