Siria: il sud-ovest è liberato, avanti verso Idlib

Articolo originale: Syria Sitrep – The Southwest Liberated – On To Idlib

da Moon of Alabama. Traduzione in italiano di Gb.P.

La campagna dell’esercito arabo siriano nel sud-ovest della Siria sta volgendo al termine. L’intera area detenuta da “ribelli” e ISIS solo sei settimane fa adesso è liberata. Dopo che la resistenza iniziale è stata sconfitta con una forza determinante, molti gruppi di “ribelli” hanno abbandonato la battaglia e hanno accettato di consegnare le loro armi pesanti alle forze governative. Quelli che hanno accettato gli accordi di riconciliazione sono stati amnistiati, altri hanno preferito essere evacuati nel governatorato di Idlib. I 270.000 sfollati che le Nazioni Unite hanno affermato essere allocati nella zona, non sono stati trovati.

Dopo la pulizia della metà orientale e la sconfitta dei “ribelli” nella città di Deraa, la lotta è continuata nell’area di Quneitra lungo la linea del cessate il fuoco fino alle alture del Golan occupate da Israele. Qui, all’inizio la resistenza era molto forte, ma poi è rapidamente collassata. Ai “ribelli” è stata offerta una nuova alternativa: passare con le loro unità nell’esercito siriano. Più di 400 di loro stanno attualmente servendo nella quarta divisione corazzata guidata da Maher Assad, il fratello del presidente siriano. Altri sono stati addestrati per la brigata separata “Ahmed”. Molti di questi ex “ribelli” hanno contribuito a superare la resistenza degli ultimi combattenti ISIS sul confine sud-occidentale della Giordania. Alcuni fanatici dell’ISIS sono sopravvissuti e sono stati messi in prigione.

La formula che consiste nella conversione dei “ribelli moderati” in soldati governativi per combattere al-Qaeda, ISIS e altri islamisti radicali giocherà un ruolo importante nella prossima operazione per la liberazione di Idlib.

Nella fase finale dell’attacco alle fortezze ISIS di Quneitra, circa 150 combattenti ISIS, che si erano precedentemente dispersi nel deserto sud-orientale, hanno lanciato un attacco a sorpresa contro la città di Suweida, terra di molti Drusi. La trascuratezza della guardia, unita al probabile aiuto dall’interno di cellule dormienti, ha permesso questo assalto notturno. I combattenti ISIS sono andati di casa in casa e hanno massacrato più di 250 civili prima di fuggire. Più o meno uguale anche il numero di persone ferite. [Inoltre hanno rapito circa 35 donne e bambine di cui ora chiedono il pagamento di riscatto, sotto minaccia di bruciarle vive. NDT]

Le forze che facevano parte dell’operazione Deraa nel sud-ovest sono state mandate a combattere attraverso il semi-deserto in cui si nascondono questi combattenti ISIS. La situazione è paragonabile al deserto di Anbar in Iraq. Le dimensioni di queste aree e la geografia collinosa rendono difficile trovare un nemico sparpagliato. Sarà necessario pattugliare continuamente il deserto per lunghe distanze e diverse operazioni di pulizia su larga scala per mettere le mani su queste bestie.

Alcuni reparti militari che hanno preso parte alla battaglia del sud-ovest si sono già trasferiti a nord. Altri ora li seguiranno. La provincia di Idlib è principalmente sotto il controllo di Hay’at Tahrir al-Sham, ex Jabhat al Nusra e parte di Al Qaeda. La forza di opposizione totale nel governatorato di Idlib è stimata in 80-120.000 miliziani, di cui 15.000 stranieri, con grandi contingenti di uiguri, turkmeni e ceceni. Molti leader “ribelli” di Idlib sono sauditi ed egiziani. In totale, ci sono meno di 2 milioni di persone nella zona (verde) detenuta dai ribelli. Il governo siriano ha già aperto diversi corridoi per consentire ai civili di fuggire dalla sua parte.

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La grande campagna governativa per la liberazione del governatorato di Idlib inizierà solo a settembre. Le operazioni preliminari di “modellamento” di artiglieria e aviazione prepareranno il campo di battaglia.

