Il sequestro di ville e proprietà di cittadini russi in Italia, il ‘new normal’ si fa strada

La polizia italiana ha sequestrato le ville e gli yacht di cinque russi nell’elenco delle sanzioni dell’UE. Secondo le autorità si tratta di un immobile per un valore complessivo di 143 milioni di euro.

Uno yacht Lady M , di proprietà del proprietario del gruppo Severstal, l’uomo più ricco della Russia, Alexei Mordashov, costa 65 milioni. Sabato mattina, nel porto di Sanremo, è stato sequestrato anche lo yacht Lena. È uno dei principali azionisti della seconda più grande compagnia di gas russa, Novatek, dopo Gazprom, e della più grande holding petrolchimica del paese, Sibur.

La polizia italiana ha raggiunto anche Villa Lazzareschi vicino alla città di Lucca in Toscana, che appartiene all’ex deputato della Duma di Stato Oleg Savchenko . Il quotidiano La Repubblica riporta anche la confisca di due ville del conduttore televisivo Vladimir Solovyov sul Lago di Como e la Sardegna.

Non si capisce in base a quale principio e che connessione possa aver riscontrato il governo italiano per arrivare ad una misura simile.

Sanzioni su beni personali e sequestri sono misure illegali giacché solo l’Onu ha la legittimità di comminare legalmente sanzioni. Queste misure anche se obbediscono ad un decreto e quindi formalmente legali in base alla procedura, non lo sono perché le motivazioni che le hanno ispirate non hanno basi solide sul piano giuridico.

È grave che in occidente in cui la proprietà privata è un diritto, si arrivi alla confisca di beni quando i soggetti colpiti non sono imputabili sul piano personale in virtù dei propri atti. Questo vale ancor di più per privati cittadini russi che hanno avuto la sola colpa di essersi radicati nel nostro paese.

Il ‘New Normal’ arriva …

Queste misure eclatanti che hanno colpito i citati cittadini russi in realtà sono atti intimidatori che hanno anche altri russi in occidente in base alla loro nazionalità, ove si è visto direttori di orchestra come Vaery Gergiev ed altri che sono in Europa per lavoro, essere obbligati a fare una pubblica dichiarazione politica contro la leadership del proprio paese. Oviamente le convinzioni personali se non trasgrediscono alle leggi del nostro paese dovrebbero essere libere, giacché si parla di libertà politica e di pensiero garantite dalla Costituzione. A maggior ragione quando non si è espressa pubblicamente alcuna posizione.

C’è da aspettarsi che, in futuro ormai vicino, questi metodi si consolideranno e chiunque dissentirà o verrà giudicato un cattivo cittadino, potrà rischiare di vedersi il conto corrente bloccato ed i beni sequestrati, se non farà pubblica ammenda.

VP News

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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