Il documento conclusivo del Sinodo sulla sinodalità, svoltosi nell’ottobre 2023, è stato pubblicato senza adottare posizioni definitive riguardo a modifiche dottrinali sulla questione LGBT o sull’ordinazione delle donne. Tuttavia, presenta significative richieste di cambiamenti nel governo e nella vita quotidiana della Chiesa. Il rapporto, composto da 41 pagine, è stato pubblicato il 28 ottobre dopo un mese di sessione sinodale. Durante il sinodo, sono stati presentati oltre 1.000 emendamenti al testo iniziale, che sono stati adottati tra giovedì e sabato.
Il rapporto non costituisce un documento finale, ma piuttosto un riassunto delle principali discussioni e dialoghi emersi durante il sinodo. Il sinodo ha affrontato questioni controverse, come l’ordinazione delle donne, l’accoglienza delle persone LGBT, i matrimoni poligami, i divorziati risposati, i preti sposati e il governo laico della Chiesa. Questi argomenti hanno suscitato preoccupazioni tra alcuni cattolici riguardo all’orientamento del sinodo.
Il rapporto non fornisce dichiarazioni definitive su questi temi, ma invece chiede ulteriori discussioni e approfondimenti. Le votazioni sui paragrafi del rapporto hanno evidenziato opinioni divergenti, ma alla fine, tutti i paragrafi sono stati approvati con la necessaria maggioranza dei due terzi.
Nonostante le discussioni su temi come l’ordinazione delle donne e le benedizioni delle persone dello stesso sesso, il rapporto non presenta chiaramente l’insegnamento definito della Chiesa su questi argomenti. Sottolinea invece l’importanza della “sinodalità” e della partecipazione dei fedeli nelle decisioni ecclesiali.
Il sinodo si è concentrato sulla “sinodalità”, promuovendo la partecipazione e il dialogo all’interno della Chiesa. Il rapporto propone anche nuovi ministeri laici, inclusa l’istituzione di un ministero per le coppie sposate. Tuttavia, non fornisce dichiarazioni definitive sull’ordinazione delle donne, ma sottolinea la necessità di ulteriori ricerche teologiche e pastorali su questo tema.
Sull’argomento LGBT, il rapporto non sostiene esplicitamente le benedizioni delle persone dello stesso sesso, ma afferma che la Chiesa deve affinare la sua comprensione delle questioni LGBT. Il termine “LGBTQ” non appare nel rapporto, nonostante fosse presente nell’Instrumentum Laboris, che ha guidato le discussioni del sinodo.
Il sinodo sulla sinodalità continuerà con una seconda sessione nel 2024, e si prevede che possano emergere decisioni e proposte più concrete. Mentre non ha portato a dichiarazioni definitive su questioni controverse, il rapporto segna un potenziale cambiamento radicale nella vita della Chiesa, promuovendo la partecipazione democratica dei fedeli e indebolendo l’autorità dei vescovi.
Questa la relazione di LifeSiteNews sulla fine dei lavori:
È stato pubblicato il tanto atteso rapporto finale del Sinodo sulla sinodalità, evitando di dare risposte dirette su questioni controverse, ma spingendo un approccio “sinodale” continuo alla vita generale della Chiesa.
CITTA’ DEL VATICANO ( LifeSiteNews ) –– È stato pubblicato il documento conclusivo del Sinodo sulla sinodalità dell’ottobre 2023, senza alcuna presa di posizione definitiva in termini di tentativi di alterare l’insegnamento della Chiesa sulle questioni LGBT o sull’ordinazione femminile, ma contenente una serie di sottili ma significative chiede cambiamenti nel modo di governare la Chiesa e nella vita quotidiana.
Il rapporto di 41 pagine è stato pubblicato nella tarda notte del 28 ottobre, mentre la sessione durata un mese del Sinodo sulla sinodalità giungeva al termine e i partecipanti si riversavano frettolosamente dall’Aula Paolo VI. La versione iniziale del testo ha dato origine a oltre 1.000 emendamenti da parte dei membri del sinodo, secondo i funzionari sinodali, il che significa che tali emendamenti dovevano essere adottati tra giovedì sera e sabato pomeriggio.
Il contenuto del rapporto , come già notato dai funzionari sinodali, non vuole essere un rapporto finale, e nemmeno il testo che costituirà la base della riunione sinodale dell’ottobre 2024. Contiene piuttosto, come si legge nella relazione di sintesi, «gli elementi principali emersi nel dialogo, nella preghiera e nel confronto che hanno caratterizzato questi giorni».
