Il primo febbraio il governo siriano ha iniziato a lavorare sulla decisione di escludere centinaia di migliaia di famiglie dal sostegno governativo per forniture alimentari e derivati del petrolio, in mezzo al continuo deterioramento della situazione di vita senza precedenti subita dalla maggior parte della popolazione.
Secondo i rilievi delle Nazioni Unite il 90% delle persone in Siria vive in povertà e il 60% della gente soffre di insicurezza alimentare, inoltre 7,78 milioni non ha medici o strutture mediche che soddisfano gli standard minimi accettati a livello internazionale.
Il Paese soffre da anni di diverse crisi, tra combustibili, energia e pane, oltre al crollo della lira, che ha avuto effetti catastrofici su tutti gli aspetti della vita al suo interno, rendendolo la vita un’impresa.
In questo contesto, il sussidio è un aiuto statale per cui una pluralità di beni e servizi era calmierato o fornito addirittura gratis, e questo era normale nel governo baathista da decenni.
Naturalmente, questo provvedimento è la cartina al tornasole circa la situazione economica del paese e indica che letteralmente il governo è in difficoltà. D’altra parte, le condizioni in cui operare cambiamenti in meglio non ci sono, dato che il paese è ancora in guerra e che, per giunta, sembra esserci una rinnovata intenzione da parte delle cosiddette ‘opposizioni’ di lanciare una nuova campagna destabilizzatrice in Siria.
Per contro, gli USA perseverano a mantenere l’occupazione di al Tanf e del nord della Siria, favorendo l’ISIS e ostacolando la ripresa del paese, anche con gravose sanzioni.
Da parte loro, i militari hanno fatto il massimo per la sicurezza, ma ora occorrerebbero idee nuove e una sinergica collaborazione con gli alleati per avviare un quanto mai urgente nuovo rilancio nel paese.
La crisi è iniziata lunedì scorso quando il governo, tramite il ministro Fadia Suleiman, ha annunciato un nuovo progetto di legge che prevede l’esclusione di circa 596.628 famiglie munite di “smart card” dai sussidi, questa aliquota corrisponde a circa il 15% delle famiglie che oggi ricevono sostegno.
Il sostegno del governo sarà annullato per beni di base come pane, gas, diesel e forniture alimentari.
In particolare, il ministro Suleiman, durante un’intervista alla radio locale ” Sham FM “, domenica 30 gennaio, ha spiegato che la prima fase di rimozione dei sussidi a quelle famiglie che sono state decise di essere escluse dal sostegno, coinvolge circa il 47% dei proprietari di auto private in Siria (circa 450mila auto), rilevando che il criterio per revocare il sussidio per i proprietari di auto private dipende se la famiglia possiede un’auto “con una cilindrata superiore a (1500 cc), e se l’anno di fabbricazione è dopo il 2008“. Ha anche precisato che in caso di errori o casi particolari, ci sarà la possibilità di opporsi alla decisione che sarà rimossa successivamente.
Inoltre, Suleiman ha aggiunto che lo studio ha preso in considerazione chi ha più proprietà immobiliari intestate all famiglia nello stesso governatorato, il progetto tiene conto anche delle aree in cui sono ubicati gli immobili, ove le aree più costose saranno penalizzate.
L’assistente del ministro ha confermato che la “smart card” [carta annonaria dei generi di prima necessità] rimarrà comunque in vigore per la famiglia a cui verrà tolto il sussidio, per poter ottenere i materiali e servizi attualmente distribuiti al loro prezzo “gratuito”. Il funzionario ha specificato che l’effetto che si cerca di ottenere è “ottenere risparmi per la tesoreria statale per reindirizzarli alle categorie più bisognose e sostenere altri settori”,
Le sovvenzioni saranno cancellate anche per chi è andato fuori dalla Siria con tutta la famiglia (per più di un anno) qualora è incluso il capofamiglia, mentre chi ha viaggiato da solo non è incluso.
Oltre a questi criteri che colpiscono anche i meno abbienti, gli altri segmenti interessati a cui sarà esclusa la sovvenzione, comprendono: “Contribuenti senior e medi”. – Principali azionisti di società (coloro che ne detengono il 5% di azioni) – appaltatori – esportatori e importatori – spedizionieri doganali – proprietari di registri turistici – bar e caffetterie – medici da più di dieci anni – titolari di bar privati, centri medici, laboratori e centri estetici – farmacisti – investitori di farmacie – titolari di studi di ingegneria, legali e legali che esercitano la professione da più di dieci anni.
Ci sono molti siriani che reputano questa decisione, molto caotica ed ingiusta. Il suo annuncio sta suscitato un malcontento diffuso, riversato anche sui social. È da segnalare che anche persone famose per aver sostenuto la guerra in questi anni di aggressione, hanno chiesto un cambio immediato della decisione.
Shadi Ahmadi, economista pro-governativa ha annunciato che si rivolgerà al ministero dell’Interno per inscenare quella che ha definito una “manifestazione pacifica”, davanti al Parlamento nel centro della capitale, Damasco, per denunciare la decisione.
È molto probabile che dietro le pressioni, lo stesso governo faccia una parziale marcia indietro. Infatti, alcuni parlamentari ne hanno chiesto la sfiducia.
Dopo la polemica, il ministro del Commercio interno e della protezione dei consumatori, Amr Salem, ha annunciato che quanto accaduto sono stati “errori tecnici e non una decisione”, aggiungendo in un comunicato radiofonico di martedì che “il ministero delle Comunicazioni ha designato un sito per ricevere obiezioni richieste da parte di cittadini a cui è stato “ingiustamente ” sottratto il sostegno.
E, in effetti sul sito web, le proteste dei cittadini sono arrivate. Proteste contro il deterioramento delle condizioni di vita e la rimozione dei sussidi si sono già viste nella provincia di Suwayda . I manifestanti hanno bloccato la strada tra l’insediamento di Shahba e Shakka. La situazione è delicata, specialmente nelle aree già problematiche, il malcontento potrebbe espandersi, con il rischio aggiuntivo che potrebbero essere cavalcate dai soliti noti per fini terzi.
Perciò il governo ha convocato una riunione “urgente”, per discutere le obiezioni ricevute, ma non ha raggiunto finora, secondo il testo delle deliberazioni, decisioni significative.
Ha però raccomandato che i dipendenti statali e i pensionati, esclusi dal sostegno per il possesso di un’auto, possano tornare a beneficiare del sussidio dopo aver presentato una richiesta di opposizione motivata.
Tutto è drammaticamente chiaro ma apparentemente senza via d’uscita. La maggioranza dei siriani è al di sotto della soglia di povertà, nello stesso tempo, dopo dieci anni di guerra che hanno esaurito l’economia e le sue capacità, oltre alle ripercussioni delle sanzioni occidentali imposte sul paese, la capacità del governo di provvedere ai bisogni primari è in graduale diminuzione, anche a causa del deterioramento del tasso di cambio della lira siriana e del contemporaneo innalzamento del costo delle materie importate.
Vp News