Sarà necessario recuperare la zona occidentale “ribelle” di Latakia vicino al confine turco prima di dirigersi verso Jisr al-Shughur dove ci sono molti combattenti stranieri. La prima fase importante sarà il recupero delle aree a sud della strada che serve Latakia – Jisr al-Shughur – Saraqib – Aleppo. Ci saranno probabilmente diversi assi di operazioni da est, sud e ovest. Ciò eviterebbe per il momento di combattere per la città di Idlib. La resistenza dei “ribelli” siriani locali sarà probabilmente debole. Sono demoralizzati e pensano solo a fuggire da un’ulteriore battaglia. La campagna di Idlib probabilmente non durerà più di tre o quattro mesi.

La Turchia è responsabile per la “zona di de-escalation” del governatorato di Idlib. Avrebbe dovuto separare i “ribelli moderati” da Al Qaeda e da altri combattenti radicali, ma non c’è riuscita. Le forze turche detengono circa 12 avamposti lungo l’attuale linea di demarcazione tra governo e ribelli. Non ci si aspetta che queste unità isolate, all’incirca di dimensioni di un plotone, possano prendere parte ai combattimenti.

Il presidente turco Erdogan sperava di tenere per la Turchia parti occupate del territorio siriano, ma è improbabile che abbia successo. La Turchia ha enormi problemi: oggi l’amministrazione Trump ha sanzionato i ministri della giustizia e degli affari interni della Turchia per aver messo agli arresti domiciliari il pastore americano Andrew Brunson. Il Congresso minaccia di sanzionare la Turchia se compra il sistema di difesa aerea russo S-400. Dopodiché la lira turca è precipitata a 5 lire per dollaro USA e continua a scendere. Molte società e banche turche hanno preso contratti e prestiti in dollari statunitensi e in euro e avranno difficoltà a rimborsarli. Le forze armate USA sostengono le milizie anti-turche del PKK / YPG nel nord-est della Siria. La Turchia è bloccata.

La NATO non verrà in suo soccorso, perché non può scatenare una guerra contro le forze siriane sostenute dalla Russia senza un forte sostegno da parte degli Stati Uniti.
Negli scorsi due giorni, c’è stata una nuova tornata di colloqui di Astana, tra Russia, Turchia e Iran a Sochi, in Russia. La dichiarazione finale sottolinea nuovamente l’integrità territoriale e la sovranità della Siria. Con l’arrivo dell’esercito siriano nel nord, la Turchia non ha alcuna giustificazione per restare ancora a lungo sul territorio siriano.

Dopo i recenti colloqui di Sochi, Alexander Lavrentiev, l’inviato speciale del presidente Vladimir Putin in Siria, ha parlato all’agenzia di notizie TASS della campagna Idlib. Spera che una grande battaglia per Idlib possa essere evitata. L’idea è quella di spingere i “ribelli moderati” a unirsi all’esercito siriano nella lotta contro gli islamisti, come è stato fatto di recente a Deraa. I funzionari di riconciliazione russi sono pronti a negoziare con loro.

La scorsa settimana il governo siriano ha tenuto colloqui con l’organizzazione curda YPG / PKK, le truppe coloniali ausiliarie degli Stati Uniti nella Siria nord-orientale. I Curdi vogliono una forte autonomia o persino uno stato federato con le proprie fonti di reddito, ma è improbabile che ottengano così tanto. Gli Stati Uniti non combatteranno il governo siriano per impedirgli di tornare nei suoi territori nord-orientali. Gli altri Siriani non dimenticheranno che i Curdi hanno permesso agli Stati Uniti di occupare parte del loro territorio e lasciato che i Turchi prendessero Afrin, invece di consegnare la città al governo siriano. I curdi YPG / PKK possono servire alla Siria come una minaccia contro la Turchia, ma questo è tutto.

La Russia ha avviato colloqui con i governi tedesco e francese per il ritorno dei rifugiati in Siria e l’aiuto finanziario alla Siria per consentirle di riprendersi dalla guerra. La Francia ha accettato di dare alla Siria una prima rata di risarcimento, consistente in una spedizione di forniture mediche a Damasco. Seguiranno altri gesti di questo tipo.

http://www.moonofalabama.org/2018/08/syria-sitrep-the-southwest-is-liberated-on-to-idlib.html

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