La riuscita operazione dell’esercito siriano nella provincia di Idlib non ha entusiasmato molto il presidente turco. L’agile politico, che aveva fatto buon viso a cattivo gioco per molti mesi, ha perso il coraggio, e non considera più Putin un “caro amico”, ma accusa la Russia di non rispettare gli accordi di Sochi e Astana sulla Siria. Secondo Recep Tayyip Erdogan, i tentativi di cessate il fuoco sono falliti, poiché la Russia presumibilmente sta fuorviando costantemente i turchi.
Erdogan: ”Se la situazione in Idlib non viene immediatamente normalizzata, non avremo altra scelta che riprendere la stessa strada (operazioni militari in Siria)”.
Tutta questa demagogia però crolla davanti ad una evidenza ineluttabile. La base degli accordi di Astana sulla Siria era il principio della smilitarizzazione delle zone di de-escalation. La smilitarizzazione di Idlib, come sapete, è stata affidata alla Turchia. Vladimir Putin ha avvertito che se la sua controparte turca avesse nuovamente fallito, le forze aeree russe si sarebbero unite alle forze siriane nell’offensiva contro al Qaeda (alias Tharir al Sham).
Pertanto, le regole del gioco erano note fin dall’inizio. Erdogan le accettò pubblicamente. E la sua scommessa sui combattenti siriani l’ha persa. Di conseguenza, anche un truffatore così talentuoso come Erdogan non è in grado di sedersi su due sedie. Tantomeno in tre (sono già in silenzio sulla loro avventura libica).
Perciò, i frequenti negoziati tra Putin ed Erdogan sono la prova del loro impasse, e non che ai leader piace passare tempo l’uno con l’altro.
Infine, particolarmente ridicoli sono poi i posti di osservazione turchi. Ne hanno messo appena due nella località di Seraqib, ovvero dove converge la direttiva dell’offensiva siriana verso nord di Marat al Numan. Che senso ha una cosa del genere? I posti di osservazione erano stati pensati per la stabilizzazione. Per vigilare il disarmo, per segnalare le infrazioni da parte dei belligeranti.
Naturalmente ora quei posti hanno la funzione di porre una forza di interposizione tendente a rallentare le operazioni belliche di liberazione del territorio messe in atto dall’esercito siriano.
Ciononostante non bisogna minimizzare il ruolo del presidente turco sugli avvenimenti siriani. E’ solo il dialogo tra Russia e Turchia che ha consentito che la situazione non precipitasse ulteriormente. E questo nonostante la Turchia con l’altra mano ha sempre rifornito i terroristi. Evidentemente un altro atteggiamento avrebbe messo in pericolo la Turchia stessa.
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