Alle domande semplici pochi si prendono la briga di rispondere. Purtroppo l'informazione non sente più il dovere di farsi le domande fondamentali davanti ai fatti tragici che attraversano il nostro vivere.
Sui fatti di Siria non è avvenuta un'assenza dell'informazione ma un lavoro accurato di selezione e filtraggio delle notizie sempre conforme ed omologata alle linee dettate dalle lobby e dai governi.
Nelle ultime settimane i media non fanno che denunciare le vittime dei bombardamenti di Assad mentre i bombardamenti della coalizione occidentale sembrano colpire solo i combattenti dell'ISIS. Sembra che il 'regime di Assad' attacchi solo i civili e sopratutto donne e bambini. Ma è veramente così? Se approfondiamo, pero scopriamo che l'Organizzazione è un solo uomo e che l'uomo non fa il mestiere del giornalista ma è un esule politico dichiaratamente facente parte dell'opposizione armata e stretamente collegato con il governo inglese. Ma è inusitatamente, sanzioni internazionali e report dell'Onu si basano sui suoi dati statistici fuorvianti. Il parere di Analisi Difesa, New York Times e Guardian.
Fuori dal coro l'articolo "Siria: la Coalizione uccide jihadisti, Assad solo civili"? ' (che invitiamo a leggere interamente).
Riportiamo qui alcuni stralci del suddetto articolo:
" Le vie della propaganda sono infine, specie in guerra, ma le notizie diffuse negli ultimi giorni da l’Osservatorio siriano per i diritti umani (ONDUS) fanno a pugni con il buon senso. L’ONDUS è una organizzazione non governativa con sede a Londra, vicina ai cosiddetti “ribelli moderati” siriani, quelli che (per intenderci) dovrebbero essere filo occidentali".
(…)
"E’ l’ONDUS che ha stimato i oltre 200 mila i morti nel conflitto siriano scoppiato nel 2011 dei quali ben 75 mila sono soldati e poliziotti governativi, ben di più quindi dei 60 mila ribelli e dei 63 mila civili rimasti uccisi.
Numeri che potrebbero indicare il successo dei ribelli ? Di certo i dati cozzano con la propaganda diffusa dai ribelli e dalla stessa ONDUS circa lo sterminio di civili attuato dalle forze di Bashar Assad e con la vulgata che vorrebbe gli ”eroici” insorti male armati opposti alla potente macchina da guerra di Damasco.
Il chiaro intento propagandistico delle informazioni diffuse dall’ONDUS emerge però a proposito dei raids aerei.
(…)
"Dai dati forniti pare che le forze aeree di Assad colpiscano solo civili, ovviamente in modo volontario dal momento che l’organizzazione ha fatto appello ai “Paesi che hanno un impatto significativo sulla comunità internazionale” perché siano “fermati i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità contro il popolo siriano”.
Eppure le aree colpite vanno dalla provincia di Damasco a quella di Daraa, nel sud, da quelle settentrionali di Idlib e Aleppo a quelle centrali di Hama e Homs, a quella orientale di Deyr az Zor: tutte zone ad alta densità di forze ribelli (…)
Possibile che mentre i jet della Coalizione sterminano jihadisti (con pochissimi danni collaterali) quelli di Assad ammazzino solo civili?
(…)
Curioso che l’ONDUS disponga di dati così precisi sulle vittime civili e non ne fornisca sui miliziani uccisi dalle forze governative.
Infine alcune annotazioni sula fonte delle informazioni:
L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani è la fonte unica di informazione a cui fanno riferimento tutti i media occidentali è una sola persona, tale Rami Abdulrahman (o Rami Abdel Rahman), che risiede a Coventry. Si avvale sul territorio siriano di comitati locali della rivoluzione che gli forniscono le informazioni..
Quando telegiornali, giornali e siti d’informazione istituzionale non citano direttamente l’Osservatorio Siriano, l’origine delle informazione viene fatto risalire alle più svariate agenzie di stampa internazionale: ma le informazioni a tutte le agenzie di stampa del mondo, sono sempre dell’Osservatorio Siriano.
L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani a fronte di un titolo univoco e fuorviante è quindi fonte di parte e subordinata alla retorica 'rivoluzionaria'.
A tal proposito il Guardian il 19 luglio 2012 così commentava:
"I media sono stati troppo passivi verso le fonti dell’opposizione siriana, non hanno indagato sulla loro natura e sulle loro affiliazioni politiche".
E sempre il Guardian così proseguiva:
"E’ una storia sui componenti più citati della opposizione siriana e le loro connessioni con il business anglo-USA di fabbricazione dell’opposizione. I media di informazione più diffusi sono stati, nella maggior parte dei casi, estremamente passivi verso le fonti siriane: presentandole semplicemente come “portavoce ufficiali” o “militanti per la democrazia” senza, in generale, analizzare le loro dichiarazioni, i loro percorsi, le loro affiliazioni politiche".
Ed infine:
"… una passione astiosa contro il regime di Assad non è affatto garanzia di indipendenza. Difatti un certo numero di importanti personalità del movimento siriano di opposizione sono esiliati di lunga data, sovvenzionati dal governo USA per indebolire Assad da molto prima che scoppiasse la Primavera araba".
Il New York Times (NYT) in un articolo del 2013 dal titolo: “Un uomo occupatissimo dietro il bilancio delle vittime della guerra civile siriana” scrive:
“Gli analisti militari di Washington si affidano al suo bilancio di soldati e ribelli uccisi per valutare l’evoluzione della guerra. Le Nazioni Unite e le organizzazioni di difesa dei diritti umani rovistano tra i suoi racconti di uccisioni di civili per trovare prove da utilizzare in caso di processo per crimini di guerra. I grandi media citano i suoi dati, noi compreso.
Tuttavia, nonostante il suo ruolo centrale in quella selvaggia guerra civile, l’Osservatorio dal nome pomposo si riduce in realtà a un solo uomo “tuttofare”. Il suo fondatore, Rami Abdel Rahman, 42 anni, che è emigrato dalla Siria 13 anni fa, lavora da una casa semi isolata di mattoni rossi situata in una ordinaria strada residenziale di questa tetra città industriale (Coventry, Inghilterra)”.
Infine, ''Ciliegina sulla torta': viene finanziato anche dall'Unione Europea e da un paese non meglio specificato (probabilmente la Gran Bretagna).
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