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SIRIA – i criminali che terrorizzano Damasco promossi dall’occidente a ‘negoziatori di pace’.

I jadisti che bombardano Damasco, sequestrano civili, distruggono chiese e mettono civili in gabbia rappresenteranno ai ‘negoziatori di pace’ di Ginevra la ‘nuova’ Siria.

di Vietato Parlare

Nei prossimo colloqui di pace di Ginevra previsti per il 25 gennaio la Commissione dell’inviato speciale dell’ONU, Staffan de Mistura ha accettato la nomina di Mohammed Alloush come capo negoziatore dei gruppi di opposizione siriani. Insieme a lui come il capo della squadra negoziale di opposizione ci sarà As’ad Al-Zo’ubi, un ex generale dell’esercito siriano.

Mohammed Alloush, voluto fortemente da Ryad è il leader politico della milizia salafita Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam) colpevole di gravissimi crimini contro l’umanità . Il gruppo, presente soprattutto nella zona di Damasco, racchiude in sé più di 45 milizie , conta 20.000/25.000 uomini ed è sostenuto fortemente (sia finanziariamente che militarmente) dai sauditi .

Il cugino di Mohammed Alloush era Zahran Alloush , referente dell’intelligence saudita a Damasco e comandante in capo dell’Esercito dell’Islam. L’obiettifo finale di Zahran e dei suoi era quello di creare un califfato (al Monitor). E’ stato ucciso da un attacco aereo mirato effettuato dai russi il 25 dicembre del 2015 a Ghouta orientale (Damasco).

Zahran Alloush è stato sul libro paga dei servizi segreti saudita dal 1980. Ha suo carico molti crimini quali rapimenti  effettuati dal suo esercito e da parte di altre fazioni come al-Ajnad, Ahrar al-Sham e Jabhat al-Nusra, che hanno sequestrato individui e famiglie nella città di Adra al-Omaliyah.

E’ anche responsabile della scomparsa dell’ attivista siriano democratico Razan Zeitouneh, appunto perché democratico e visto come pericoloso per il target finale del gruppo islamista. Suo l’ordine di usare ostaggi alawiti rinchiusi in gabbie mobili come scudi umani in provincia di Damasco (vedi anche qui).

Il 21 agosto 2013 diede l’ordine di lanciare l’attacco di armi chimiche contro il sobborgo orientale Ghouta di Damasco (allora comandava il gruppo islamista radicale Liwa al-Islam fuso in seguito con Jaysh al-Islam).

Opera dei suoi gruppi anche numerosi atti vandalici e la dissacrazione di antiche chiese: la brigata ‘Qalamun libero’, dell’Esercito dell’Islam (Jaysh al-Islam), il 2 dicembre sequestrò 12 suore del convento ortodosso di Santa Tecla, nascondendole nella città di Yabrud, occupata dai ribelli, che dichiararono che avrebbero bruciato il convento e ucciso gli ostaggi, tra cui la badessa Madre Pelagia Sayaf, dopo che l’esercito si era ritirato.Nostante queste evidenze, Zahran era considerato dagli occidentali un moderato.

Ma torniamo al capo negoziatore Mohammed Alloush: all’inizio della guerra siriana i suoi primi video di propaganda , apertamente confessionali, sollecitavano l’espulsione di sciiti e alawiti da Damasco. Per ‘compensare’ queste sue note posizioni, russi e siriani hanno chiesto la presenza di altri gruppi di opposizione più moderati come negoziatori ma la proposta è stata respinta.

Come era prevedibile, la scelta come capo negoziatore di un ideologo dei terroristi, sta producendo forti attriti e tensioni alla vigilia dei negoziati di Ginevra : Mohammed Alloush abbraccia l’ideologia jihadista salafita e chiede uno stato islamico, come può rappresentare i siriani per un futuro migliore? Egli e le organizzazioni estremiste che rappresenta si oppongono sia ad un sistema repubblicano sia ai regimi democratici. Ciò che si chiede è la creazione di un Califfato islamico omayyade: tutta questa strada fatta di sangue e morte è servita per arrivare a questo traguardo?
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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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