dall’ESL stanno via via affluendo sempre più miliziani perchè meglio pagati ed organizzati.
Qui la spiegazione di TERRASANTA.NET :
Il 22 novembre scorso, infatti si è costituito un nuovo Fronte islamico anti-Assad, una coalizione che riunisce sette differenti gruppi armati prima divisi tra loro (Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam, Suqour al-Sham, Liwa al-Tawhid, Liwa al-Haqq, Ansar al-Sham e il Fronte islamico curdo) e che può così contare su 45 mila miliziani: più di quelli in servizio nel Libero esercito siriano (circa 30 mila) o tra le fila degli estremisti vicini ad al-Qaeda e allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (circa 12 mila).
L’opposizione armata ad Assad si trova così divisa in tre grandi gruppi, in lotta tra loro per la leadership. Una lotta che ha le sue ripercussioni anche nei campi di raccolta per i profughi siriani nei Paesi vicini.
Secondo quanto pubblica il quotidiano libanese al-Akhbar, ad esempio, la città di Ersal, nella valle della Bekaa, in Libano, accoglie oggi circa 80 mila profughi. Ma verrebbe scelta come meta soprattutto dai fuggitivi in sintonia con le posizioni del Libero esercito siriano, i cui emissari in questo momento comandano nell’area.
Il Fronte islamico nato da poco si dipinge come indipendente da ogni altro gruppo politico e si propone di far cadere Assad e di instaurare uno stato islamico confessionale.
e qui la distinzione analitica:
Gli Stati Uniti e la Francia si preparano alla guerra, da soli, senza avallo Onu e senza l’aiuto britannico dopo che il Parlamento di Londra ha bocciato l’intervento militare con o senza accordo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La partecipazione francese al conflitto non deve stupire, a Parigi hanno la memoria lunga e amano mettere il naso laddove avevano colonie e protettorati. La Siria dovette sottostare a un mandato francese dal 1920 al 1946, anno in cui ottenne l’indipendenza. Ma pillole di storia a parte, insieme a chi combatteranno i franco-americani?
Abbiamo più volte sottolineato la variegata composizione delle forze “ribelli” e il giornale britannico The Indipendent ci viene in soccorso con tanto di cartina ed elenco delle milizie. Un ginepraio che sarà ben difficile portare alla ragione, per quanto intelligenti siano le bombe utilizzate: le milizie islamiste qui sotto elencate sono però, di fatto, gli alleati di Washington e Parigi nella guerra contro al-Assad.
Combattenti: 25mila, secondo il Fis.
Alleanza radicale salafita creata nel dicembre del 2012, riceve finanziamenti dai paesi del Golfo persico. Ha preso le distanze dall’Esercito siriano libero, filoccidentale, dimostrando un certo grado di coesione interna e omogeneità ideologica. Chiede l’istituzione di uno stato islamico retto dallasharia.
Affiliati: Movimento islamico Ahrar al Sham.
Leader: Salim Idriss.
Combattenti: Idriss sostiene di contare su 80mila uomini.
L’Esl è un nome usato per definire l’insieme dei gruppi ribelli fin dalla metà del 2011. La composizione attuale è nata in seguito a pressioni dei paesi occidentali e del Golfo che volevano farne l’ala militare dell’opposizione in esilio. Forte dei finanziamenti internazionali, l’Esercito siriano libero ha vari comandanti che controllano ognuno le proprie milizie, per le quali Idriss svolge una funzione di portavoce. Idriss segue una linea laica e nazionalista, mentre altre fazioni del suo esercito preferiscono un’opzione islamica.
Affiliati: Brigate dei martiri della Siria, Brigate Farouq, Brigata Tawhid, Brigate Suqour al Sham e Brigata dell’islam.
Fonte: Arol Lund, Freedom fighters? Cannibals? The truth about Syria’s rebels, The Independent. Arol Lund, scrittore e ricercatore svedese ha studiato a lungo i movimenti d’opposizione siriani, di cui è ritenuto uno dei più profondi conoscitori. Un suo articolo è apparso anche su Foreign Policy.
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