Siria – La propaganda a pagamento nel bilancio inglese…

Siria – Il 3 maggio 2016 il quotidiano inglese ‘The Guardian’ rivelò una campagna di manipolazione mediatica pro-ribelli gestita dal governo inglese. Il governo britannico ha condotto in Siria una occulta guerra di manipolazione dell’informazione a favore di alcuni gruppi ribelli combattenti che esso appoggia.[su_spacer]
La campagna mirava ad aumentare la reputazione di quella che il governo chiama “opposizione armata moderata”, finanziando operazioni mediatiche indirizzate alla diffusione di una realtà costruita ed addomesticata . Come sappiamo, il grosso delle forze ribelli sono caratterizzate dal loro radicalismo islamico, molti di tali gruppi si sono fusi nel tempo con altri ancora più estremisti.[su_spacer]
Il servizio del quotidiano londinese, giustificava così la scelta del governo inglese di non assumere il rischioso incarico intervenire direttamente ma optò per assumere appaltatori.
Di tutta l’organizzazione ed il lavoro fu incaricata la Regester Larkin, una società di consulenza di comunicazione internazionale. Questa, a sua volta, mise in piedi una società denominata‘Innovative Communications & Strategies’, o ‘InCoStrat‘, che ha rilevato il contratto a partire da novembre 2014.[su_spacer]
E’ così che «gli assunti dal Ministero degli Esteri, supervisionati dal Ministero della Difesa  hanno prodotto video, foto, rapporti militari, trasmissioni radiofoniche, prodotti per la stampa e post di social media di marca con i loghi dei gruppi  mentre combattevano, eseguendo così in modo efficace tutta la gestione di un ufficio stampa per i combattenti dell’opposizione».

In definitiva, la Gran Bretagna ha agito come un cobelligerante, schierato dalla parte dell’opposizione armata. E’ chiaro che sono gli stretti legami con la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar che hanno fatto fare al Regno Unito una tale scelta di campo così e non certo la democrazia o l’aspirazione per la libertà dei popoli che sino principi usati in gran parte abusati ed usati opportunisticamente.

 La disinvoltura delle azioni messe in atto da una delle massime democrazie planetarie fa rabbrividire; nell’articolo in questione The Guardian diceva che «il Regno Unito considera le informazioni come elemento vitale di un conflitto moderno» – e  che perciò, era necessario che il Ministero della Difesa inglese elaborasse una dottrina per utilizzare la propaganda come una vera  potente arma da utilizzare per fornire al pubblico una gestione di informazioni e “comunicazioni strategiche” appositamente confezionate.

The Guardian descriveva come il primo ministro Cameron non si fosse per nulla scoraggiato di non essere riuscito ad ottenere consenso in Parlamento a favore di un intervento più deciso del Regno Unito contro Assad: «Lo sforzo di propaganda del Regno Unito a favore dell’opposizione armata siriana iniziò dopo che il governo non riuscì a convincere il Parlamento a sostenere l’azione militare contro il regime di Assad. Nell’ autunno del 2013, il Regno Unito intraprese dietro le quinte un lavoro per influenzare il corso della guerra modellando la percezione (da parte dell’opinione pubblica – NdR) dei combattenti dell’opposizione».

[su_spacer]Naturalmente sconcerta come una volta presa una decisione in sede parlamentare, questa possa essere opportunamente cambiata in seguito, utilizzando ambiti occulti in grado di capovolgere completamente la volontà espressa democraticamente.  Ma tant’è, la messinscena va avanti ancora: Londra con riferimento alla data dell’articolo del Gurdian aveva speso allora già 2,4milioni di Sterline che aveva destinato ad appaltatori privati ​​che lavoravano da Istanbul per fornire “comunicazioni strategiche e operazioni mediatiche a sostegno dell’opposizione armata moderata”.

La propaganda aveva anche funzione “di promuovere i valori moderati della rivoluzione” e contribuire a plasmare un senso di identità nazionale che respingesse sia il regime di Assad che Isis. L’apparato mediatico para-governativo, interveniva e intercettava ogni evento che avveniva in Siria, compreso probabilmente anche l’esecuzione di stragi.

Particolarmente incisiva fu l’insistenza degli ospedali bombardati ad Aleppo. Fu un esempio che fornì cognizione di quanto la percezione della realtà potesse essere appositamente falsata e distorta
: ricordiamo che quando in un ristretto lasso di tempo furonoi colpiti due ospedali (l’uno situato in area governativa e l’altro in una zona detenuta dalla guerriglia), il clima di esacrazione e di condanna avvenne solo nel primo caso, quando gli ordigni caddero in zona ribelle. Invece, quando fu colpito l’ospedale pediatrico in zona governativa, la notiziapassò pressochè nel silenzio.

In definitiva  il governo britannico ha subordinato il diritto di informazione dei cittadini alle necessità strategiche della guerra che rende consigliabile un uditorio addomesticato e la costruzione di un nemico malvagio ed inumano.

Se guardiamo poi, chi sono i gruppi che il governo inglese ha aiutato, rimaniamo ancor più sbalorditi: il giornale londinese cita tra questi gruppi beneficiati dai servizi di ‘Spy Ops’ inglesi, il gruppo Harakat al-Hazm, che ha ricevuto assistenza militare dagli Stati Uniti, ed il gruppo Jaysh al-Islam , quest’ultimo un gruppo paradossalmente istituito e finanziato (insieme ad altri) dalla dittatura saudita. Si tratta di una milizia che mira a creare uno stato islamico sotto la legge della Sharia. A Damasco la milizia è tristemente famosa perchè ha usato come scudi umani contro gli attacchi governativi, civili imprigionati in gabbie (foto n°2). Il primo gruppo citato, Harakat al-Hazm (quello appoggiato dagli USA), è stato invece sconfitto dall’esercito arabo siriano e le sue forze residue si sono fuse con al Qaeda, il Fronte al Nusra.

Alla fine del servizio giornalistico leggiamo: «Un portavoce della Difesa ha detto: “Il Regno Unito è stato un sostenitore di lunga data della opposizione moderata in Siria , che stanno in piedi sia davanti alla tirannia del regime di Assad e sia all’ideologia velenosa e assassina di Daesh ».

Resta da capire ora, se il portavoce quando ha detto queste assurdità, stava facendo ancora campagna propagandistica o mostrasse solo la sua fosse ‘spontanea’ imbecillità.

Patrizio Ricci – Vietato Parlare
Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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