Il portale amico ORA PRO SIRIA ha recentemente messo in evidenza la situazione in Siria, condividendo due importanti contributi: uno proveniente dall’agenzia SIR e l’altro dall’associazione Pro Terra Sancta. Questa iniziativa mira a riaccentrare l’attenzione sulla Siria, un paese che sembra essere stato dimenticato dal nostro contesto mediatico, nonostante la sua ricca storia e il suo ruolo come emblema di coesistenza pacifica tra comunità musulmane e una comunità cristiana autoctona.
Invece di sostenere questo patrimonio di convivenza e di aiutare il paese nel suo naturale percorso verso la prosperità, si è assistito, purtroppo, allo sforzo occidentale di finanziare frange più radicali all’interno della comunità islamica, allo scopo di distruggere lo stato siriano e sostituirlo con un altro più accondiscendente agli ordini esterni.
Nel primo articolo l’agenzia SIR ricorda che il 15 marzo ha segnato l’ingresso della Siria nel suo 14° anno di guerra, una situazione descritta dal cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2009. Zenari evidenzia la grave crisi umanitaria che affligge il paese, con 16,7 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria, quasi tre quarti della popolazione. La povertà è diffusa, e la mancanza di cibo e medicine spinge molti, soprattutto giovani e professionisti qualificati, all’emigrazione, con un significativo aumento dell’apprendimento del tedesco tra gli studenti di medicina, mirando al lavoro in Germania.
Il conflitto di Gaza ha peggiorato la situazione, con frequenti raid aerei israeliani in Siria. Nel settore sanitario, il progetto “Ospedali aperti”, promosso da Zenari e gestito dall’ONG italiana Avsi, ha fornito assistenza a circa 141mila malati poveri in sei anni, senza distinzioni di etnia o fede.
L’Agenzia SIR evidenzia che l’imminente Conferenza sul futuro della Siria, prevista a Bruxelles, solleva interrogativi riguardo alla sua potenziale efficacia, sottolineando la necessità di una soluzione politica che vada oltre il semplice sostegno umanitario.
Ma la ricerca di una risoluzione politica rimane incerta finché le potenze occidentali persistono nella loro strategia di destabilizzazione dello stato siriano, una tattica che sembrano aver portato a termine con successo. Questa dinamica si complica ulteriormente ora che il confronto con la Russia, alleata chiave del governo siriano e attore decisivo nella lotta contro l’ISIS in Siria, si è intensificato trasformandosi in un conflitto aperto in Ucraina.
Ovviamente Zenari non scende nei particolari data la sua funzione molto delicata, ma descrive comunque una realtà dura, con mezzo milione di civili morti, tra cui 29mila bambini, e la metà della popolazione prebellica sfollata. La comunità cristiana, in particolare, soffre, con due terzi dei cristiani emigrati, perdendo una tradizione millenaria in vari campi.
Nel secondo articolo pubblicato, Jean Francois Thiry, coordinatore dei progetti di Pro Terra Sancta ad Aleppo, descrive una situazione difficile in Siria, dove la maggior parte delle persone desidera fuggire a causa del peggioramento delle condizioni economiche, nonostante la riapertura di alcune attività commerciali grazie agli sforzi delle chiese locali. Il lavoro delle chiese è fondamentale per fornire supporto alla popolazione, specialmente ai cristiani locali, e per promuovere la coesione tra le comunità religiose, superando divisioni e risentimenti storici. Pro Terra Sancta si impegna a sostenere i cristiani ad Aleppo, riparando le abitazioni e promuovendo l’interazione tra comunità cristiane e musulmane per consolidare la fratellanza e la solidarietà. Nonostante molti ritengano che la guerra sia terminata, le sanzioni economiche e la corruzione interna impediscono una pace effettiva. Thiry, colpito dalla fede incondizionata dei cristiani siriani durante una visita a Damasco nel 2017, vive ad Aleppo con l’obiettivo di condividere la vita con la popolazione locale, sostenuto dall’affetto e dalla gratitudine che riceve.
