Trieste: “Sei colpi di pistola in strada, poi altri colpi”

Secondo la ricostruzione un giovane straniero, accompagnato in questura insieme al fratello perché sospettato di una rapina, avrebbe in qualche modo preso la pistola di uno dei poliziotti e avrebbe cominciato a sparare; lo stesso avrebbe fatto il fratello. Uno dei due è stato immobilizzato subito, ferito dai poliziotti, l’altro è invece si è rifugiato nel seminterrato della questura ed è stato immobilizzato dopo. A perdere la vita, due giovanissimi agenti: Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, entrambi in servizio all’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Trieste (Fanpage)

Rispetto, un grazie  e una preghiera per Pierluigi e Matteo, gli agenti uccisi oggi. Certo non è l’ora delle polemiche ma mi è sembrato utile riproporre il testo di Fabio Armano, utente FB che non conosco ma che dice la sacrosanta verità:

[su_panel]Se arrestano delinquenti con troppa veemenza, finiscono indagati. Quando in 3 o 4 devono fermare il clandestino che scalcia e morde, c’è sempre la carampana PD che riprende con lo smartphone nella custodia rossa, per cercare di metterli nei guai, mentre la si sente squittire stizzita: “Piano, poverino, fugge dalle guerre! Fate piano!”

Quando si difendono sparando al rom che ha appena tentato di investirli al posto di blocco, finiscono sotto processo. Il taser non glielo hanno dato, perché potrebbe essere lesivo della dignità dei delinquenti.

Sui social abbondano le insegnanti scolastiche progressiste, gli intellettuali, e perfino un esponente di questo governo, che li coprono di insulti. Quando sfilano alla festa della Repubblica, c’e una nota esponente politica che volge lo sguardo altrove con una smorfia di disgusto, e c’è che dedica la manifestazione ai rom.

Quando finiscono in ospedale per le coltellate ricevute durante il controllo del clandestino senza fissa dimora, i giornalisti si preoccupano che il clandestino non sia stato maltrattato, e si finisce con quest’ultimo che viene rilasciato mentre gli agenti sono ancora sotto ai ferri. Se c’è la vedova di un Carabiniere a cui far visita, prima si va in carcere a trovare gli assassini di suo marito, perchè per una certa ideologia politica malata, le priorità sono importanti.

Nelle manifestazioni violente c’è chi vorrebbe schedare loro piuttosto che i delinquenti che manifestano con spranghe, molotov, e bombecarta, e pur di criminalizzarli è stato introdotto il “reato di tortura”, grazie al quale ogni spacciatore con un minimo di fantasia, può dilettarsi nel vedere finire indagati quelli che lo hanno arrestato. Rischiano di pagare più loro facendo fare un giro sulla moto d’acqua al figlio di Salvini, di quanto alla fine non pagherà il macellaio Innocent Oseghale.

Sono costretti a lavorare con i guanti da maggiordomo mentre fermano trogloditi abituati da secoli a dirimere ogni controversia a colpi di machete, perchè se durante le collutazioni negli arresti solo alzano la voce, o gli scappa un buffetto, o qualche “parolina proibita” dal neo sillogismo del politicamente corretto, sono praticamente rovinati.

Ecco, oggi Pierluigi e Matteo, Poliziotti poco più che trentenni, hanno fatto una delle poche cose che in questo paese malato possa fare un Poliziotto, senza urtare troppo la sensibilità della sinistra. Rispetto per i due agenti morti a Trieste. Disprezzo assoluto per un’ideologia aberrante e patologica, capace di ostentare un ipocrita e subdolo rispetto per le divise, solo quando il berretto d’ordinanza sta sopra una bara.

E nemmeno sempre……[/su_panel]

Con questa consapevolezza, la cosa migliore è ora rimanere in silenzio nel rispetto del dolore delle famiglie. A tempo debito occorrerà però che certe domande siano poste a chi di dovere, perché una fatalità e una fatalità ma se le fatalità si fanno sempre più frequenti e non si mette a fuoco il problema, allora è sintomo che la crisi è a tutti i livelli e non solo nell’ordine pubblico.

E che Dio abbia pietà di noi.

@vietatoparlare

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