Nelle ultime 48 l’aviazione turca ha effettuato un grande numero di attacchi aerei su obiettivi del PKK e le forze speciali turche hanno condotto incursioni nelle regioni montuose nelle aree di Sinjar e Karajak a Makhmur, nel nord dell’Iraq. Secondo fonti turche i raid aerei mirerebbero a interrompere il transito di armi da Erbil alla Siria destinato alle forze curde in Siria. Questo avviene mentre un gran numero di formazioni armate irregolari islamiste hanno aderito alla campagna che la Turchia condurrà dopo le operazioni militari preparatorie in corso.
Russia Today ha rivelato che alla campagna militare turca contro i curdi, parteciperanno i gruppi armati “Suleiman Shah” (El Bab), Dzhebhat Shamiya “(Azaz, Marea), Sukur ash Sham (Idlib) – una fazione di Fronte al Nusra, “ma non uno di quelle che stanno costantemente causando preoccupazione all’esercito siriano. Sempre RT afferma che “anche il gruppo Ahrar ash Sharqiyah espulso a Idlib si è unito ai turchi”. Oltre a queste formazioni “probabilmente, ci saranno le divisioni di Sultan Murad , la divisione Hamza, Zenki, Akhrar ash Sham e Jash Al Izza . Mentre invece le milizie Zenki, Akhrar ash Sham, Jash Al Izza rimarranno al loro posto a Hama, Idlib, Aleppo.
Ferve intanto il tentativo della CIA e dell’Aministrazione statunitense di bloccare le sopracitate milizie irregolari inquadrate all’interno dell’Esercito di Liberazione della Siria (SOA) e della Coalizione Nazionale di Opposizione e Forze Rivoluzionarie Siriane (NKRS) che si sono messe a disposizione al fianco ad Ankara. Ovviamente, l’obiettivo è quello di dissuaderle di compiere ostilità contro il YPG ed i PKK curdo e contro la Syrian Democratic Force formata dalle stesse, ad est dell’Eufrate.
In particolare, gli USA avvertono che “qualsiasi coinvolgimento di SOA e NKRS nell’operazione significherà un attacco contro gli Stati Uniti e le forze della coalizione. Ciò porterà ad uno scontro aperto con le forze della coalizione o con le forze degli Stati Uniti. L’esercito americano e le forze democratiche siriane (SDF altro nome per indicare YPG / PKK) lavorano insieme. Pertanto, è impossibile attaccare l’SDF senza danneggiare le forze della coalizione e gli Stati Uniti “, affermano i rappresentanti statunitensi.
Washington è andata ancora più oltre nelle sue minacce e consiglia l’opposizione nei loro messaggi di stare lontani dal campo di battaglia, dove le principali potenze entreranno in opposizione.
Secondo l’agenzia Anadolu, YPG / PKK ha iniziato a rafforzare la sua presenza ad est dell’Eufrate dall’ottobre 2014, grazie al supporto aereo e alle forniture di armi dagli Stati Uniti.
Oggi, YPG / PKK controllano le aree del nord e dell’est della Siria che sono ricche di petrolio e gas. Naturalmente è chiaro che l’intenzione degli Stati Uniti è quella di continuare ad utilizzare le forze curde per i propri fini, ovvero per sottrarre la parte della Siria a nord dell’Eufrate alla sovranitàdel governo centrale siriano.
Naturalmente la Turchia non si muove per tutelare gli interessi di Damasco. Il disappunto di Ankara invece nasce dal fatto che il Pentagono ha comunicato che intendeva preparare in Siria circa 35-40 mila combattenti che avrebbero risposto all’esercito USA, apparentemente per garantire la stabilità ad est del fiume Eufrate. La Turchia si oppone a questo piano, perché significherebbe trasformare l’YPG / PKK in un esercito regolare. Da qui è partita l’iniziativa militare turca, condita ovviamente dalle note pretese territoriali in Siria.
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