[su_panel]Pubblichiamo l’articolo di Marco Palombo che, come sempre, fa sottolineature e pone domande molto serie circa la guerra (non convenzionale) scatenata in Siria (sostenuta da forze esterne).
Questa volta, focalizza l’attenzione sulla propaganda scatenatasi in Europa: avviene mentre è in ancora in atto un faticoso ed incerto tentativo russo-americano di trovare un compromesso per un cessato il fuoco: la strategia del discredito è già stata sperimentata in Libia, propedeutica a ricreare con ogni mezzo l’immagine del mostro disumano; non già per la pace, ma per giustificare ‘inevitabili’ azioni legittimanti lo sterminio.
vietato parlare[/su_panel]
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[su_quote style=”wood”]Siria, dopo l’accordo, la propaganda. Per preparare cosa?
di Marco Palombo
Dopo il fragile accordo di giovedì sera a Monaco, sulla guerra siriana si è abbattuto un bombardamento pesante di dichiarazioni propagandistiche. Per preparare cosa ? Davvero è probabile un intervento dell’ Arabia saudita e la Turchia ?
Ma andiamo con ordine.
L’ accordo prevede, corridoi umanitari subito e l’ inizio di una tregua tra sette giorni, che non fermerà però i combattimenti russi e della Coalizione contro l’ Isis e Al Nusra, il gruppo antiAssad affiliato ad Al Qaeda.
Ma subito dopo l’intesa si è scatenata una guerra di propaganda dalle dimensioni inconsuete, che sembra preparare, come è stato detto esplicitamente come minaccia o perché probabile, una possibile svolta con invasione della Siria da parte di truppe dell’ Arabia saudita e della Turchia.
Così a Monaco il primo ministro francese Valls, in assenza del ministro degli esteri dimissionario Fabius, ha preannunciato prossimi grandi attentati in Europa da parte dell’Isis, la Merkel, in conferenza stampa con Erdogan, già nei giorni scorsi aveva denunciato i bombardamenti russi contro i civili e per finire, poche ore fa, Kerry ha affermato che se Assad non rispetterà la tregua, cioè i patti, l’ Arabia saudita e la Turchia potrebbero inviare in Siria truppe di terra. Truppe che da giorni sono date in procinto di entrare nel territorio siriano ma, finora si assicurava, per combattere l’ Isis.
Intanto in Italia la Bonino ha rispolverato la denuncia “Cesar”, foto di presunte torture, pagata dal ricco Qatar, una mostra che sarebbe stata rifiutata dalla camera dei Deputati e l’ esponente radicale ed atlantica ha avuto, giovedì, l’ ospitalità del Corriere della Sera,e, venerdì, del Fatto Quotidiano che oggi, sabato, ha pubblicato anche alcune foto di questa denuncia, uscita, vedi la combinazione,nel gennaio 2014 lo stesso giorno dell’ inizio della Conferenza di pace di Ginevra.
Al fuoco della propaganda, preparatoria di guerre ancora più devastanti, dobbiamo opporre la nostra resistenza di controinformazione, nelle dimensioni che riusciremo a costruire.
Perchè la nostra resistenza sia la più efficace possibile, dobbiamo dire tutta la verità che conosciamo ed evitare, o ridurre, le opinioni personali e le ipotesi complottiste e non dimostrate.[/su_quote]
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[su_panel]nota di Vietato Parlare: il dossier Caesar è composto da 53.275 foto riferite a 6.786 corpi di cui solo 27 sono stati finora riconosciuti (fonte Human Right Watch) che mostrano segni di torture ma nella maggioranza dei casi di malnutrizione.
Dall’altra parte di chi denuncia le torture è stato connivente con le umiliazioni, le esecuzioni dei soldati siriani catturati e della popolazione civile. Ci sono numerosi casi documentati e la sorte per i prigionieri è stata sempre la stessa.
I giustiziati, tra i soldati siriani fatti prigionieri sono migliaia e le loro teste mozzate non sono mostrate in un dossier ma su youtube.
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[su_heading style=”modern-1-dark” size=”19″]Giustizia o propaganda?[/su_heading]
I media in coro si sono messi a gridare che Aleppo è assediata, che i russi bombardano Aleppo, che l’attacco siro-russo ha prodotto 70.000 profughi che premono alla frontiera turca.
Hanno persino indicato sulla BBC come comandante del Free Syrian Army di Aleppo un capo di un capo militare jadista.
Non si sono accorti però che:
1) l’assedio iniquo di Aleppo è antecedente allo sforzo russo-siriano di risolvere questo genocidio che non ha nulla a che fare con motivi umanitari o di politica interna;
2) i bombardamenti russi sono stati effettuati finora fino a 20 km dalla città di Aleppo (ossia 12 miglia);
3) i 70.000 profughi sono stati sospinti verso la frontiera in molti casi dai ribelli stessi per disperdersi tra la folla con le loro famiglie (per raggiungere indenni la Turchia).
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[su_heading style=”modern-1-dark” size=”19″]Chi accusa oggi, ieri usava la Siria per far torturare i sospetti terroristi, era il programma della CIA ‘Extraordinary redintion'[/su_heading]
La pratica delle extraordinary rendition è stata ripetutamente messa in atto dai servizi segreti statunitensi – in particolare dalla CIA – con la motivazione della lotta al terrorismo avviata dopo i fatti dell’11 settembre 2001, anche se si riscontrano casi in cui già l’amministrazione Clinton provvide a riconsegnare a Stati arabi loro cittadini sospettati di terrorismo.
la pratica è stata proseguita da George W. Bush per sottrarre i sospetti di terrorismo internazionale alle garanzie del due process of law (ossia, un “giusto” processo secondo le regole del diritto processuale), giudicate perniciose per l’attività di contrasto condotta dai servizi segreti.
Per questo motivo, detta pratica si articola in due filoni:
quello delle “prigioni all’estero” che la CIA ha “gestito in proprio” per quattro anni (fino a quando Bush, nel 2006, ha deciso di concentrare i trenta appartenenti ad al-Qāʿida in Guantanamo, aggiungendoli agli oltre cinquecento detenuti ivi presenti dalla fine del 2001); quello dei sospetti che venivano inviati negli Stati di origine, o comunque in Stati il cui basso livello di difesa dei diritti umani lasciava prevedere un trattamento carcerario disumano o di vera e propria tortura.
fonte Wikipedia – per approfondimenti, continua qui
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[su_heading style=”modern-1-dark” size=”19″]Nel programma ‘Extraordinary redintion’ usate anche 17 navi USA[/su_heading]
Vedi QUI: http://www.theguardian.com/world/2008/jun/02/terrorism.terrorism
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