Una indagine accurata effettuata dai gruppi di monitoraggio Investigative Reporting Network (BIRN) e dal Progetto per il monitoraggio della Criminalità e Corruzione (OCCRPIl ha rivelato che gli Stati Uniti non hanno avuto remore nell’organizzare una colossale operazione di fornitura illegale di armi ai ‘ribelli’ nel tentativo di rovesciare il governo presieduto da Assad.
L’amministrazione americana, ha regalato armi per 2,2 miliardi di dollari a gruppi di ribelli. Tramite comandi unificati – vedi Idlib – essi sono notoriamente interdipendenti al Qeda, milizie jihadiste.
L’inchiesta rivela che tali rifornimenti sono ancora in corso nonostante lo stop di Trump. Le spedizioni delle armi sono avvenute all’insaputa dei governi dei paesi da dove sono partite.
Tra queste la più importante, è la fornitura di armi a gruppi di ribelli siriani che spesso sono transitati ad organizzazioni jihadiste come al Qaeda (vedi Kölner Stadt-Anzeiger e report di Dilyana Gaytandzhieva).
L’operazione di trasferimento di armi ai ribelli fa parte del supporto deciso nel 2013 dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama che aveva autorizzato un programma clandestino della CIA con il nome in codice ‘Legno di Sycamore‘. Lo scopo del piano è stata la formazione e la fornitura di armi a gruppi di ribelli siriani considerati “affidabili” da Washington allo scopo di rovesciare il governo presieduto dal presidente Assad.
Il piano ha consentito la fornitura alla cosidetta ‘ribellione moderata’ di miliardi di dollari in armi. E siccome le armi che potevano fornire il paesi dell’Europa orientale non era sufficienti, Cia e Pentagono si sono rivolte anche al Kazakistan, alla Georgia e all’Ucraina.
E’ da precisare che le aziende private con cui hanno stipulato contratti i militari degli Stati Uniti, sono spesso “legate alla criminalità internazionale”: è attraverso queste organizzazioni che si è provveduto all’acquisto in Europa orientale e nei Balcani, armi e munizioni di produzione sovietica per il valore di centinaia di milioni di dollari.
Secondo i rapporti, in questa operazione il Pentagono ha stanziato in tutto $ 2.2 miliardi di dollari. Di questa somma, la prima tranche da 1,2 miliardi di euro è stata finanziata dall’Arabia Saudita, dalla Giordania, dalla Turchia e dagli Emirati Arabi Uniti .
Le armi acquistate in Serbia, Bosnia, Repubblica Ceca, Kazakistan, Polonia, Romania, Croazia, l’Afghanistan, la Georgia e l’Ucraina. Poi, attraverso porti rumeni e porti bulgari e la base aerea di Ramstein le armi sono state caricate in segreto e sono state consegnate in Turchia e Giordania per lo smistamento. Lì, gli Stati Uniti e i propri alleati avevamo stabilito un centro di controllo in un’ operazione coordinata dal Pentagono e dalla Cia. Romania, Repubblica Ceca, Bosnia e Serbia non sapevano su queste spedizioni di armi verso la Siria.
Il Pentagono ha anche periodicamente utilizzato la base militare USA di Ramstein nella regione della Renania-Palatinato (Germania) per il trasferimento in Siria di armi e munizioni. Gli americani non hanno avuto nessuna autorizzazione dal governo tedesco e perciò hanno agito in palese violazione della legge del paese ospitante. La rivelazione viene da un’indagine giornalistica effettuata dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung. Il governo federale comunque ha dichiarato che non intravvede nessuna necessità di agire contro gli Stati Uniti.
Nei documenti non era scritto come utente finale la SIRIA, ma nel certificato rilasciato da SOCOM era indicatolo stesso SOCOM come utente finale. Questo è l’espediente con cui SOCOM (SOCOM è il nome dell’unità elitaria responsabile dell’assassinio di Osama Bin Laden) – ha superato ogni eventuale problema di visti e ingressi nei vari paesi ‘subordinati’.