“Alcuni temono di essere costretti a cambiare; altri temono che nulla cambierà e che ci sarà troppo poco coraggio per camminare al ritmo della Tradizione viva», si legge nel capitolo 1, paragrafo g. (Superato dal 326 al 18)
Il Sinodo è stato particolarmente segnato da polemiche a causa dei temi di discussione. L’ Instrumentum Laboris ha costituito la base delle discussioni, il che significa che i 465 partecipanti al sinodo e gli oltre 300 membri sinodali votanti hanno discusso (tra gli altri argomenti) questioni sulle donne diaconi ; “accogliere” individui LGBT, poligami, divorziati e “risposati”; preti sposati; governo laico.
Di fronte a tali temi – sui quali la Chiesa si è già pronunciata chiaramente – numerosi cattolici hanno espresso forte preoccupazione per l’orientamento e gli intenti del Sinodo sulla sinodalità. Tuttavia, interrogato da LifeSiteNews durante l’evento, un cardinale membro del sinodo ha rifiutato di confermare se i membri aderissero all’insegnamento della Chiesa durante le discussioni su tali questioni.
Le sezioni del rapporto di sintesi che hanno visto livelli di opposizione particolarmente elevati si trovavano nei capitoli 9, 11, 12, 15.
Il rapporto presenta le discussioni sul tema stesso della “sinodalità”, per poi affrontare gli argomenti più scottanti. Anche se i sostenitori radicali delle questioni LGBT o delle donne diacono non avranno raggiunto i loro obiettivi, il rapporto evita tuttavia di proclamare chiaramente l’insegnamento della Chiesa già definito su tutte queste questioni.
In effetti, il rapporto si caratterizza più per la sua natura generica che per le argomentazioni particolarmente degne di nota avanzate. I paragrafi contengono richieste di ulteriore discussione su una serie di argomenti, piuttosto che presentare richieste concrete o decisioni formulate.
Ogni paragrafo veniva votato a turno e doveva essere approvato con una maggioranza di almeno due terzi: non erano ammesse le astensioni. Sebbene questo incontro sia unico in quanto ha consentito per la prima volta agli elettori laici, il rapporto non ha diviso i risultati delle votazioni per status laico o clericale. Sono stati presentati i semplici risultati numerici.
Ogni paragrafo è stato approvato, anche se nessun paragrafo ha ricevuto il 100% di approvazione, poiché sono sempre state registrate obiezioni: solo tre paragrafi avevano una sola obiezione.
Ogni capitolo del rapporto è diviso in tre sezioni: sintesi delle discussioni, questioni da affrontare e proposte presentate.
Commentando il numero sorprendentemente elevato di voti che hanno approvato passaggi controversi, soprattutto relativi al diaconato femminile, il relatore generale cardinale Jean-Claude Hollerich ha detto ai giornalisti di essere sorpreso e “contento di quel risultato”. Ha aggiunto che il voto su questa particolare questione “significa che la resistenza [sic] non è così grande come si pensava prima”.
Il rapporto evidenzia in particolare la continuazione della cultura della discussione che ha caratterizzato il Sinodo negli ultimi due anni. Sebbene meno esplicito su alcuni temi rispetto ai documenti precedenti, il rapporto di sintesi pone le basi per codificare essenzialmente la “modalità sinodale” della discussione prolungata su questioni morali o dottrinali già decise, e il concetto di approvazione a maggioranza nella Chiesa con parità di voto potere tra laici e clero.
“Avere questa libertà e apertura cambierà la Chiesa, e sono sicuro che la Chiesa troverà delle risposte, ma forse non la risposta esatta che questo o quel gruppo vuole avere, ma risposte [con le quali] la maggior parte delle persone potrebbe sentirsi bene e ascoltato”, ha detto il cardinale Hollerich del Sinodo sullo stile e il processo della sinodalità.
Descrivendo anche la disposizione del sinodo – che si è tenuto nell’Aula Paolo VI, anziché nell’abituale aula sinodale, per accogliere la disposizione della tavola rotonda – il rapporto afferma che questa disposizione fisica è stata altamente significativa. Il passaggio è particolarmente chiave per comprendere il concetto del nuovo stile di vita democratico proposto dal Sinodo sulla sinodalità:
«Lo stesso modo in cui si è svolta l’Assemblea, a partire dalla disposizione delle persone sedute in piccoli gruppi attorno ai tavoli rotondi nell’Aula Paolo VI, paragonabile all’immagine biblica del banchetto nuziale (Ap 19,9), è emblematico di una riunione sinodale Chiesa e immagine dell’Eucaristia, fonte e culmine della sinodalità, con al centro la Parola di Dio. Al suo interno culture, lingue, riti, modi di pensare e realtà diverse possono impegnarsi insieme e fruttuosamente in una ricerca sincera sotto la guida dello Spirito. (Superato da 339 – 5)
“Tutto il cammino, radicato nella Tradizione della Chiesa, si svolge alla luce del magistero conciliare”, si legge nel messaggio di apertura della relazione.
