Siria: gravi lacune nella maniera in cui vengono date alcune notizie sui principali mezzi di informazione

Con questo post prende avvio l’attività del gruppo “la Lente” del Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria. Esso ha il compito di chiarire vari aspetti poco chiari o fuorvianti del discorso sulla guerra siriana, mettendo in luce fattori quali la scarsa attendibilità di alcune fonti o l’uso improprio di terminologie largamente utilizzate dai mass-media.

Sabato 2 agosto molti media italiani hanno ripreso una notizia riguardo il numero di morti negli scontri armati del mese di luglio in Siria. Le cifre sono state diffuse dall’Osservatorio siriano per i diritti umani in Siria (Ondus), una ONG con sede in Gran Bretagna e legata all’opposizione siriana.

Segnaliamo come nessuno dei media presi in esame abbia ricordato che le Nazioni Unite, nel luglio 2013, hanno interrotto la diffusione di stime numeriche sulle persone uccise nel conflitto siriano. Inoltre, nel gennaio 2014 Rupert Colville, portavoce del Consiglio dei diritti umani dell’ONU, giustificò l’interruzione del conteggio con l’impossibilità di fornire stime attendibili vista l’ormai scarsa e difficile presenza di ONG sul territorio siriano. Il portavoce si espresse anche sull’Ondus di Londra, affermando che le stime da esso fornite non potessero essere considerate attendibili.
(http://www.ilpost.it/2014/01/07/onu-morti-guerra-siria/|http://america.aljazeera.com/articles/2014/1/7/un-abandons-deathcountinsyria.html)

Alla luce di questo fatto, riteniamo vi siano gravi lacune nella maniera in cui vengono date alcune notizie sui principali mezzi di informazione presi in considerazione. Possiamo notare come nei tre anni della guerra siriana le informazioni diffuse dall’Ondus siano state sovente citate da tutti i maggiori media; negli ultimi mesi alcuni di essi hanno inoltre iniziato a specificare la vicinanza dell’Ondus ai cosiddetti “ribelli moderati” dell’opposizione siriana.

Va notato che in occasione della notizia sul luglio siriano, solo l’AdnKronos ha specificato la vicinanza dell’Osservatorio di Londra all’opposizione siriana, dichiarando l’impossibilità di verificare questa notizia da fonti indipendenti
(http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2014/08/02/siria-ong-solo-luglio-oltre-morti_TLM5aRNRD26kZXshZXLzAP.html).

L’Ansa ha titolato “Siria, ong: oltre 5.300 morti a luglio”, mettendo quindi in evidenza l’origine dell’informazione.
(http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/02/siria-ong-oltre-5.300-morti-a-luglio_c50d2960-2779-46c3-a4fd-8fa25e488997.html)

Ciononostante, i media che hanno ripreso la notizia dall’agenzia non hanno messo nei loro titoli il riferimento alla fonte dei dati. Ad esempio “l’Avvenire”, titolando “Siria, oltre 5mila morti a luglio”, dà per certa una notizia fornita da una fonte di parte indicata solo nel corpo dell’ articolo. È inoltre da ritenere tendenziosa la descrizione delle diverse forze impegnate nel conflitto armato: nell’ampia parte centrale dell’articolo si precisa per ben tre volte, infatti, che gli Hezbollah libanesi combattono a fianco dell’esercito siriano, ma nelle stesse righe non è presente alcun accenno alle presenze straniere nei gruppi armati dell’ opposizione. L’esercito governativo siriano viene definito come “Forze lealiste” e lo stato siriano come “regime”, sostantivi che esprimono inoltre un giudizio palesemente negativo. I combattenti stranieri nei gruppi armati anti governativi vengono citati solo nelle ultime cinque righe. Nello stesso tempo però, indicando 1.000 stranieri morti nelle file jihadiste e 100 nei gruppi filo governativi, si dimostra come sia verosimilmente maggiore la presenza straniera nelle frange antigovernative rispetto ai gruppi filo-Assad, e come questa sia quindi molto rilevante nell’insieme delle forze in lotta nel paese.
(http://www.avvenire.it/mondo/pagine/siria-5mila-morti-a-luglio-lontano-dai-riflettori.aspx)

Riscontriamo le stesse gravi lacune nella titolazione di un articolo de “Il Messaggero”, dove viene inoltre riportato che il numero dei morti nelle file governative sarebbe il più alto in percentuale dall’inizio del conflitto.
(http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/siria_morti_guerra_civile_libano_scontri/notizie/831668.shtml)

L’enfatizzazione delle “perdite inflitte al nemico” è una costante della propaganda bellica, per saperlo basta aver visto qualche film di guerra. Detto ciò, riteniamo sia opportuno che venga quantomeno segnalato quando le cifre arrivano da una ONG assolutamente non neutrale.

La Lente
Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria
5 Agosto 2014