Le forze autodifese nazionali curde (YPG) hanno chiesto alle autorità siriane di stabilire il controllo sui territori che stavano lasciando, in particolare Manbij, al fine di proteggerli dall’invasione turca. Nella dichiarazione di YPG viene indicato che le truppe curde si concentreranno nella lotta contro il gruppo terroristico dello Stato Islamico a est del fiume Eufrate:
“Offriamo forze governative siriane che sono obbligate a difendere il nostro stesso paese, le persone e le frontiere a stabilire il controllo sulle aree dalle quali ci saremo ritirati con le nostre forze, in particolare Manbij, e proteggere queste aree dall’invasione turca”
Russia Today conferma che le forze armate siriane e la polizia militare russa sono entrate nella città di Manbij innalzando la bandiera in risposta agli appelli della popolazione. In realtà i dati oggettivi (video, foto etc), indicano che l’esercito siriano si è attestato sulle 3 vie di facilitazione che copre i tre ingressi a Manbij e non è entrato nel centro città. Quando avrò questi dati oggettivi lo comunicherò.
Comunque la Turchia ha ordinato ai gruppi dell’Esercito Siriano Libero (FSA) schierati in prima linea nella città settentrionale di Manbij di ritirare e porre fine allo stato di emergenza, l’agenzia siriana Step News riferita nelle ore tarde del 30 dicembre.
Secondo l’agenzia di stampa filo-opposizione, Ankara si è ritirata dai suoi piani per attaccare la città strategica, che è detenuta dalle forze democratiche siriane (SDF), a seguito dell’incontro ad alto livello russo-turco che si è tenuto a Mosca due giorni fa. (https://southfront.org/turkey-orders-fsa-to-withdraw-from-frontlines-with-manbij/)
Intanto un gruppo di 50 militari USA del contingente di stanza ad Hasaka, hanno lasciato la città con Hammer e blindati e si sono diretti in Iraq.
E’ da segnalare che è stato preparato un nuovo piano sulla presenza USA in Siria. Questo piano potrebbe dovrebbe prevedere la presenza di un piccolo numero di truppe americane per assicurare la valle dell’Eufrate e coordinare la lotta contro l’ISIS. Tale piano prevede anche un coordinamento più stretto tra gli Stati Uniti e la Turchia nella Siria nord-orientale. Un diplomatico statunitense con una vasta esperienza di lavoro con la Turchia guiderà i negoziati tra Stati Uniti e Turchia.
Quasi invariata finora,la situazione ad al Tanf. In questa zona non ci sono stati cambiamenti nello stato delle forze della coalizione e del gruppo militante filo-USA Magavir al-Tawra all’interno della zona di de-escalation . In questo caso il piano di ritiro che sarà impostato a breve, prevederà il mantenimento della base di Tanf sotto la protezione degli Stati Uniti, nonostante il ritiro delle truppe.
Quindi mentre i vecchi piani militari statunitensi a lungo termine sono stati cancellati, la fase successiva sarà basata su una nuova strategia.
Trump probabilmente sarà costretto a rallentare il ritiro ma lui è convinto che quelle missioni non servano a niente anzi peggiorano le cose . Però gli hanno chiesto di ritardare, la pressione è forte al punto di rottura e così, ciò non vuol dire che smobiliterà dalle regioni che non sono essenziali per la lotta contro l’ISIS. Prima di mettere in atto la sua strategia dovrà cambiare la sua squadra presidenziale e sostituirla con dissidenti . Finchè resta Bolton etc non può essere supportato e con Mattis fa capire che ne ha coscienza .
Intanto il Consigliere per la sicurezza nazionale USA Bolton intanto è volato in Turchia e Israele, spiegando le azioni degli Stati Uniti in Siria. Ora si ha l’impressione che gli Stati Uniti assegnino un grosso ruolo alla Turchia, ci sono alcuni accordi. E questo è già un cambiamento. Sullo sfondo di questi eventi, si registrano attacchi aerei dell’aviazione russa e lanci di razzi Jisr al Jugur, che potrebbe essere l’anticipo di una nuova avanzata.
Contemporaneamente, il gruppo navale di stanza nel mediterraneo della Marina russa, il 30 e il 31 dicembre, prevede svolgerà un addestramento delle missioni di combattimento con l’attuazione pratica di lancio di razzi e artiglierie nell’area antistante Tartus .
Intanto si ha notizia che Teheran e Baghdad hanno concordato una cooperazione per l’annientamento dell’ISIS. Ciò comprende il mettere in comune attrezzature, posti di comando, specialisti. Tutto per una causa comune. Per questo gli aerei iracheni sono stati autorizzati – senza aver bisogno di farlo di volta in volta – ad entrare nello spazio aereo siriano per operare contro l’ISIS.