l’unica fonte di queste notizie è l’ “Osservatorio siriano per i diritti umani”, organizzazione che non ha mai fornito la lista dei nomi delle vittime e che fa capo a un unico anonimo attivista.
A sentire i media occidentali più accreditati, la verità sull’attuale situazione politica in Siria è unica, semplice, evidente, incontestabile; e davanti alla presa di coscienza di tale verità i governi occidentali non possono che rispondere militarmente, affiancando la rivolta del popolo siriano e destituendo il dittatore. Leggendo i principali giornali di mezzo mondo, tutto sembra chiaro: il regime di Bashir al-Assad si fa ogni giorno più violento, l’uccisione di donne e bambini è diventata quotidiana, addirittura 400 bambini sarebbero morti dall’inizio del conflitto, tra cui sedici neonati prematuri, uccisi dall’esercito lealista per mezzo del taglio della corrente all’ospedale che li ospitava (notizia poi rivelatasi falsa); l’arroganza del potere – quindi – sembrerebbe non conoscere limiti, tanto che l’esercito arriva a sparare contro gli osservatori ONU inviati a monitorare il rispetto del cessate il fuoco. Persino alcuni soldati cominciano a disertare, a rifiutarsi di sparare e – per questo – verrebbero giustiziati. In poche parole: al-Assad è impazzito. Pur di sedare le rivolte interne e mettere a tacere i suoi oppositori, arriverebbe a rischiare una guerra con l’occidente. La Francia, infatti, ha già reso più che palesi le sue intenzioni d’attacco, gli USA affermano oggi che la loro pazienza è finita, mentre Russia e Cina – che finora hanno sostenuto il governo di al-Assad – cominciano a tentennare.
Stando al racconto dei media di main stream, questa è l’unica interpretazione possibile. Se però si prova addentrarsi di più e meglio nel contraddittorio coacervo dell’informazione riguardante il Medio Oriente si scopre che la fonte prediletta dalla maggior parte dei mezzi di informazione – dalla Reuters, alla CNN, da Le Monde ai quotidiani nostrani – è una sola e non è verificabile, tanto che in più occasioni ha fornito notizie poi rivelatesi false. Tale fonte si fa chiamare Osservatorio siriano per i diritti umani – ma l’Osservatorio è composto da un unico soggetto e non ha mai fornito l’elenco con i nomi delle vittime, limitandosi a dare numeri e informazioni riguardanti l’età, lo “schieramento politico” e il genere sessuale degli assassinati. Il controllo delle notizie risulta quindi impraticabile. Questo non significa certo che tutte le voci di disperazione che arrivano dalla Siria siano un’invenzione, significa che ci sono diverse inesattezze nel racconto mediatico; inesattezze che – se sommate l’una all’altra – non possono che evidenziare il desiderio di ingigantire la ferocia della repressione di Assad.
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