È stata offerta una sorta di definizione di sinodalità, presentata come un evento intrinsecamente ecumenico che doveva essere “inteso come il cammino dei cristiani con Cristo e verso il Regno, insieme a tutta l’umanità”. La definizione continuava che la “sinodalità” doveva essere:
…orientata alla missione, comporta la riunione in assemblea ai diversi livelli della vita ecclesiale, l’ascolto reciproco, il dialogo, il discernimento comunitario, la costruzione del consenso come espressione del farsi presente vivo di Cristo nello Spirito, e la presa di decisioni in corresponsabilità differenziata. (Superato 340 – 4)
Tuttavia, il testo aggiunge che c’è “la necessità di chiarire il significato della sinodalità a diversi livelli, dall’uso pastorale all’uso teologico e canonico, scongiurando il rischio che sembri troppo vago o generico, o appaia come una moda passeggera”. (Superato 341 – 3)
È stato lanciato un appello a “sperimentare e adattare la conversazione nello Spirito” – che è stato il modus operandi del Sinodo sulla sinodalità – insieme ad “altre forme di discernimento” nella vita più ampia della Chiesa, “valorizzando secondo le culture e contestualizza la ricchezza di diverse tradizioni spirituali”. (Paragrafo approvato da 332 – 12)
Coerentemente con i temi dell’uguaglianza ecumenica e gerarchica emersi dal processo, il rapporto sostiene che tutti i battezzati sono completamente uguali in dignità, evitando di discutere sulle diverse tipologie e modalità di perdita della dignità: «tra tutti i battezzati esiste un autentico uguaglianza di dignità e comune responsabilità nella missione, secondo la vocazione di ciascuno”. (Superato dal 318 al 26)
Il sacramento del battesimo è apparso come un nuovo strumento a sostegno della “sinodalità”: il rapporto afferma che esso “non può essere compreso in modo individualistico” e che “il contributo alla comprensione della sinodalità che può venire da una visione più unitaria dell’iniziazione cristiana .” (Superato da 337 – 7)
Nel rapporto sono contenuti anche temi coerenti relativi agli stili di governo “sinodali” e all’attività regolare nella vita quotidiana della Chiesa, evidenziando il cambio di regime promosso dal Sinodo sulla sinodalità.
Ciò è particolarmente evidenziato per quanto riguarda il ruolo delle donne, con il rapporto che esprime addirittura un appello “urgente” affinché il diritto canonico venga modificato per consentire più ruoli di governance femminile:
C’è un urgente bisogno di garantire che le donne possano partecipare ai processi decisionali e assumere ruoli di responsabilità nella pastorale e nel ministero. Il Santo Padre ha aumentato significativamente il numero delle donne in posti di responsabilità nella Curia Romana. Lo stesso dovrebbe accadere ad altri livelli della vita della Chiesa. Il diritto canonico dovrebbe essere adattato di conseguenza. (Superato dal 319 al 27)
Uno sguardo sulla potenziale nuova forma della comprensione diaconale è stato fornito nella sezione 4, in cui si sostiene che “come parte del ripensamento del ministero diaconale, si dovrebbe promuoverlo affinché sia più fortemente orientato al servizio ai poveri”. (Superato da 337 – 7)
Un’altra sezione ha sottolineato la “necessità ampiamente segnalata di rendere il linguaggio liturgico più accessibile ai fedeli e più incarnato nella diversità delle culture”. (Superato dal 322 al 22)
È stata rappresentata anche l’attuale concentrazione del Vaticano sulle questioni relative al cambiamento climatico, con un appello affinché “i fondamenti biblici e teologici dell’ecologia integrale [siano] integrati in modo più esplicito e attento nell’insegnamento, nella liturgia e nelle pratiche della Chiesa”. (Superato dal 328 al 16)
Il testo che affronta la questione delle migrazioni evidenzia gli appelli al “rispetto delle tradizioni liturgiche e delle pratiche religiose dei migranti” come parte di una “autentica accoglienza”, evitando di sollecitare la promozione del cattolicesimo. In un paragrafo con un numero relativamente elevato di obiezioni, si è menzionata la “sensibilità” necessaria in luoghi dove “l’annuncio del Vangelo è stato associato alla colonizzazione e persino al genocidio”. (Superato da 312 – 32)
Sono stati inoltre menzionati gli appelli ad un maggiore dialogo e all’unità tra Oriente e Occidente, insieme ad un focus sull’ecumenismo. A tal fine, il Battesimo è stato posto ancora una volta al servizio della “sinodalità”, affermando il testo: “per mezzo di esso, [il Battesimo] tutti i cristiani partecipano del sensus fidei e per questo vanno ascoltati con attenzione, indipendentemente dalla loro tradizione, come ha fatto l’Assemblea sinodale nel suo processo di discernimento. Non può esserci sinodalità senza dimensione ecumenica”. (Superato dal 316 al 28)
Così anche la Santa Eucaristia è stata vista e utilizzata come un aiuto per la “sinodalità”, con richieste fatte per dare la Comunione ai non cattolici. La cosiddetta “ospitalità eucaristica” è stata evidenziata come una questione “particolarmente sentita dalle coppie interreligiose”.
