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Siria – I curdi stanno replicando una Afrin 2

Lo stato turco continua i suoi attacchi alla Siria nord-orientale, nonostante l’accordo di Ankara e Sochi firmato con gli Stati Uniti il ​​17 ottobre 2019, a seguito degli attacchi del 9 ottobre 2019.

La Russia, garante del cessate il fuoco di Sochi a Ain ISSA, che è uno dei centri in cui si sono intensificati gli attacchi nell’ultima settimana, sta giocando un doppio gioco tra l’amministrazione siriana nordorientale e lo Stato turco.

Le bande di Sultan Murad, Hamza Division, Ehrar El Şerqiye e Süleyman Şah stanno partecipando agli attacchi sostenuti dallo Stato turco con armi pesanti.

Inoltre, l’esercito turco ha sostenuto le bande con aerei da ricognizione, mentre la Russia e le forze governative di Damasco nella regione, garanti del cessate il fuoco, si sono accontentate di assistere ai conflitti.

INCONTRO RUSSO-TURCO A ŞERGIRAK

Una delegazione della polizia militare russa si è recata nei silos di Şergirak, che è sotto il controllo dell’esercito turco a est di Ain Issa, e ha incontrato funzionari turchi.

RICHIESTE SIMILI TURCHE E RUSSE

Sebbene non ci fossero informazioni chiare sui dettagli dell’incontro, alcune fonti vicine al governo siriano hanno affermato che funzionari militari turchi hanno detto a funzionari militari russi che “gli attacchi continueranno finché le forze delle SDF e le istituzioni dell’Amministrazione Autonoma saranno nella città”.

È interessante notare che le suddette condizioni dello stato turco sono le stesse delle imposizioni della Russia all’amministrazione autonoma della Siria nord-orientale e alle SDF.

ATTACCO DOPO L’INCONTRO

Un altro punto interessante è stato che le bande hanno attaccato di nuovo poche ore dopo che gli ufficiali militari russi avevano lasciato i silos di Şergirak.

In definitiva, la Russia sta cercando di mettere Ain Issa sotto il controllo di Damasco con la tattica che sta attualmente seguendo sul campo.

@vietatoparlare


La situazione è così descritta dal blog col Cassad:

I funzionari russi, che si sono incontrati con le forze democratiche siriane (SDF) nella regione prima degli attacchi, hanno affermato che lo stato turco attaccherebbe se Ain ISSA non fosse trasferita militarmente e amministrativamente a Damasco. Il problema è che i curdi si rifiutano categoricamente di trasferire il controllo della località a Damasco.

Così, i militanti del Syrian National Army milizie filoturche – SNA) hanno annunciato la preparazione di un’offensiva sulla città di Ain Issa, nella zona della quale erano dispiegate le roccaforti dell’esercito russo.
Sono stati pubblicati in rete video dei militanti della 144a Brigata della 1a Legione della SNA, dove minacciano di prendere presto Ain Issa. I militanti stanno concentrando le forze a nord della città.

I curdi si sono ritrovati di nuovo in una situazione familiare (Afrin, Tal-Abyad, Ras al-Ain) e sembra che vogliono replicare come una ‘Afrin 2’. Se non trasferiranno la città sotto il controllo di Assad per far sì che possa proteggerla, Russia e Damasco esprimeranno preoccupazione e dispiacere per le azioni dei turchi, che con l’aiuto dei “verdi” rischiano di occupare Ain Issa (dopo il possibile ritiro dei militari russi), uccidendo un certo numero di curdi, ma non interverranno.

Il rifiuto di consegnare Ain Issa a Damasco è un’ulteriore prova che l’élite curda continua ad agire con un occhio di riguardo a Washington e che non merita alcuna fiducia, il che significa che tali situazioni per i curdi si ripeteranno all’infinito fino a quando non addiverranno a posizioni dettate dalla ragione, poiché Washington non farà nulla  se i turchi lanceranno un’offensiva (come è avvenuto con Afrin e Tal Abyad). Come hanno mostrato gli eventi precedenti, Trump precedentemente ha fatto indietreggiare molto facilmente i curdi, per non mettere a rischio ancora di più i rapporti con Erdogan. Nel contesto del cambiamento di vertice a Washington, la probabilità di una sorta di reazione energica da parte degli Stati Uniti sembra improbabile, anche se va tenuto presente che Trump non ha nulla da perdere e, al contrario, questa volta potrebbe intraprendere alcuni passi più radicali per infastidire l’amministrazione Biden. Ad esempio, avviando un conflitto aperto con un partner NATO.

Comunque in questo caso i turchi rischierebbero solo le proprie milizie, il che per loro è insignificante. Vale la pena ricordare che, nonostante tutte le contraddizioni tra Federazione Russa e Turchia, Mosca e Ankara hanno un interesse comune a lungo termine sulla questione della necessità di fa fuoriuscire gli Stati Uniti dal Rojava, il che aiuta a trovare una lingua comune.

E i curdi “indipendenti” – che in realtà stanno aiutando gli Stati Uniti a continuare l’occupazione della Siria nord-orientale – in questi scenari sono piuttosto un ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo. Da qui la ripetizione della stessa serie di decisioni, dove Erdogan fa la parte del cattivo, e la Federazione Russa fa da mediatore.

Naturalmente, se i curdi trovano una lingua comune con Damasco e accettano le condizioni della Russia, i tentativi dei militanti di assaltare Ain Issa porteranno sia al trasferimento di unità aggiuntive SAA nella città, sia al lavoro attivo delle forze aerospaziali russe contro l’avanzata delle forze dell’SNA con decine o centinaia di militanti uccisi. (…)

 

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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