Le iniziative di sostegno alla popolazione siriana, come quelle promosse da mons. Zenari e da Pro Terra Sancta, rappresentano un faro di speranza in un contesto altrimenti desolante, sottolineando l’importanza di non dimenticare la Siria e di impegnarsi per una soluzione che porti speranza e aiuto concreto a chi soffre nel paese. Queste azioni, tuttavia, gettano anche una luce critica sulle potenze occidentali, le quali sembrano intrappolate in una logica autodistruttiva, mirata a preservare un’egemonia ormai minacciata dalla transizione verso un mondo multipolare.
L’approccio che le potenze occidentali dovrebbero adottare è quello di una comunità globale basata sul rispetto reciproco e sulla cooperazione, piuttosto che sulla ricerca di un profitto unilaterale. Tuttavia, la leadership occidentale sembra cieca di fronte a questa prospettiva, perseguendo politiche che non solo falliscono nel promuovere il progresso e la libertà per i popoli, ma che alimentano ulteriormente la divisione e il conflitto.
Questa situazione riflette una crisi più ampia, una crisi di pensiero e di valori, che vede i cittadini occidentali, indipendentemente dal loro orientamento politico, sostenere inconsapevolmente una leadership che, pur presentandosi in forme diverse, propone in realtà lo stesso prodotto: un approccio alla vita e alla politica privo di una vera profondità spirituale ed esistenziale.
Charles Péguy ci ricorda che il pensiero stesso è un evento, un’occasione per riconnettersi con qualcosa di più grande di noi, che Dante definiva “l’Alto Fattore”. La visione cristiana, espressa nella frase di San Paolo “noi abbiamo il pensiero di Cristo”, ci invita a superare una concezione meramente materialistica e utilitaristica della realtà, riconoscendo che il vero profitto è spirituale ed esistenziale, legato all’esperienza dell’essere umano come creatura divina.
Finché i governanti e i popoli continueranno a perseguire un concetto di profitto ridotto a guadagno materiale, ignorando la dimensione spirituale e l’invito a pensare in termini di un Tutto in tutto, la prospettiva di un futuro di pace e di speranza per la Siria e per il mondo intero rimarrà un obiettivo arduo, sostenuto solo dalla fede. In questo contesto, la sfida è quella di costruire un pensiero libero, un pensiero che sia costantemente legato al Tutto, riconoscendo in esso la fonte della nostra stessa salvezza e della promessa intrinseca all’umanità.
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Colletta Pro Terra Sancta
Il Comitato di Emergenza della Chiesa in Siria ha preparato un progetto a sostegno delle famiglie in difficoltà per affrontare l’inverno nel miglior modo possibile. Le regioni che ne beneficeranno sono quelle di Aleppo e Lattakia. I beneficiari totali del progetto sono circa 7.000 persone e il budget totale è di un milione di us$ per una durata di 9-12 mesi. Il Dicastero, su richiesta del rappresentante pontificio in Siria, ha finora trasferito seicentomila us$ a questo scopo.
Lo scoppio della guerra in Gaza, dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso, ha paralizzato la Terra Santa. La mancanza di pellegrini e turisti ha messo in difficoltà migliaia di famiglie. Il Dicastero sta seguendo lo sviluppo della situazione, dimostrando la propria vicinanza attraverso la delegazione apostolica a Gerusalemme, il Patriarcato Latino e la Custodia di Terra Santa. Il Santo Padre ha l’intenzione di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra Santa.
COME DONARE:
https://www.collettavenerdisanto.it/sostienici/
Quando donare?
Il Venerdì Santo o in altro giorno opportuno
In tutte le chiese e in tutti gli oratori, appartenenti sia al Clero diocesano che religioso, una volta l’anno – il Venerdì Santo o in altro giorno designato dall’ordinario del luogo –, insieme alle particolari preghiere per i nostri fratelli della Chiesa di Terra Santa, si raccoglie la colletta, a loro destinata.
I fedeli saranno avvertiti, con congruo anticipo, che detta colletta sarà devoluta per il mantenimento non solo dei Luoghi Santi, ma prima di tutto delle opere pastorali, assistenziali, educative e sociali che la Chiesa sostiene in Terra Santa a beneficio dei loro fratelli cristiani e delle popolazioni locali.
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