La questione dell’ospitalità eucaristica (communicatio in sacris) dovrebbe essere approfondita nelle prospettive teologica, canonica e pastorale alla luce del legame tra comunione sacramentale ed ecclesiale. Questo problema è particolarmente sentito dalle coppie interreligiose. Indica anche una riflessione più ampia sui matrimoni misti. (Approvato da 321 – 23)
Ministero, diaconi e clero
La tanto attesa richiesta di diaconi donne – che sarebbe contraria all’insegnamento della Chiesa – non è stata fatta nella relazione di sintesi. Tuttavia, il capitolo pertinente (9) ha registrato il livello più alto di obiezioni durante la votazione.
Le discussioni sulle donne diaconi sono state riassunte come accolte da alcuni come un ritorno a “una pratica della Chiesa primitiva” o una “risposta necessaria ai segni dei tempi, fedele alla Tradizione”. Il rapporto prendeva atto delle obiezioni di quei cattolici che facevano eco all’insegnamento della Chiesa secondo cui tale mossa sarebbe “in discontinuità con la Tradizione”. (Superato 277 – 69)
Il testo invita inoltre a proseguire la “ricerca teologica e pastorale” sul diaconato femminile e chiede che i risultati delle commissioni 2016 e 2020 sul tema siano presentati nella riunione di ottobre 2024. (Approvato 279 – 67) Pertanto, mentre nel rapporto non sono state fatte affermazioni definitive a sostegno del diaconato femminile, la condanna della Chiesa del diaconato femminile come impossibile è stata apparentemente ignorata, con richieste così promosse di ulteriore discussione sull’argomento.
Sono stati lanciati anche appelli per nuovi ministeri per i laici, in particolare per “istituire un ministero” per le coppie sposate. (Superato da 308 – 38)
Il celibato sacerdotale, come osservato in queste pagine , veniva discusso insieme al diaconato femminile. In questa luce è stato lanciato un appello a una “riflessione più approfondita” sul diaconato stesso, notando che ciò potrebbe “illuminare la questione dell’accesso delle donne al diaconato”. (Approvato da 285 – 61) Tale commento è stato fatto di sfuggita dai membri del sinodo ai giornalisti, suggerendo che è in corso un tentativo di cambiare la comprensione del diaconato, piuttosto che spingere immediatamente a istituire le donne come diaconi. Se tale mossa dovesse avere effetto – istituendo di fatto una versione laica del diaconato – potrebbe essere un tentativo da parte dei sostenitori dell’ordinazione femminile di raggiungere il loro obiettivo di una forma di “parità” con i preti, cercando allo stesso tempo di evitare una chiara condanna di essere eretico.
Padre James Martin, SJ, ha detto al dissidente National Catholic Reporter di essere “’deluso ma non sorpreso’ dal risultato per i cattolici LGBTQ”. In effetti, il Sinodo ha discusso della necessità percepita di “accogliere” i “divorziati risposati, le persone in matrimoni poligami, le persone LGBTQ+ [sic]”.
“C’erano opinioni ampiamente divergenti sull’argomento. Vorrei, tuttavia, che alcune di quelle discussioni, franche e aperte, fossero state catturate nella sintesi finale”, ha affermato Martin.
