Il servizio stampa dell’esercito russo, riferendo fonti di Intelligence comunica che la pseudo organizzazione umanitaria White Helmets e i jihadisti radicali del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (sotto il comando del comandante di campo Abu Malek), stanno preparando una messa in scena di attacchi aerei usando munizioni chimiche nella zona di Idlib.
La stessa fonte riferisce che un gran numero di persone non identificate sarebbe arrivato a Idlib con camion carichi di contenitori chimici. Uno dei veicoli conterrebbe apparecchiature video professionali e frammenti di munizioni per aviazione e artiglieria con iscrizioni russe e dell’epoca sovietica.
Secondo il Ministero della Difesa russo,attualmente le organizzazioni terroristiche starebbero selezionando i residenti per partecipare alle riprese che dovrebbero illustrare gli effetti degli attacchi aerei e l’uso di munizioni chimiche.
Il Ministero della Difesa russo riferisce che i falsi materiali video sulle incursioni aeree e sul bombardamento di artiglieria delle infrastrutture civili con l’uso di sostanze tossiche nella provincia di Idlib saranno pubblicati sui social network come “prova del crimine del regime di Assad e delle azioni dell’esercito russo contro i civili siriani”.
L’organizzazione White Helmet
Nonostante il fatto che gli obiettivi dichiarati delle attività dei “caschi bianchi” siano l’assistenza medica alla popolazione e il salvataggio dei civili che hanno sofferto durante le ostilità, la sua specializzazione sono le provocazioni, anche con l’uso di armi chimiche.
Il tipo di attività dell’organizzazione era ampiamente nota nell’aprile 2017 quando è avvenuto un presunto attacco chimico a Khan Sheikhun, nel nord della Siria. I caschi bianchi hanno organizzato anche il falso attacco chimico del 7 aprile 2018 nella città di Duma nelle vicinanze di Damasco.
Ci sono innumerevoli evidenze che i White Helmets non sono affatto un’organizzazione umanitaria, ma informativa e politica, creata con il patrocinio dell’intelligence britannica MI6. Essa con il pretesto di attività sui diritti umani, realizza progetti completamente diversi.
Anche nell’agosto del 2018 la Russia avvisò con dovizia di particolari di un imminente preparativo di una false flag organizzata dai White Helmet. Ma giocando d’anticipo e pubblicizzandolo preventivamente, alla fine, l’attacco chimico non ebbe luogo.
Recentemente un membro dell’OPCW – a proposito dell’indagine sui fatti del preteso attacco chimico di Duma – ha denunciato la manomissione dei resoconti degli ispettori in senso favorevole alla retorica occidentale (il grave scandalo è stato ripreso da Daily Mail e in Italia da Repubblica ed altre publicazioni).
Ma anche prima delle indagini OPCW che il video dei White Helmet a Duma era una messinscena fu detto dal produttore della società britannica BBC Riam Dalati, che commentò “L’imperativo di catturare l’attenzione fugace di un pubblico internazionale sembra certamente aver influenzato la presentazione delle prove. Nei video e nelle foto, c’erano alcuni segni che i corpi e le bombole di gas fossero stati spostati o manomessi dopo l’evento per il massimo impatto.”.
Ed addirittura – sempre a proposito del presunto attacco chimico del 2018 a Duma – ci sono filmati di testimonianze di civili che ammettono di aver recitato il ruolo di intossicati in occasione del presunto attacco chimico.
In quell’occasione nulla valse a fermare l’attacco delle forze aeree statunitensi, britanniche e francesi che lanciarono sulla Siria più di 100 missili cruise (14 aprile 2018) ancor prima di qualsiasi indagine.
@vietatoparlare
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