L’imminente incontro al vertice tra Putin ed Erdogan a Sochi è stato oggi affrontato sul quotidiano turco Karar. Sostanzialmente il giornale turco dice che nel momento in cui terminerà la pausa di cinque giorni dell’operazione turca “Fonte della pace”, il presidente turco Erdogan e Putin terranno un vertice a Sochi. La posizione della Russia, intervenuta a sostegno delle forze di autodifesa (YPG) nella regione, sarà chiara in questa riunione.
Il summit a Sochi – che segue la tregua raggiunta tra il vice-presidente USA Pence ed il presidente turco Erdogan (accordo di Ankara) – servirà a definire nei dettagli una soluzione che soddisfi le necessità di sicurezza turca e le condizioni per fare prossimo passo richiesto fortemente da Mosca: ristabilire un contatto diretto tra Damasco ed Ankara.
Dopo l’incontro a Sochi, la “pausa” finirà
Secondo quanto deciso la scorsa settimana al termine del negoziato tra il vicepresidente americano Pence e il presidente Erdogan, il PKK – ovvero il Kurdistan Workers Party – (qui si intende YPG, ma per la Turchia è lo stesso ) dovrà lasciare permanente il nord della Siria. Per consentire questo obiettivo è necessario che la Russia, che ha influenza sia sull’YPG che sul governo siriano, sia inclusa nell’accordo di Ankara.
Si prevede che durante il prossimo incontro tra Putin ed Erdogan a Sochi, sarà trovata una soluzione condivisa.
“Discuteremo Kobani con la Russia”
Prima di incontrarsi a Sochi, il ministro degli Esteri Cavusoglu ha affermato che Ankara non vuole che un solo combattente YPG rimanga nella zona di sicurezza. Ha inoltre dichiarato che al vertice di Sochi si discuterà anche della questione del ritiro di YPG da Kobani e Manbij.
Nel frattempo, in previsione di una riunione critica, due messaggi sono arrivati da Mosca: il portavoce del Cremlino Peskov ha affermato che l’operazione turca è stata dannosa per il processo di stabilizzazione in Siria, e Ushakov, aiutante di Putin, ha detto che la Turchia dovrebbe agire in maniera proporzionale in questa situazione.
Secondo quanto riferito dalla l’agenzia di informazione russa Novosti, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che se la Turchia e la Siria ritengono necessario chiarire o modificare l’accordo di Adana sul confine tra i due paesi, la Russia sosterrà questa decisione. Inoltre, Lavrov ha anche sottolineato la necessità di un dialogo tra Ankara e Damasco. Secondo lui, Mosca è pronta a svolgere “un ruolo ausiliario in questo processo, per incoraggiare tali contatti diretti”. Nello stesso tempo, il ministro degli esteri ha osservato che il dialogo tra Turchia e Siria dovrebbe basarsi a partire dall’accordo Adana del 1998.
In tutti i modi, secondo i dati e le dichiarazioni fatte finora da vari esponenti dei governi coinvolti, ci sono profondi disaccordi sull’ingresso dei turchi in Siria per operazioni contro i curdi. Essi vogliono agire in una fascia di 30-35 km, e attualmente il limite stabilito dal trattato di Adana è di 5 Km al massimo.
Queste potrebbero essere le possibili concessioni delle parti:
1. La Turchia, conformemente al patto, sarà in grado di condurre operazioni contro il PKK e YPG sul territorio siriano a una profondità di 5 chilometri dal confine.
2. La Turchia abbandonerà i piani per creare una zona smilitarizzata di 35 chilometri, come suggerito dagli Stati Uniti.
3. Damasco rinuncerà infine alle rivendicazioni nei confronti della provincia di Hatay, che divenne parte della Turchia nel 1939.
4. Damasco riconosce il PKK come un’organizzazione terroristica.
5. La Turchia riconosce ufficialmente la legittimità del governo siriano.
6. Turchia e Siria ripristineranno le relazioni diplomatiche e apriranno ambasciate a Damasco e Ankara.
7. Entrambe le parti costituiranno un comitato congiunto per coordinare gli sforzi per normalizzare le relazioni.
8. Verrà aperta una linea diretta tra i servizi speciali di Siria e Turchia per il rapido scambio di informazioni.
9. Un ufficiale di collegamento speciale sarà nominato presso le ambasciate di entrambi i paesi.
10. Le truppe siriane saranno schierate al confine turco sotto la garanzia della polizia militare russa.
Questo è l’orizzonte. Ciò che adesso è da sperare è che non ci sia qualcosa che possa far saltare tutto, visto ciò che in ballo e visto le esperienze del passato. In proposito, basta ricordare che ad ogni appuntamento significativo per una soluzione importante del conflitto (vedi ad esempio i vari appuntamenti dei passati negoziati Onu a Ginevra), qualcuno agiva da innesco per farlo proseguire.