Anche se il testo non difende le benedizioni delle persone dello stesso sesso, sostiene che la Chiesa ha un modo obsoleto di intendere le questioni LGBT. Afferma:
Talvolta le categorie antropologiche che abbiamo sviluppato non sono sufficienti a cogliere la complessità degli elementi che emergono dall’esperienza o dalla conoscenza delle scienze e necessitano di affinamento e ulteriore approfondimento. È importante prendersi il tempo necessario per questa riflessione e investire in essa le nostre migliori energie, senza cedere a giudizi semplificatori che feriscono le persone e il Corpo della Chiesa. (Superato 307 – 39)
La terminologia “LGBTQ” non è apparsa nella relazione di sintesi, a differenza dell’Instrumentum Laboris che ha guidato i lavori. Si tratta di un’assenza particolarmente notevole, soprattutto se si considera la concentrazione di domande sul tema dell’omosessualità durante le conferenze stampa, quasi quotidiane.
Interrogato da LifeSiteNews durante il sinodo sugli argomenti omosessuali nelle discussioni sinodali, il cardinale Leonardo Steiner, membro votante, ha sostenuto che c’è una visione contrastante sul tema delle benedizioni per lo stesso sesso, aggiungendo che Papa Francesco ha pianificato le riunioni sinodali del prossimo anno per affrontare l’argomento. specificamente.
Ma col passare del tempo, il messaggio proveniente dal tavolo di briefing della sala stampa è stato più conciso: i funzionari si sono mossi verso una linea più unitaria, affermando che il tema dell’evento era la “sinodalità” e non le benedizioni dello stesso sesso, o le donne diaconi, anche se il gli stessi funzionari avrebbero dichiarato come tali argomenti fossero stati effettivamente discussi quello stesso giorno.
Per quanto riguarda l’ Instrumentum Laboris chiede un “benvenuto” per coloro che vivono relazioni “poligame”, il rapporto di sintesi afferma anche:
In modi diversi, anche le persone che si sentono emarginate o escluse dalla Chiesa a causa della loro situazione matrimoniale, identità e sessualità chiedono di essere ascoltate e accompagnate e che la loro dignità sia difesa. Un profondo senso di amore, misericordia e compassione per le persone che sono o si sentono ferite o trascurate dalla Chiesa, che desiderano un luogo in cui tornare a “casa” e sentirsi al sicuro, essere ascoltate e rispettate, senza paura di sentirsi giudicate. L’ascolto è la premessa per camminare insieme alla ricerca della volontà di Dio. L’Assemblea riafferma che i cristiani non possono mancare di rispetto alla dignità di nessuna persona. (Superato dal 326 al 20)
Una difesa molto più concreta della poligamia è venuta però dai vescovi di Africa e Madagascar, la cui Conferenza episcopale si è detta incoraggiata “a promuovere il discernimento teologico e pastorale sulla questione della poligamia e l’accompagnamento alla fede delle persone appartenenti a unioni poligame”. .” (Superato da 303 – 43)
Nella Sala Stampa della Santa Sede si è levato un certo malcontento da parte di giornalisti alla ricerca di testi più radicali a sostegno delle tematiche LGBT. Ma il cardinale Mario Grech – segretario generale della Segreteria generale del Sinodo – ha difeso il testo, affermando che tutti i paragrafi hanno ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria.
Anche se il Sinodo sulla sinodalità dovrebbe concludersi nell’ottobre 2024, il cardinale Hollerich ha dato ancora un altro indizio sul fatto che il processo probabilmente non finirà effettivamente lì. “In realtà il processo inizia dalla fine del processo” ha detto ai giornalisti presentando il rapporto di sintesi.
Ha accolto con favore il fatto che “una Chiesa sinodale cercherà più facilmente di parlare di questi argomenti [argomenti controversi] rispetto al passato”.
Il rapporto di sintesi è ora affidato alle conferenze episcopali di tutto il mondo, che hanno il compito di promuoverlo presso le congregazioni di loro competenza. I partecipanti all’incontro di ottobre si riuniranno nuovamente in Vaticano il prossimo ottobre per la seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità. Importanti cardinali e funzionari sinodali hanno suggerito che è probabile che dalla sessione del 2024 emergano decisioni e proposte più concrete.
Per coloro che sono alla ricerca di dichiarazioni definitive che approvino le benedizioni omosessuali o l’ordinazione femminile – che violerebbero entrambe la dottrina cattolica – tali speranze saranno state deluse. Tuttavia, in un modo meno immediatamente visibile, la relazione di sintesi del sinodo presenta un progetto per un cambiamento radicale della vita quotidiana della Chiesa, in quanto rifiuta di presentare l’insegnamento della Chiesa sulle controverse questioni morali e sostiene una democrazia di stile parlamentare di uguaglianza tra i laici. e del clero, e continua il processo di indebolimento dell’autorità dei vescovi.
Il Sinodo sulla sinodalità ora procede ancora una volta a livello locale, mentre le preoccupazioni dei fedeli cattolici restano inalterate.
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