Ieri i villaggi a nord di Hama, sottoposti all’accordo di riconciliazione nazionale, sono stati attaccati dalle milizie islamiste del gruppo Jund al Aqsa (una sub-unità del gruppo al-Nusra) e da un gruppo ceceno che fa capo al Free Syrian Army.
di Patrizio Ricci – LPL News 24
I jihadisti hanno attaccato in forze con l’obiettivo di catturare la città strategica di Mhardeh, situata nel nord-ovest della campagna del Governatorato di Hama. Il giornale ‘Almasdar News’ riferisce che Jund Al-Aqsa ed i loro alleati jihadisti sono già riusciti a catturare tre villaggi nel nord Hama, e sono avanzati ad ovest verso la città di Helfaya, che si trova alla periferia di Mhardeh. Qui i ‘ribelli’ jihadisti dopo una violenta battaglia contro le forze paramilitari deputate alla difesa locale, hanno già sequestrato la metà di Helfaya.
Posti a protezione dei villaggi attaccati, c’erano gli uomini della Forza Nazionale di Difesa e quelli del Syrian Social Nationalist Party (SSNP): si tratta di gente comune, quasi sempre cinquantenne, che ha imbracciato il fucile sopratutto per la preocupazione di salvaguardare la propria famiglia e la propria comunità. Tuttavia, nonostante l’encomiabile generosità, questi uomini ben poco hanno potuto contrapporre contro la potenza di fuoco che i salafiti hanno scatenato contro le esili difese governative. Il maggior addestramento ed equipaggiamento e i veicoli kamikaze imbottiti di esplosivo e un grande numero di missili atgm/Tow americani hanno fatto la differenza. Benchè NDF e SSNP per 4 ore abbiano contrapposto una strenua resistenza, non sono riuscite a mantenere ulteriormente le posizioni.
Ora Mhardeh, considerata la città cristiana più popolosa della Siria, è in serio pericolo. In questo momento ospita decine di migliaia di siriani sfollati provenienti dal Governatorato di Hama. I jihadisti si avvicinano a Mhardeh e all’aeroporto situato a soli 13 km dalle loro posizioni attuali: se non avverrà molto presto una poderosa controffensiva governativa, tutta l’area rischia di cadere. Da stamattina le forze governative hanno lanciato numerosi contrattacchi contro le posizioni dei salafiti coadiuvate dall’aviazione siriana ma finora gli sforzi non hanno dato i risultati sperati.
Intanto, man mano che le forze jihadiste (che l’occidente considera ‘liberatrici’) si avvicinano, la popolazione terrorizzata fugge
evacuando le proprie case. Il timore che si possa ripetere una tragedia simile a quella avvenuta nel 2013 nel villaggio a maggioranza cristiana di Sadad, è forte. All’epoca infatti, le stesse forze che oggi premono su Mhardeh, si accanirono sulla popolazione cristiana di quel villaggio. Fu una delle più efferate stragi di cristiani avvenute durante la guerra siriana: 4 chiese, di cui alcune molto antiche, furono saccheggiate e distrutte; 45 civili innocenti, donne e bambini furono torturati a morte dalle milizie jihadiste anti-Assad. I corpi di sei persone appartenenti alla stessa famiglia, furono trovati in fondo a un pozzo. Per una settimana prima della riconquista governativa, 1.500 famiglie furono tenute come ostaggio e trattenute come scudi umani.