Il 13 agosto, il presidente siriano Bashar al-Assad è volato in tutta segretezza a Mosca. Del suo incontro con il presidente Vladimir Putin al Cremlino, si è saputo solo il giorno dopo. Ho volutamente specificare ‘presidente’ nel titolo, perchè i media occidentali ancora oggi omettono la parola ‘presidente’.
Questo dice molto sul motivo per cui il presidente Assad è arrivato a Mosca in gran segretezza. Anche nelle altre occasioni, gli incontri tra tra Assad e Putin, si sono svolti sempre nella più totale segretezza.
Anche se in Siria, la situazione attuale è ben diversa dal 2015 (data dell’intervento russo), quando l’ISIS ed altre formazioni criminali radicali insediavano Damasco, Assad ha ancora molti nemici.
Basta solo ricordare che nel 2012 l’agenzia turca Anadolu, aveva riferito che l’esercito libero siriano (FSA) tramite i suoi sponsor, aveva offerto 25 milioni di dollari per l’estradizione di Assad “vivo o morto”. Ovviamente, sapendo chi finanziava i cosiddetti ‘ribelli’, conosciamo molto bene i mandanti di questa ricompensa. D’altra parte lo stesso Trump aveva rivelato di aver pensato di far uccidere Assad, ma era stato fortemente sconsigliato dal gen. Mattis.
Da qui la segretezza del viaggio. Sicuramente ci sarà ancora chi non disdegna questi metodi. Quindi l’apparato di sicurezza è ai massimi livelli, specialmente quando il presidente siriano si muove al di fuori dal paese.
Comunque, anche se molto poco è trapelato dell’incontro, (non c’è stata una conferenza stampa finale), si sa che si è trattato di un incontro operativo per fare il punto della situazione in Siria, una cosa molto diversa di una normale visita presidenziale.
Sul contenuto dell’incontro a porte chiuse, difficile riferire gli argomenti trattati. Tuttavia, dopo aver rivolto il saluto e congratulazioni per il suo compleanno e per il risultato delle elezioni, Putin rivolgendosi ad Assad ha detto:
“I terroristi hanno subito danni molto significativi e il governo siriano, guidato da te, controlla il 90% dei territori. Il problema principale, a mio avviso, è che, tuttavia, forze armate straniere, senza una decisione dell’ONU, senza la tua autorizzazione, sono presenti in alcuni territori del paese, il che contraddice chiaramente il diritto internazionale e non ti dà l’opportunità di fare il massimo sforzo per consolidare il Paese e per poter procedere sulla via della ripresa ad un ritmo che sarebbe possibile se l’intero territorio fosse controllato dal governo legittimo”.
Poi l’incontro è proseguito a porte chiuse. Alcune fonti russe ‘ben introdotte’, riferiscono che i due leader avranno toccato la situazione a Idlib e dell’area a nord dell’Eufrate occupata. E’ molto importante che Putin abbia sottolineato apertamente all’inizio dell’incontro questo tema. E’ da notare inoltre che sia che tutta la diplomazia russa nelle ultime settimane ha ripetutamente sollevato la questione dell’Eufrate, in tutte le occasioni e in tutte le sedi.
In questo, non credo sia un caso che, che pochi giorni prima, sia volato a Mosca il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid,
Per quanto riguarda Idlib, sappiamo tutti che la situazione di Idlib non è facile, perché ci sono ancora molte formazioni di terroristi nella provincia e perchè la Turchia non assolve i punti dell’accordo siglato con la Russia.
Abbiamo visto anche che un assalto diretto verso Idlib è impossibile. Questo per due questioni principali. La prima questione è che la Turchia nel precedente confronto aperto tra insorti e esercito siriano, ha supportato le formazioni antigovernative siriane anche attivamente, infliggendo perdite. La seconda è che c’è il problema che la città di Idlib è densamente popolata e le capitali occidentali fanno leva su questo fattore, per impedirne la riconquista.
Si è già visto che condurre una efficace operazione militare su questa città è molto difficile. Tenuto conto come precedentemente Ankara è intervenuta a supporto degli estremisti, in un tentativo che mirava la riconquista completa dell’area.
Ma ora le cose sembrano essere cambiate: se prima la Russia non sosteneva completamente l’offensiva dell’alleato siriano per la riconquista di Idlib – perché voleva evitare uno scontro non necessario con la parte turca – ora Mosca e Damasco sembra siano giunti alla conclusione di cambiare strategia, per cui probabilmente assisteremo nelle prossime settimane a una nuova escalation o continuerà l’azione di logoramento delle forze aeree russe, fino a che la situazione per i ribelli non diventerà insostenibile.
Questo è suggerito dal fatto che che le forze aerospaziali russe stanno assestando continui attacchi in questa provincia. Ci sono notizie che le forze aeree russe stanno bombardando anche intorno alle immediate vicinanze delle postazioni dell’esercito turco e, che questi, ha fatto allontanare le forze ribelli che volevano installarsi ancora più vicine ai punti di osservazione di Ankara (vedi qui video).
I continui bombardamenti russi potrebbero essere letti, come il tentativo di interrompere i continui attacchi contro le forze siriane e garantire la percorribilità della autostrada M4. Ma, attualmente , sebbene le forze antigovernative si siano ritirate, l’esercito siriano non ha forze sufficienti per presidiare l’area vuota.
Quindi, per ora la soluzione passa anche attraverso la diplomazia ed un accordo con la Turchia. Naturalmente più la situazione sarà favorevole a Damasco, più la Russia avrà possibilità di contrattazione migliore. In questo senso, gioca a favore che la Turchia sta creando molti asset strategici in Africa, in Azerbaigian ed altrove. Si tratta di obiettivi che potrebbero trovare ostacoli non da poco se la Russia interferisse.
Per quanto riguarda la situazione al di là del fiume Eufrate, persiste la presenza statunitense. Resta da vedere se dopo il ritiro dall’Iraq, le truppe USA lascerà anche la Siria.
Si tratterà quindi di una situazione politica. In questo senso, Considerando che anche Ankara vuole l’evacuazione dell’asset statunitense dalla Siria, sarebbe probabilmente saggio per Russia e Siria, trovare un accordo con la Turchia per fa evacuare gli americani dall’Eufrate. In questo modo la Turchia risolverebbe il problema curdo e Assad potrebbe riconquistare le terre più fertili del paese e le risorse energetiche di vitale importanza per l’economia siriana
E’ inutile dire che senza gli USA in Siria, immaginare una soluzione per Idlib, sarebbe molto più facile.
patrizioricci by @vietatoparlare