Quello che vi segnalo è una citazione da Orwel , trovata su: http://ermeteferraro.wordpress.com/2012/02/04/psy-ops-quando-la-guerra-si-fa-con-le-parole/#comment-115
A quando pare la tecnica del bis-pensiero è messa in atto a bella-posta per confondere il giudizio della gente, farla sentire smarrita ed incapace di leggere negli avvenimenti. Ad esempio: alcuni giorni fa come veniva riportato dai media il bombardamento di un ponte al confine con il Libano da parte dell’esercito siriano (che i giornali chiamano ‘lealisti’), il commento è stato che la distruzione del ponte sarebbe stato spregiudicatamente attuato per bloccare i profughi , sottolineando ‘specialmente donne e bambini’. Ma sappiamo tutti invece che Hezbollah sta aiutando gli insorti e che è evidente che quel ponte fosse anche utilizzato dai rifornimenti e dalle sortite della guerriglia per blitz in territorio siriano e poi per riparare in luogo sicuro. Allora non è solo ipocrisia, ma è il preciso intento di confondere la coscienza e il giudizio della gente.
Ecco uno stralcio del brano che ho sopra linkato:
“Se si vuole comandare e persistere nell’azione di comando, bisogna anche essere capaci di manovrare e dirigere il senso della realtà… […] Bis-pensiero sta a significare la capacità di condividere simultaneamente due opinioni palesemente contraddittorie ed accettarle entrambe […] La Neolingua era intesa non ad estendere ma a diminuire la possibilità di pensiero; si veniva incontro a questo fine, indirettamente, col ridurre al minimo la scelta delle parole…”
Rileggere, oggi, questi brani del romanzo orwelliano fa venire i brividi. Come non restare stupiti, poi, di fronte alla constatazione che questi due processi di “addomesticamento” e massificazione del pensiero e del linguaggio, mediante un’accurata programmazione della mente umana, erano stati previsti dall’autore intimamente legati all’uso delle tecnologie informatiche?
Programmare un linguaggio-macchina, sottolineava già negli anni ’70 il cibernetico Silvio Ceccato, comporta l’eliminazione di ogni forma di originalità biologica e culturale, allo scopo di perseguire una “oggettività” ed “universalità” comunicativa, sì da “…sopprimere i contenuti del pensiero-linguaggio che fanno riferimento alla personalità dei parlanti…” (S. Ceccato, La terza cibernetica. Per una mente creativa e responsabile, Milano, Feltrinelli, 1975)
Tornando alla cronaca di quanto sta accadendo oggi in Siria – ma è da poco accaduto in molti altri paesi arabi del Mediterraneo – è evidente che l’informazione ha fatto largo uso di tutte le tecniche neo-linguistiche per indirizzare subdolamente le menti di lettori, ascoltatori, telespettatori e cybernauti nella direzione voluta da chi ha deciso da anni chi sono i buoni ed i cattivi, facendo derivare da questo assioma tutte le altre considerazioni.