A Damasco è arrivata una delegazione iraniana guidata dal capo del ministero degli Esteri Abdollahian. Si sono svolti colloqui con il presidente Assad e il capo del Ministero degli Esteri.
Il diplomatico iraniano, in una dichiarazione ai giornalisti, ha annunciato lo scopo della sua visita: tenere ulteriori consultazioni con il presidente Al-Assad e il ministro Al-Mekdad sul rafforzamento delle relazioni bilaterali, nonché discutere questioni regionali e internazionali di attualità.
Gli iraniani assicurano che la Siria sarà “intera e indivisibile“, cioè senza forze di occupazione turche. Apparentemente, a tutti interessa l’accordo di Erdogan con Assad e la Siria sembra chiedere garanzie internazionali (Federazione + Iran) che dopo l’incontro dei presidenti di Siria e Turchia, l’esercito turco lascerà effettivamente la Siria.
President al-Assad to Abdollahian: Damascus is keen on communication and coordination of stances with Tehranhttps://t.co/xn8aCws7Dz
— SANAEnglishOfficial (@SANAEnOfficial) January 14, 2023
“L’Iran si fida pienamente delle posizioni e delle decisioni siriane, qualsiasi dialogo tra Siria e Turchia, se serio, è un passo positivo verso il raggiungimento degli interessi di entrambi i paesi e della regione”, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abdollahian.
Abdollahian discusses in Damascus latest regional and international developmentshttps://t.co/BSFuY16UNC
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L’agenzia siriana d’informazione SANA riferisce che “Il presidente Al-Assad ha ribadito che la preoccupazione per le aspirazioni del suo popolo è al centro di tutte le posizioni dello Stato siriano e ha avvertito che i negoziati con la parte turca non andranno avanti se non perseguirà l’obiettivo di porre fine all’ Sostegno e occupazione alle organizzazioni terroristiche”.
La prossima riunione dei vertici del ministero della Difesa di Siria e Turchia potrebbe svolgersi a metà febbraio, tuttavia giunge la notizia che l’artiglieria turca ha ucciso un generale di brigata siriano della 135a brigata della Guardia repubblicana siriana nel villaggio di Mayasa, a nord-ovest di Nubbol, a sud di Afrin (provincia di Aleppo).
Nell’ultimo anno, l’artiglieria turca ha colpito il villaggio di Mayasa cinque volte – ogni volta i militanti hanno riferito felicemente di aver colpito la roccaforte combinata delle SDF curde e dei siriani.
Questa volta, a seguito di un’incursione di artiglieria, quattro soldati siriani sono rimasti feriti: due soldati e due ufficiali. (https://t.me/codziennik_BK/9719).
Inoltre, militanti di Tharir al Sham (HTS) stanno attaccando di nuovo le posizioni siriane da Idlib. Altri tre soldati siriani sono stati uccisi:
https://southfront.org/three-syrian-soldiers-killed-on-greater-idlib-front-in-yet-another-attack-by-hts-photos/
Probabilmente qualcuno in Turchia non vede di buon occhio il tentativo in corso di riavvicinamento tra Turchia e Siria. Potrebbe essere che le formazioni filo-turche stiano agendo attivamente per far naufragare un accordo, giacché si apprende che nei territori controllati dal filo-turco “Syrian National Army” nella parte settentrionale della Siria, si sono svolte manifestazioni per le dimissioni del “governo ad interim” al potere.
I manifestanti protestano contro il possibile riavvicinamento della Turchia e dei suoi gruppi controllati al governo di Damasco che non tollerano che Ankara abbia deciso di avviare un dialogo con le autorità siriane.
Simili proteste hanno avuto luogo anche in altre città occupate dalle forze filo-turche: Idlib, Afrin, Marea, Tell Abyad, Rajo e Jarablus.
Se non questa chiave di lettura non fosse corretta, a giudicare dai fatti si direbbe che Ankara stia mettendo ben poco impegno nelle trattative. Ma questo sarebbe strano, perché, secondo alcune fonti “Erdogan sta usando usa la riconciliazione con la Siria come stratagemma per la rielezione”(https://thecradle.co/Article/news/20326).
VPNews