Grazie a OCCRP sappiamo cosa c’era scritto nei certificati rilasciati da SOCOM:
Il materiale verrà utilizzato per scopi di difesa in uso diretto da parte del governo degli Stati Uniti, trasferito mediante sovvenzioni come programma di istruzione militare o di formazione o assistenza di sicurezza.
Potete osservare come la dicitura sia fortemente ambigua. Tradotto, significa che questa procedura permette agli Stati Uniti di fornire armi a qualsiasi esercito, milizia o gruppo armato nel mondo con la scusante che gli USA forniscono ‘assistenza di sicurezza’.
OCCRP riferisce anche che:
Le fabbriche in Serbia, come Krusik, produttore di missili, hanno anche drasticamente incrementato la produzione . Aleksandar Vucic, allora primo ministro serbo, ha vantato l’anno scorso che la Serbia potrebbe aumentare la propria produzione cinque volte e ancora non soddisfare la domanda.
Come tutti forse sapete, nel luglio di quest’anno, il programma per per la fornitura di armi all’ “opposizione moderata” in Siria è stata sospeso dal presidente Donald Trump.
Tuttavia un nuovo rapporto congiunto sulle consegne delle armi verso la Siria, pubblicato martedì dai due gruppi internazionali di monitoraggio, conferma che il Pentagono continua a fornire volumi record di armi alla Siria, e che il Ministero della Difesa pulisce la proprie “traccia cartacea”.
Infatti le forniture termineranno del tutto solo nel 2018:
SOCOM* comprerà ulteriori $ 172 milioni di armi quest’anno fiscale. L’elenco di shopping comprende decine di migliaia di AK-47 e RPG e centinaia di milioni di munizioni, secondo le richieste del Pentagono. Un ulteriore spesa di 412 milioni di dollari è stato richiesta dall’amministrazione Trump o budgetata per il 2018 .
Precedentemente la giornalista Dilyana Gaytandzhieva aveva condotto un’indagine giornalistica ed aveva scoperto che la CIA e il Pentagono hanno organizzato la fornitura illegale di armi, che violano una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Come si è scoperto, nel periodo 2011-2014 la CIA ed il Pentagono tramite operazioni speciali hanno organizzato acquisti di armi in Bulgaria per 500 milioni di dollari a favore dei ribelli. La Croazia ha invece fornito armi ai ribelli siriani per 6,5 milioni di dollari. Inoltre, un treno speciale ha portato le armi ucraine in Raqqa (che è la ‘capitale’ dell’ISIS”.
In questo caso, la Gaytandzhieva ha documentato che nelle operazioni illegali degli Stati Uniti sono stati coinvolti 16 paesi – Afghanistan, Germania, Arabia Saudita, Bulgaria, Congo, UAE, Ungheria, Israele, Pakistan, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Turchia e Regno Unito.
Le commesse che partivano dalla Bulgaria – per un importo non inferiore a un miliardo di dollari – sono state consegnate per tre anni, tramite vettori forniti dalla compagnia aerea Silk Way Airlines tramite voli coperti da immunità diplomatica.
Questa spregiudicata attività – che è ancora in corso – ha scatenato una guerra che finora ha causato la morte di 400.000 persone e la distruzione di un paese intero. In questo momento il governo degli Stati Uniti ha in Siria 1500 uomini che supportano le forze curde SDF. L’aviazione degli Stati Uniti tramite l’operazione Inerent Resolve è impegnata in una vasta campagna di bombardamenti che hanno uno triplice scopo: 1) fornire supporto alle forze SDF; 2) distruggere le infrastrutture dello stato siriano; 3) favorire una presenza di forze filo-americane al nord della Siria per sottrarre i pozzi petroliferi a nord di Deir Ezzor al popolo siriano. In questo modo, la Siria non avrà risorse per ricostruire e sarà più ‘malleabile’.